Cultura e Spettacoli

La Grotta della Iena, la grande sconosciuta

Al termine di un lavoro imponente quanto prezioso, la Federazione Speleologica Pugliese ha compilato il catasto delle grotte di casa nostra. E’ emerso che il sottosuolo pugliese è una groviera composta da ben 2490 cavità (numero suscettibile di aumentare qualora venissero stanziati fondi adeguati).  Più di duemila grotte non è cosa da poco, eppure in Puglia non si parla che di quelle di Castellana. La grandiosità di quel complesso è tale da oscurare l’interesse anche notevole che presentano altre centinaia di cavità. E’ questo il caso della Grotta della Iena, che si apre nell’entroterra monopolitano. L’insolito nome è dovuto al fatto che al suo interno sono stati rinvenuti resti di molti animali tra cui la iena. La presenza in caverna della iena, animale che ama il caldo, le steppe e i luoghi aperti, non è l’unica anomalia considerate le caratteristiche dell’odierno habitat pugliese, poiché reperti inequivocabili testimoniano che la stessa grotta ospitò anche stambecchi e capre selvatiche, creature notoriamente tipiche delle zone nevose e impervie. E’ improbabile che iene e stambecchi abbiano condiviso quella grotta. A parte il fatto che la prima specie sarebbe stata predatrice della seconda, chi delle due abitò per prima quella cavità? Premesso che le due specie dovettero precedere l’Uomo, tant’è che nella Grotta della Iena sono assenti tracce dei nostri progenitori, si può assegnare a quegli ungolati di montagna un periodo di glaciazione e alle iene un periodo – antecedente o conseguente al primo – di anomalo riscaldamento globale. Entrambi i segmenti temporali diedero vita a migrazioni faunistiche dalle importanti conseguenze. Tanto basta a farci immaginare quante volte il nostro territorio abbia cambiato pelle. Venendo ad oggi, il riscaldamento globale in atto minaccia di mutare sensibilmente il volto della Murgia, delle coste salentine, dell’area garganica. Poca roba, comunque, rispetto agli stravolgimenti climatici che la Terra ha dovuto patire in tempi remotissimi. Con la differenza che allora si trattò di mutamenti destinati a consumarsi nel giro di centinaia di migliaia di anni, mentre la presente catastrofe climatica procede a ritmi vertiginosi (non sono passati nemmeno due secoli dallo ‘scoppio’ della rivoluzione industriale, periodo al quale si può assegnare l’inizio del degrado in atto). E’ difficile che tornino le iene in Puglia. Ma ancora più difficile si presenta evitare che da noi si raggiungano temperature idonee ad accogliere quel canide… E infine una curiosità : La domenica di Pasqua del 1994 fedeli rimasero rintanati per ore all’interno dell’abbazia della Madonna della Scala nel territorio di Noci (dunque a pochi km da Monopoli…) essendosi sparsa la voce che nei dintorni si aggirava nientemeno che una iena! Battute condotte da Guardie Forestali e Rangers dello Zoosafari condussero alla più logica conclusione : nessuna iena, forse solo un povero randagio dalla livrea singolarmente maculata.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 9 Marzo 2016

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