Cultura e Spettacoli

Figli di droghieri eppure ancora credono che Ruby sia la nipote di Mubarak

Figlia di un droghiere, impegnato nell’attività politica e religiosa, cresciuta, quindi, in una famiglia di solidi principi religiosi di fede protestante metodista (sarà una maledizione, ma più si è, fortemente, radicati in una delle tante ramaglie del millenario albero cristiano, più si diventa reazionari, conservatori. Non sarà che nei vangeli medesimi proliferano occulte aporie che attengono, non solo, al sentimento religioso “sed”, “etiam” alle relazioni sociali, politiche, economiche e ai problemi, alle difficoltà, che da esse sorgono in storiche realtà sociali,  a cui i credenti, in quanto soggetti reali, sono chiamati, impegnati a dare il loro precipuo contributo alla risoluzione di essi ?), la “femmina di ferro” (giammai, Lady. Non basta essere femmina per essere Donna o Lady, così come non basta essere maschio per essere Uomo o Signore. Poche volte nei millenni le femmine si sono fregiate della greca del comando, ma quando essa a loro è capitata, di grande o piccola importanza, si sono distinte per la loro schizoide alterigia, per il disprezzo dei loro subalterni, per l’allergia, narcisisticamente, amanti delle loro opinioncine, impropriamente, inopportunamente, ipostatizzate a Idee, a qualsiasi confronto dialettico con il prossimo. Per non andare troppo lontani: a parte gli sfracelli che la fornero ha combinato, come ministra del lavoro, che, anche, grazie a lei, è diventato, sempre più, peregrino, è sopportabile che una, sì fatta, individua possa permettersi di dire che “il lavoro non è un diritto”, quando il I° comma dell’art.1 della nostra Costituzione Recita che “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” ? E, ancora, riferendosi alla popolazione giovanile, l’ha messa in guardia a non essere schizzinosa, difficile da accontentare,”choosy”, quando, oggi, l’italietta si posa, maldestramente, su 9 milioni di disoccupati e molti di essi sono giovani che hanno, perfino, rinunciato a trovare un lavoro), margaret thatcher (tal la moratti, presidente della rai, ministra della pubblica istruzione, sindaca di milano, la baronessa, già droghiera,  usava, per motivazioni a NOI sconosciute, il cognome del marito), fu primo ministro del regno unito dal 1979 al 1990 e leader del partito conservatore dal 1975 al 1990. Come si connota le personalità reazionaria della thatcher e la sua politica conservatrice ? Ministra nel 1970 della pubblica istruzione nel governo conservatore di edward heath si distinse, in consonanza con la politica dei tagli allo stato sociale del primo ministro, per decisioni, assolutamente, impopolari, tra le quali l’abolizione del latte gratuito nelle scuole ai bambini di età tra i 7 e gli 11 anni (Quanti sindaci, soprattutto, leghisti del nord italiettino opulento hanno vietato la mensa a bambini, i cui genitori, specie immigrati, non avevano, non hanno la possibilità di pagare il balzello per essa?). Questa misura le valse il soprannome di thatcher “ruba latte”. Nel 1978 in un’intervista affermò: ”Gli inglesi sono davvero spaventati che questa nazione possa essere sommersa da persone con una cultura differente”. Alè, alè! Gran parte del popolo bue inglese, certamente, non composta tutta da baronetti, ma, anche, da proletari,  dalla piccola e media borghesia, classe dalla quale la nostra femmina di squalo proveniva, in seguito alle affermazioni di odio, nei riguardi della diversità umana e culturale, mosse dalla già droghiera, testé citata, aumentò, sensibilmente, i suoi consensi al partito conservatore (bossi e fini che firmarono la legge, a loro omonima, ideologicamente, restrittiva nei confronti dell’immigrazione, erano, forse, discendenti dai magnanimi lombi dei savoia e dei loro cortigiani ?) Nel 1980, da primo ministro filo-monetarista, la thatcher incrementò il tasso d’interesse per ridurre l’inflazione e aumentò l’iva (come ha deciso il borghese monti di operare; infatti, da luglio 2013 l’iva aumenterà di un punto, con l’ulteriore diminuzione dei consumi e l’aggravio pesante della recessione), preferendo l’ingiustissima tassazione indiretta a quella diretta. Questi interventi colpirono, particolarmente, l’industria manifatturiera e la disoccupazione raddoppiò; l’inflazione divenne accettabile, ma a spese, come ognora, delle classi popolari e meno abbienti. Quasi al declino della sua parabola politica, la Thatcher s’inventò la ”poll tax” (quante tasse ha inventato il bocconiano monti, che saremmo stati capaci, anche, NOI di farfugliare, per salvare i deretani, coperti di grembiulini, degli affiliati alle varie lobby bancarie, finanziarie, dissanguando la popolazione, senza alcun beneficio per l’erario statale che ha continuato a sprofondare nella passività più accentuata!), calcolata in base alla popolazione, uguale per ogni cittadino residente nel regno unito. Infine, la thatcher, in economia, ridusse all’osso, senza pensare a quanti suoi concittadini avrebbe fatto finire sul lastrico della povertà, l’intervento statale, privatizzando l’industria mineraria, la compagnia aerea di bandiera, i colossi energetici del gas, delle telecomunicazioni, della produzione dell’acciaio, vincendo le fortissime resistenze dei sindacati, le “Trade Unions,” che protestarono, vivacemente, con scioperi ad oltranza contro le razionalizzazioni, che significavano licenziamenti, riduzione di manodopera da parte dei privati,  violentemente, dalla polizia thatcheriana repressi e sbaragliati. A cosa sarebbero serviti tanti sacrifici, dalla Thatcher imposti alle classi popolari inglesi ? Per essere pronti, cogliendo  qualsiasi pretesto, a mostrare, imperialisticamente, i muscoli della potenza militare inglese, sotto l’egida thatcheriana (nell’italietta non si riesce a trovare qualche miliardo di euro per pagare nei prossimi mesi la cassa integrazione in deroga a tanti che hanno perso il posto di lavoro, mentre, per motivazioni di prestigio internazionale, si fanno stratosferiche spese militari inutili e si sciupano, altrettanto inutilmente, per farsi belli nei confronti di obama, l’attuale rais degli “states”, risorse immense per essere con lauti nostri contingenti militari in scenari di guerra immaginati e realizzati dagli “states”). E il pretesto fu dato alla thatcher dalla giunta militare argentina che rivendicò la proprietà delle isole Falkdand. La”femmina di ferro” inviò nelle acque di quelle isole una “task force” navale e se le riprese, eziandio, con l’aiuto di Pinochet, il crudele despota cileno, che offrì le basi del cile per il rifornimento di carburante degli aerei inglesi. Di tanto la thatcer si ricorderà, opponendosi all’arresto del dittatore, inseguito fin nel suolo inglese, da un mandato di cattura internazionale per i crimini commessi in cile all’epoca della dittatura militare. Determinante per la vittoria inglese nelle Falkdand fu il controverso affondamento, con mille uomini periti nel naufragio, dell’incrociatore argentino “generale belgrano”, avvenuto, per ordine della thatcher, quando si trovava fuori dal limite della zona di guerra. Contestando i suoi agguerriti critici, la thatcher, cinicamente, affermò: ”Chi si trova in guerra non si può far distrarre da complicazioni diplomatiche, serve superarle con ferrea volontà”. “Ci vorrebbe un’altra thatcher”, é il titolo di un libercolo del corrispondente storico della rai da londra, antonio capranica; NOI, invece, quanto vorremmo che, sì fatti, scrittorucoli, fossero costretti a ridare le loro braccia all’agricoltura! Figlia di droghiere la Thatcher, e quanti figli di droghieri, se non di peggio, domenica, 7 aprile 2013, erano in piazza prefettura a bari ad applaudire il berlusca che, “more ducis predappiani”, con domande retoriche alle quali essi rispondevano, come lui voleva, desiderava, pretendeva che rispondessero, dava ad essi l’illusione di essere importanti in quanto a loro veniva chiesto di partecipare, di dare il crisma del consenso, della condivisione alle strategie, diciamo, politiche del pdl ? Era tanto chiassosa, ostentata la simpatia della folla di servi per il padre padrone del partito-azienda di una destra volgare, quanto quella mussoliniana, che sembrava una di quelle miserabili sceneggiate a cui sono costretti i poveri nordcoreani quando devono ossequiare, omaggiare kim jong il, loro giovane despota, che, se si vedesse o avesse, semplicemente, l’impressione di un loro calo d’interesse nei suoi riguardi, sarebbe capace di prenderli a cannonate. Disoccupati, cassaintegrati, pensionati, frequentatori abituali delle mense della “caritas” a spellarsi le mani per applaudire un guitto della peggiore pratica politica, quella fatta, esclusivamente, per salvaguardare egoistici interessi personali, responsabile di aver ridotto l’italietta al collasso economico, culturale, umano e meschine maschere, dal boss elevate agli scranni del parlamento italiettino, per avere “peones” che votassero, continuino a votare leggi “pro eius personae”, che non avevano alcun ritegno nel mostrare la loro miseria morale nell’essere i “lacchè” che accompagnavano, servivano, agevolavano la, maledetta per l’italietta, rinascita politica del loro signore, diciamo. Se, poi, vogliamo aggiungere alla piazzata pdiellina il lenzuolo con la dicitura “leccapiedi”: ”Bentornato a Bari, Silvio”,  che emiliano, sindaco di bari, ha fatto sventolare dalle finestre del palazzo di città, coinvolgendo nel suo “leccapiedismo” tutta la città che, certamente, non tutta avrebbe voluto salutare un uomo, diciamo, che per mania di potere si è, sempre, alleato con un movimento, senza fallo, antimeridionalista, permettendo che si distraessero risorse finanziarie destinate alle popolazioni del Sud, per pagare, ad esempio, le multe che gli allevatori disonesti del nord leghista avrebbero dovuto pagare alla “ue”, per aver debordato dalle quote latte a loro assegnate, la “cover” di un’adunata fascista del ventennio del secolo trascorso potrebbe dirsi eseguita con la puntuale lettura dello spartito mussoliniano. A margine di questo nostro Scritto vorremmo Partecipare ai nostri 25 Lettori la nostra immensa Gioia nell’Apprendere che i simpatizzanti grillini, attraverso la rete, hanno Indicato Milena Gabanelli, come loro Candidata alla Presidenza della Repubblica. Siamo sicuri che le altre rappresentanze politiche, presenti nei due rami del parlamento italiettino, non La voteranno (si dice che è in “pole” la vecchia carambana di amato), ma è altrettanto sicuro che agli italiettini sarà impedito il piacere di vedere il Coraggio della Verità, senza compromessi, l’Infedeltà nei confronti delle lobby del malaffare, Incarnati nella Gabanelli, Ascendere, finalmente, il Colle più alto di roma. Dopo la Gioia per la Gabanelli, il Dolore, altrettanto immenso, per l’attentato terroristico a Boston. Non si sa, ancora, quale sia la matrice di questa nuova tragedia che si è abbattuta, vigliaccamente, su cittadini inermi, con tre morti, 174 feriti, di cui una ventina gravissimi (vogliamo sperare che non sia una riedizione di “pearl harbor”, o delle “torri gemelle”, misfatti, per la prima dimostrati, per le seconde probabili, da parte della “governance” degli “states” che, quanto meno, fece finta di non sapere ciò che si stava tramando ai danni di tanti  innocenti). Vogliamo, per dare l’idea del fatto cruento gravissimo, che si è consumato vicino al traguardo della maratona di Boston, Parlare della Famiglia di un Maratoneta flagellata dall’esplosione: un Bambino di otto anni morto, la Sorellina con le gambe dilaniate e la Madre gravissima in ospedale. Primo Levi, Ricordando i campi di sterminio nazisti, Proclamava: ”Se questo è un uomo”, NOI, al contrario, Diciamo: ”No! l’uomo è, sempre, stato questo, non altro e non abbiamo indicatori plausibili che in futuro possa essere l’uomo diverso da ciò che nella Storia, da lui riempita di sangue, è stato, senza soluzione di continuità”.

Pietro Aretino, già Detto Avena Gaetano

pietroaretino68@email.it       

 


Pubblicato il 18 Aprile 2013

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