Cronaca

Gli agenti penitenziari: “Serve il posto fisso per i detenuti in aeroporto”

Ogni tanto il Consiglio Regionale della Puglia vota in ordine sparso ordini del giorno con cui si impegna a mettere in campo iniziative che interessano il sistema penitenziario pugliese. Sistema che, come si denuncia oramai da anni, soffre d’un drammatico sovraffollamento di detenuti, tra i più alti della nazione (3500 presenze a fronte di 2400 posti disponibili), cui si contrappone la carenza di poliziotti penitenziari di almeno 500 unità. Iniziative e impegni che nulla possono di fronte alla politica penitenziaria nazionale, soprattutto in materia sfollamento o interventi normativi che sono di competenza del governo nazionale. <>, conferma Federico Pilagatti, segretario Sappe, sindacato autonomo degli agenti penitenziari. Dunque, la Regione Puglia ha competenza sui penitenziari pugliesi per alcune questioni, tra cui la sanità ed  i trasporti, tanto che, grazie all’interessamento del Movimento 5Stelle, nei mesi scorsi il discorso fu ripreso in commissione regionale, proprio al fine di prevedere l’apertura di un posto fisso presso l’aeroporto di Bari, considerato il flusso di traduzioni aeree con i detenuti che vengono poi smistati nelle carceri della Puglia e della Basilicata. Da anni sia l’amministrazione penitenziaria che la prefettura di Bari per motivi di sicurezza ha chiesto ai Dirigenti di aeroporti di Bari un piccolo spazio attrezzato per custodire i detenuti in arrivo o in partenza, che negli anni sono aumentati a dismisura. Che la richiesta sia importante, continua Pilagatti, lo si rileva da un intervento  del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che negli anni scorsi, invitò i dirigenti di aeroporti di puglia  a trovare lo spazio richiesto. Nonostante ciò, i dirigenti hanno sempre negato tale spazio con motivazioni pretestuose, tipo che sul territorio nazionale non si prevedono posti fissi per la polizia penitenziaria, essendo quasi inesistenti, mentre invece ce ne sono a Lametia, Napoli, Bologna, Roma e Milano: Linate, Malpensa, Palermo, Catania, Venezia, Treviso, più altri autorizzati ma non operanti. <>, incalza il segretario Sappe. Infatti da allora sono esplosi i ricoveri e le visite specialistiche presso le strutture ospedaliere da parte di  centinaia di detenuti anche pericolosissimi, che  giornalmente escono dalle carceri per patologie  che potrebbero essere ben curate in carcere. In questo caso è stato chiesto più volte al Presidente della commissione sanità di ascoltare i rappresentanti degli agenti penitenziari, per comprendere  la criticità sanitaria e per proporre dei rimedi, ma inutilmente. Il consigliere Romano ha sempre promesso una convocazione che non è mai arrivata, nonostante la delicatezza e la complessità della problematica. Eppure se la Regione lo volesse, qualcosa si potrebbe fare da subito,  poiché  a Lecce   è  stato firmato un protocollo tra la Dirigente Generale Melli e il Dirigente del Carcere Russo  che viene incontro alle esigenze di coniugare una migliore assistenza sanitaria ai detenuti,  con i problemi di sicurezza a causa dell’uscita dei detenuti dal carcere per essere accompagnati presso le strutture ospedaliere.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 24 Giugno 2017

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