Cronaca

Graduatorie docenti negli Istituti baresi, ancora dubbi sulla regolarità delle assegnazioni

La vicenda, cominciata nell’anno scolastico 2012/2013, in cui sono stati impiegati dei docenti non qualificati per l’insegnamento nelle classi di concorso C/460, C/470 e C/480, presso gli Istituti “Majorana” di Bari e “Cosmai” di Bisceglie, ha segnato una nuova tappa presso le sedi giudiziarie competenti.

La questione verte sulla pubblicazione di graduatorie per l’insegnamento risultate inesatte, al punto da indurre le Amministrazioni ad annullarle in regime di autotutela. In effetti, i Dirigenti dei due Istituti Scolastici, nel luglio scorso, hanno disposto con decreto l’annullamento delle predette graduatorie, proprio perché, pare che alcuni dei docenti ammessi all’insegnamento fossero privi dei requisiti di legge previsti per tale incarico.

A dare il via alla querelle sono stati due docenti baresi inseriti nelle graduatorie d’istituto per le suddette classi di concorso: Massimiliano Valente e Donato Sapone, i quali all’inizio dell’anno scolastico 2012/2013, hanno fatto richiesta di accesso agli atti rivolgendosi direttamente all’Istituto “Majorana” di Bari per verificare i titoli di sette dei loro colleghi docenti, inseriti nelle graduatorie delle classi di concorso C460-C470-C480-C490.

Nella lunga lotta burocratica, i due docenti, sono stati affiancati dalla consulenza sindacale del dottor Pino D’Ambrosio, responsabile Regionale del Sindacato USB Scuola Puglia e dai legali Francesco Mongelli e Teresa Giacomobello. Questi, dopo aver presentato istanza di accesso agli atti, sostengono di aver ricevuto parere negativo in merito alla richiesta, da parte dell’Amministrazione, ben dopo vari mesi, senza che tale infondato rifiuto fosse motivato. Pare che solo dopo molte sollecitazioni e diffide, l’istituto “Majorana” abbia comunicato loro la possibilità di dar seguito all’accesso.

Visionata la documentazione, i due docenti si accorgevano di alcune irregolarità e della presenza di dichiarazioni non corrispondenti al vero sottoscritte da altri loro colleghi partecipanti al bando, e, successivamente, inseriti in graduatoria. In particolare, alcuni di questi avrebbero dichiarato di non possedere nessuna attività provvista di partita iva, mentre una delle condizioni fondamentali di accesso agli atti era proprio quella di non avere altra occupazione, proprio per l’incompatibilità rispetto alla legge vigente.

Tali contraddizioni ed anomalie facevano sorgere seri dubbi sulla regolarità e legittimità della graduatoria stessa. A questo punto, proprio per chiarire tali perplessità, veniva richiesto all’Amministrazione scolastica se fosse stata effettuata la verifica degli atti e delle dichiarazioni dei docenti nominati in qualità di supplenti, senza che tale risposta ottenesse valido riscontro.

In seguito, lo stesso Ufficio Scolastico Regionale ha dato il via ad una indagine ispettiva per il controllo delle graduatorie di insegnamento, senza che però tale indagine sia riuscita a fornire risposte, o sia stata di monito e revisione alle tante illegittimità riscontrate.

A questo punto, i docenti, ancora in attesa di poter insegnare, non solo hanno presentato formale querela presso la Procura della Repubblica di Bari, nei confronti dei loro colleghi che hanno preso parte alle graduatorie fornendo dichiarazioni mendaci, ma hanno anche presentato formale reclamo presso la sede del TAR di Bari, chiedendo l’annullamento anche della nuova graduatoria, quella relativa all’anno 2013/2014, riferita alle stesse classi di concorso.

In attesa delle risposte della magistratura, i due docenti ancora si domandano come mai non si sappia ancora nulla dalle indagini interne predisposte dalle varie Amministrazioni coinvolte, e come mai nessuna risposta ufficiale, o alcun tipo di comunicazione formale sia ancora stata fornita ai docenti in merito a tutta la vicenda. Gli stessi docenti ora attendono anche una risposta del Capo Dipartimento Istruzione del MIUR al quale si sono rivolti qualche giorno fa per conoscere quali provvedimenti intende assumere per il ripristino della legalità nelle scuole pugliesi.

 

Anna Deninno


Pubblicato il 13 Marzo 2014

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