Cronaca

Evviva le piste ciclabili…eppure c’è chi dice no!

Strano, ma vero, le “petizioni” contro le piste ciclabili nella nostra città si moltiplicano: prima quella contro le (previste) corsie riservate ai ciclisti in via De Rossi e via Quintino Sella, adesso quella contro il ripristino delle piste in corso Vittorio Emanuele. Attenzione, si parla della Città di Bari, ovvero di una quasi metropoli del sud Italia, caratterizzata dall’avere un meraviglioso lungomare (il più lungo d’Italia); un clima invidiabile con nove mesi di tempo caldo e “l’amico maestrale” che mitiga la calura estiva; l’assoluta mancanza di forti dislivelli, fatta eccezione per le “salite” dei ponti che valicano la ferrovia. Bene, andiamo avanti: le petizioni di cui sopra sono singolarmente simili, ma è necessario soffermare l’attenzione su una delle affermazioni che fanno eco in entrambe. E cioè: “potenziale grave pericolo per la salute e per la sicurezza” si legge a proposito delle due ciclabili previste su via De Rossi e via Q. Sella; “la pista ciclabile si è rivelata oltremodo pericolosa”, dicono di quelle di c.so V. Emanuele. Ora sarebbe ancor più necessario soffermarsi e comprendere meglio questa “pericolosità” per una serie di motivi tutt’altro che difficili da intuire, ma che delineano in maniera chiara e inequivocabile il senso delle proteste contro le ciclabili. Si legge, infatti, che “la pista ciclabile si è rivelata oltremodo pericolosa per ciclisti e automobilisti” e sinceramente c’è veramente da sorridere: non esiste memoria storica di automobilisti feriti o morti in seguito a incidenti con ciclisti, mentre nel 2021 sono morti in Italia 180 ciclisti (14 in Puglia) e quelli investiti e ricoverati con codice rosso in prognosi riservata sono stati ben 989, come risulta da fonti specializzate. Quindi tranquilli automobilisti, le piste ciclabili non sono pericolose, nonostante i proclami della Bari EcoCity. Ma ancora più “singolare” è il richiamo al “grave pericolo per la salute” cagionato dalle biciclette e dai monopattini! Quale salute e in che modo sarebbe messa in “grave pericolo”, non è dato di sapere…però è la frase finale della petizione che chiarisce ancora meglio il senso di petizioni, lettere e proposte. Infatti “…Bari EcoCity propone all’Amministrazione Comunale, in sostituzione della sezione stradale di Corso Vittorio Emanuele riconvertita inopinatamente in pista ciclabile, di realizzare una più idonea, sicura e salubre pista ciclabile in adiacenza dell’intero tratto stradale costeggiante il lungomare di Bari, con inizio dalla zona “Spiaggia Torre Quetta” e termine nella zona “Spiaggia San Francesco”. Vincenzo Cota, presidente dell’associazione ‘Cub’ risponde e spiega: <<Sono ciclista urbano da anni e una pista ciclabile da S. Spirito a Torre a Mare è un sogno che ho, come tantissimi altri utilizzatori della bici da sempre, ma le biciclette sono mezzi di trasporto, non (solo) strumenti per fare sport o la passeggiatina domenicale! Insomma, servirebbe che tutta, dico tutta la nostra città diventi ciclabile e per far questo devono diminuire le auto circolanti e parcheggiate! Quale city può definirsi “Eco” senza che diminuiscano gli spostamenti in automobile privata? 2000 Kg di vettura per portare in giro una o due persone sono un dispendio energetico assurdo, illogico>>. A questo punto sarebbe curioso approfondire lo statuto di chi si schiera contro le piste riservate ai ciclisti per capire come s’intende la mobilità nella nostra città, renderla “EcoCity” mantenendo inalterato inquinamento e traffico? Difendendo la doppia fila? E allora meglio la bici anzi, sempre più piste ciclabili in città, inclusa quella sul lungomare; per chiedere che siano migliorate le esistenti; per permettere agli studenti di entrare e uscire da scuola in sicurezza, senza auto in doppia e terza file; per chiedere una città fruibile in sicurezza da tutti, dove i bambini possano andare da soli a scuola con la loro biciclettina, come accade in tantissime città del nord Europa. Sono più civili di noi? <<Bari cambierà tantissimo quando la tangenziale e i binari saranno spostati: vogliamo che la nuova Bari e i nuovi baresi (i nostri figli) vivano lo stesso incubo di lamiera e smog (il traffico, parlo del traffico) che abbiamo vissuto noi?>>, firmato Associazione CUB-associazionecub@gmail.com.

Francesco De Martino


Pubblicato il 14 Aprile 2022

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