I portuali protestano, chiedendo l’adeguamento del contratto fermo al 2009
Fumata nera per la società Porti Levante Security e le rappresentanze sindacali dell’Unione Generale del Lavoro che ormai da mesi sono scesi sul sentiero di guerra e che avrebbero dovuto firmare un’intesa diretta a regolarizzare la posizione contrattuale dei dipendenti. I quali, un’ottantatina in tutto, dall’anno scorso percepiscono una retribuzione pari ai parametri indicati dal Contratto Collettivo Nazionale Lavoro. Parliamo di contratti fermi ai parametri fissati nel lontano 2009, per i dipendenti della società portuale barese. E’, insomma, entrata da tempo nel vivo la vertenza dei portuali baresi, ma senza riscontri di sorta nonostante l’acuirsi della vertenza: si sono svolti nelle sedi dell’Autorità Portuale, infatti, almeno una dozzina di incontri tra i dirigenti e le maestranze dei lavoratori, l’ultimo, tenutosi il mese scorso, doveva concludersi con un accordo su alcuni punti riguardanti l’adeguamento dello stipendio, il livello di inquadramento, e il passaggio della qualifica dei dipendenti da guardiani addetti agli accessi, a guardie giurate disarmate, operanti sempre all’interno della zona portuale. Purtroppo però, l’accordo è saltato dopo che la società ha negato le richieste avanzate dal sindacato, riassunte con l’adeguamento del livello di inquadramento pari al quarto, indicato dal CCNL, e la corresponsione della differenza retributiva pari a 24 mesi di lavoro, computata in 2000 euro circa. La proposta presentata dall’Autorità al sindacato (che attualmente detiene la maggioranza di lavoratori iscritti), individuava nel quinto livello, il punto di partenza per l’inquadramento dei dipendenti, e in meno di mille euro la differenza retributiva da poter erogare al singolo dipendente entro la fine dell’anno. Saltato, quindi, il tavolo delle trattative tra UGL e Porti Levante, una ipotesi di accordo è stata sottoscritta dagli altri sindacati presenti in azienda: CGL, CISL e UIL, i quali contano in totale una quindicina di iscritti, compresi i dieci dipendenti in servizio presso il Porto di Monopoli. In seguito a questa sottoscrizione, i lavoratori iscritti al sindacato UGL, e alcuni dei quali non risultano iscritti presso nessun sindacato, dopo l’estate scorsa hanno firmato una richiesta in cui dichiarano di non accettare le decisioni prese da CGL, CISL e UIL, e chiedono che vengano riaperte le possibilità di dialogo. Per i lavoratori che hanno sottoscritto questa richiesta si tratta di un accordo poco chiaro, firmato solo da tre dei quattro sindacati presenti in azienda, e proprio da quelle rappresentanze sindacali che tutelano gli interessi di una percentuale di lavoratori davvero minima (non meno tutelabile, ma minima), pari addirittura solo al 10%. In un precedente accordo, sottoscritto dai sindacati CGL, CISL e UIL e dai dirigenti della società, il 6 marzo 2009, la Porti Levante, si impegnava a corrispondere ai dipendenti la differenza retributiva tra paga reale e gabellare: questo accordo, pur sottoscritto, non è mai arrivato a compimento. Chiaro che questa ipotesi di accordo risulta valida a tutti gli effetti, ma non è stata mai applicata, almeno finquando non ci sarà convergenza tra rappresentanti sindacali, parti sociali e diretti interessati. E allora, quale futuro attende questi dipendenti ancora fermi ad una qualifica di sesto livello, quando invece attendono da mesi di ottenere l’inquadramento di quarto livello che invece gli spetterebbe? Tutte domande, purtroppo, ancora senza risposte nonostante l’inasprirsi di una vertenza al momento ancora senza sbocchi…
Antonio De Luigi
Pubblicato il 8 Maggio 2014