Cultura e Spettacoli

Fante Tomagra: l’inesistente

Nella vastissima produzione di Italo Calvino rientra ‘I racconti’, un’antologia curata dallo stesso autore e pubblicata nel 1958. In essa sono raccolte quarantanove novelle pubblicate in precedenza suriviste o altre raccolte. Tanta fertilità ha un po’ nuociuto a opere degnissime che tuttavia, già in difficoltà di confronto con capolavori precedenti (‘Il visconte dimezzato’ e ‘Il Barone rampante’), sarebbero poi rimaste all’ombra di acuti successivi come ‘Il cavaliere inesistente’ e  ‘Le città invisibili’. E’ il caso di  ‘L’avventura di un soldato’, un racconto pubblicato nel 1949 e destinato a restare sconosciuto ai più se Nino Manfredi non avesse avito l’acume di portarlo sul grande schermo. Ciò avvenne nel 1962 all’interno di un film prodotto da Achille Piazzi e composto da quattro episodi, diretti da registi diversi e tratti da novelle di scrittori famosi. Chi abbia memoria di quei gustosi venti minuti di cinema  – chissà in quanti ricordano il corrispondente racconto – sarà sicuramente rimasto nel dubbio : La vedova (l’impassibile viaggiatrice con cui il ben capitato soldato finisce con l’avere un orgasmo) ci è o ci fa?… Il lasciar fare di questa prosperosa signora, questa sua passività, questa pensosa indifferenza giustificano il dubbio. Di contro, si può avanzare un sospetto imbarazzante : La donna non è, né fa. Semplicemente, e per un motivo che (osiamo) sfugge allo stesso Calvino, il soldato – anzi verrebbe meglio dire : il ‘soldatino’ – non esiste per la vedova. Peggio di un fante ignoto o disperso in guerra, egli può trovare posto solo nella fantasia della conturbante viaggiatrice. Al più, gli si può assegnare una natura diafana… Il sospetto del fantasma ci ha stuzzicati sabato scorso alla Vallisa, dove THEA3 metteva in scena ‘L’avventura di un soldato – Binari paralleli’. Uno spettacolo di teatro di narrazione che ha visto protagonista Maurizio De Vivo. L’interprete avrebbe potuto presentarsi in divisa militare e con una valigia in mano. Si è contentato solo di una valigia. Quanto all’abito di scena, benché questo genere di teatro prediliga una ‘livrea’ rigorosamente nera, De Vivo si è paludato di una camicia dal candore squillante. Ecco allora quel bianco galeotto suggerire un’idea di invisibilità, di incorporeità. Non tutti vedono o ‘sentono’ i fantasmi…. Il titolo dello spettacolo reca un sottotitolo che intriga : Binari paralleli. L’idea di due rotaie che si perdono all’orizzonte, oltre a rafforzare l’idea dell’appartenenza delle due figure (il fante Tomagra e l’innominata donna in gramaglie) a mondi estranei, aiuta a collocare questo ‘coito da scompartimento’ in una dimensione altra della realtà, forse un limbo della percezione. Maurizio De Vivo si tiene stretto agli insegnamenti della più consolidata scuola di teatro di narrazione e confeziona uno spettacolo comme-il-faut. Gli sono d’ausilio le musiche originali di Dario Skepisi, eseguite in diretta dallo stesso autore. Luci e audio : Nicola Santamato ; fotografia : Checco De Tullio ; progetto grafico  : Roberto Scotto.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 15 Ottobre 2019

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