Cultura e Spettacoli

Il cammino delle donne per l’emancipazione

Si è svolta ieri a Bari, presso L’Archivio di Stato, la conferenza dal titolo “Il cammino delle donne per l’emancipazione”. Anche quest’anno il MIBACT, ossia il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, ha voluto dare risalto alla giornata dell’8 marzo, la cui festa acquista sempre più importanza sociale in un periodo in cui, purtroppo, non è raro che la cronaca nera si occupi di episodi aventi le donne come vittime. La giornata di studio è stata presentata dalla Dottoressa Antonella POMPILIO, Direttrice dell’Archivio di Stato stesso. L’incontro è stato caratterizzato da più interventi, tutti incentrati sulla figura femminile nel periodo compreso tra fine Ottocento e secondo dopoguerra. Il primo intervento, della Dott.ssa M. T. Ingrosso, ha posto l’accento sul ruolo delle donne negli anni della Prima Guerra mondiale. Sempre nell’ottica privilegiata di voler “far parlare i documenti”, è stata letta ai partecipanti una relazione presentata al Prefetto della provincia di Bari dal presidente del Comitato di assistenza civile per la Guerra della città di Bari, del 20 febbraio 1917. Il secondo intervento ed il terzo, invece, si sono rifatti ad un seminario di studi ed al catalogo di una mostra del 2014 intitolata “Donne in trincea”, dove la trincea è stata intesa nel senso lato dell’espressione, ossia riferendosi alla condizione, non sempre pacifica, delle donne nel contesto della famiglia e della società. In particolare la seconda relazione, della Dr.ssa C. Manchisi, partendo dalle istanze delle donne al tempo della Rivoluzione Francese, in particolare a quelle relative al diritto di parità di trattamento fra uomini e donne ed al diritto di voto, attraverso l’immagine della donna così come si è venuta a delineare nell’Ottocento (“angelo del focolare”, in quanto era destinata solo ad occuparsi della casa e della famiglia), pone in evidenza la funzionalità essenziale delle donne durante la Prima Guerra mondiale, quando gli uomini erano tutti impegnati al fronte. Importante poi è il ruolo delle associazioni femminili come l’UDI, nata nel 1945, che soprattutto in Puglia si occupò in particolare della condizione delle donne contadine, delle “tabacchine”, delle raccoglitrici di olive, non tralasciando temi come il divorzio, l’aborto, la violenza esercitata dagli uomini sulle donne, la partecipazione alla vita politica. Infine, il terzo intervento, della Dr.ssa R. Capozzi, del CNR, più in particolare è entrato nel merito delle dure condizioni delle “tabacchine”, ossia le lavoratrici del tabacco salentine, specialmente quelle di Terra d’Arneo e di Tricase, delle loro rivendicazioni e delle sostenitrici di queste donne, Adele Bei, partigiana, sindacalista, senatrice, e Cristina Conchiglia, sindacalista e parlamentare, nomi forse del tutto sconosciuti ai più, ma donne politicamente impegnate in particolare nella lotta per il riconoscimento dei diritti delle operaie del tabacco.

Piero Ferrarese


Pubblicato il 9 Marzo 2016

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