Cronaca

Feste patronali colpite, ma forse non affondate

Colpite, speriamo non affondate, le feste patronali nella nostra regione. La colpa naturalmente è della pandemia e del timore del contagio, anche se per fortuna i dati recenti fanno registrare un netto calo e volgono al sereno. Il problema è che, assieme al fermo delle feste patronali si ha un contemporaneo blocco del cosiddetto indotto, rappresentato dai venditori ambulanti, dai giostrai, dalle bande musicali, imprese di luminarie e di fuochi pirotecnici. Allo stato attuale, complice una certa confusione normativa, però non si può escludere una cauta ripresa (sia pure con molte precauzioni) ai primi di luglio. Una delle ragioni del blocco è rappresentata anche dal comprensibile atteggiamento prudente dei vescovi della Puglia i quali temono che, dalle processioni all’esterno delle chiese possano aversi assembramenti e contagi e rimettono ogni decisione alle autorità civili. In ogni caso, a quanto è dato di sapere, la posizione dei vescovi della Puglia (sia pur con sfumatura e sensibilità diverse al loro interno) è per la prudenza e lo abbiamo visto di recente alla festa patronale di San Vito a Polignano. Per capirne di più, abbiamo intervistato il cavalier Carmine Console, Presidente dell’Associazione Regionale dei Comitati Feste Patronali di Puglia.

Presidente Console: quando potremo godere delle tanto amate e belle feste patronali?

“Attualmente non lo sappiamo, vedo la massima collaborazione da parte della Regione e me ne compiaccio, anche se con la stessa franchezza, noto che le stesse autorità in perfetta buona fede stentano ad adottare rapide decisioni. La paura, fondata, è quella del ritorno dei contagi. Ci auguriamo che a fine giugno o primi di luglio la situazione si risolva.

Vescovi pugliesi prudenti…

“Io li capisco. Indubbiamente hanno un certo timore, anche se da quanto so, hanno rimesso una decisione definitiva alle autorità civili, insomma sono anche loro in attesa. Da quanto sappiamo i vescovi oltre che perplessi su un eventuale contagio, lo sono per rispetto alle tante vittime della pandemia e per motivi di sobrietà. Insomma, sostengono che i denari spesi per le feste potrebbero essere adoperati per ragioni di carità, invocano sobrietà”.

Assieme alle feste e alla devozione popolare penalizzata, ne risente l’indotto…

“Indubbiamente. Sono seriamente danneggiati da questa situazione settori come i venditori ambulanti, i giostrai, le bande musicali, le ditte di fuochi artificiali, tutti quelli che vivono delle feste ed è un problema, in quanto anche a loro dobbiamo dare risposte, non è giusto vederli in crisi e hanno famiglia”.

Che cosa rappresentano le feste patronali?

“Un bel patrimonio di fede, devozione popolare e tradizione che valorizza il turismo regionale. Tanti col pretesto delle feste, vanno a visitare borghi e paesi, non dimentichiamolo. Dunque sono un volano di religiosità, ma pure una spinta all’ economia locale. Non dimentichiamolo”.

Insomma: visti i dati dell’epidemia che cosa si aspetta a dare disco verde alle feste patronali, che specialmente in estate ci allietano e rendono piacevoli le serate di tanti pugliesi? Sono un valido e grande patrimonio da difendere, proteggere e valorizzare. Occorre la massima buona volontà da parte di tutte le autorità in campo, civili e religiose, sia pur con la dovuta cautela.
Bruno Volpe

 


Pubblicato il 18 Giugno 2020

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