Cronaca

Il capoluogo e la bici, la possibile equazione

La velo-stazione predisposta dalle FAL a poca distanza  dalla Stazione Centrale e appena inaugurata testimonia la rivoluzione in atto a Bari in materia di mobilità urbana. E’ un fatto che sempre più baresi facciano uso della bicicletta. Magari lo fanno di malavoglia, per ripiego,  calpestando il codice della strada, però pedalano. Il risultato non è solo quello di un numero sorprendente di biciclette in circolazione. Comincia a diventare difficile per l’utente a due ruote trovare dove lasciare il proprio mezzo. Dato il numero veramente risibile di rastrelliere disponibili in città, non restano che le transenne, i sostegni della segnaletica e della cartellonistica e quant’altro. Sicché capita spesso che allo stesso palo della luce si vedano incatenate due bici. Latitano le opportunità, perché al crescere del popolo dei ciclisti non corrisponde una adeguata ‘accoglienza’ per i loro mezzi. Non tutti dispongono di una cantinola, non tutti possono caricarsi la due-ruote sulle spalle e arrivare al terzo piano di uno stabile senza ascensore. E ove l’ascensore ci sia, i condomini non gradiscono che una bici, messa in verticale, viaggi in cabina. Allora non resta che lasciarla per strada, per tutta la gioia dei ladri. E quando questi vigliacchi approfittano della vulnerabilità delle bici per saccheggiarle (bastano due chiavi e puoi portare a casa tutte le ruote e i sellini che vuoi), il proprietario, a sfregio verso le Istituzioni, lascia al suo posto il telaio, che in capo a un paio di mesi diventa un rottame ruba-spazio. E poi ci sono i commercianti che non gradiscono una bicicletta incatenata ad una transenna antistante il proprio esercizio. E nel caso dei pochi condomini dove sia in funzione una portineria, ecco il portiere tramutarsi nel più feroce guardiano di un habitat di dieci metri quadrati. E’ evidente che così non si può andare avanti. La velo-stazione FAL, ripetiamo, sembra il primo passo verso un pensiero innovativo in tema di mobilità alternativa. Arriveremo ai bici-silo o a parcheggi al coperto e custoditi di notte come avviene per le autovetture? E’ un po’ difficile, Bari non sarà mai Amsterdam. Va tuttavia segnalato che alcuni garagisti a Bari accolgono biciclette (il costo della custodia si aggira intorno ai venti euro al mese). Alla luce di questa novità si potrebbe considerare l’imposizione dell’obbligo per ogni garage di accogliere un numero di biciclette proporzionato alla metratura del locale… Insomma, volendo si può far sì perché il capoluogo e la bicicletta diano vita ad un’equazione. Viviamo in un città grande ma non troppo, priva di salite importanti ad eccezione di pochissimi ponti e sottovia, una città dove il posto auto non lo trovi nemmeno col grattino. Bari, dunque, può diventare il paradiso del ciclista. Sempre che se ne costruiscano le condizioni (e che si trovi, anche, come imporre la disciplina a un popolo di pedalatori dell’ultim’ora).

Italo Interesse


Pubblicato il 5 Marzo 2016

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