Cultura e Spettacoli

I fedeli rimasero in chiesa, ‘ché fuori…

Per tradizione in Puglia l’avvistamento di un animale sgradevole lascia il segno più che altrove. E’ un retaggio dei giorni, neanche poi tanto lontani, in cui da noi imperava il mito della taranta. La vista di ragni, scorpioni, gechi, pipistrelli e bisce aveva un potere devastante sulla gente di campagna, che ingigantiva, enfatizzava questi incontri restandone profondamente turbata. Di qui la ‘fascinazione’ che poteva prescindere sia dal morso che dagli aracnidi. Ciò ha sedimentato un clima di grande vulnerabilità verso l’animale avvertito come nocivo, specie se ‘altro’ rispetto all’ambiente in cui viene avvistato. In verità questa ‘debolezza’ non è solo pugliese. L’agitazione prodotta dall’avvistamento di animali pericolosi ed estranei al nostro habitat è fenomeno diffuso in tutta l’Italia. Sicché non esiste regione del Belpaese dove periodicamente non si senta parlare in toni allarmati di grandi felini a spasso per i  boschi o di pitoni che serpeggiano nelle zone umide. Come nel caso di ufo, chupacabra o yeti, ogni ricerca successiva si rivela improduttiva, sicché resta l’inconsistenza di testimonianze acquose e inaffidabili (anche perché, al di là di abbagli, in conto vanno messe le burle dei soliti buontemponi), a tutto vantaggio di scettici e ‘negazionisti’.  L’ultimo clamoroso caso riguarda proprio la Puglia e risale al 2004. Da tempo nelle campagne di Noci si lamentava una moria di vitelli, puledri e maiali che recavano segni di attacco da parte di un canide : Un lupo, un grosso randagio ? Stando ai testimoni, si trattava di una iena… Si racconta che il giorno di Pasqua turisti e fedeli rimasero rintanati per ore all’interno dell’abbazia della Madonna della Scala essendosi sparsa la voce che nei paraggi della chiesa si aggirava la belva. Anche in questo caso le battute di squadre di uomini della Forestale, di Ranger venuti dallo zoosafari di Fasano e di carabinieri non diedero alcun esito. Ugualmente la psicosi della iena tenne in allerta i villeggianti e i contadini in Valle d’Itria per almeno una settimana. Alla fine dell’estate tutto si ridimensionò : Nessuna iena. Responsabile di quella moria di animali da cortile doveva essere stato un cagnaccio inselvatichito e reso furioso dalla rabbia. In effetti in condizioni di luce incerta un cane di media taglia e dalla livrea striata può essere facilmente scambiato per una iena. Nell’equivoco di Noci un grosso contributo è stato fornito dalla psicosi collettiva e dall’inclinazione dell’uomo della strada verso l’incredibile e l’orrido. Tecnicamente,  tuttavia, si può spiegare la presenza in Puglia di una iena al di fuori di uno zoo. Esistono gli stravaganti, gli amanti degli animali proibiti, gente disposta a spendere fortune per accaparrarsi clandestinamente tigri e coccodrilli (mentre più economico è procurarsi una iena, che alla frontiera è facile far passare per un cucciolo di cane). Poi, quando gestire questi animali si fa problematico, è uso farne dono allo zoo più vicino (in passato quanti leoni e cobra sono stati lasciati nel non più attivo zoo di Oria). E’ perciò una leggenda metropolitana quella che vuole anaconde e puma abbandonati in aperta campagna da proprietari irresponsabili. Così fosse, in tanti anni di presunti avvistamenti, qualche bestiaccia sarebbe caduta in trappola o almeno sarebbe stata fotografata. Al contrario non è mai stata rinvenuta neanche una carcassa.

Italo Interesse

 

 

 

 


Pubblicato il 21 Febbraio 2019

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio