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Il Coronavirus conferma il fallimento dei cinque Municipi baresi

Quelli che nella Città di Bari dovevano essere i presidi dell’istituzione Comune più vicini ai cittadini, e quindi al territorio, sono in realtà i “grandi” assenti. Il riferimento è ai cinque Municipi di decentramento amministrativo del Comune che, nella situazione di estrema emergenza come quella che la comunità barese sta vivendo in questo periodo a causa della pandemia, stanno dimostrando ancor di più di essere un’appendice del tutto inutile della “macchina” amministrativa comunale barese, sia sotto l’aspetto politico che amministrativo. Infatti, non è sfuggito soprattutto alle due popolose comunità periferiche baresi di Palese e Santo Spirito da una parte, e Carbonara-Ceglie e Loseto dall’altra, che da quando è stata dichiarata la situazione di emergenza per il Coronavirus gli Uffici che dovrebbero essere addirittura l’emblema del decentramento comunale barese, ossia quelle dei Municipi, sono state tra le prime a rientrare in un programma di ridimensionamento lavorativo degli addetti, con chiusura parziale e/o totale delle sedi nei 5 giorni lavorativi della settimana. “Ma – si chiede con evidente spirito ironico un residente del V Municipio – non avevano sempre detto che le vecchie Circoscrizioni, riformate nel 2013 e poi chiamate Municipi dal 2014, erano gli Organi che dovevano avvicinare l’istituzione Comune ai cittadini baresi soprattutto nelle ex frazioni?” Macché, nulla di ciò è mai emerso nella realtà barese, né con le vecchie Circoscrizioni, né tantomeno ora con i nuovi Municipi di decentramento amministrativo. Anzi, a detta di molti, con questi ultimi sotto ogni punto di vista la situazione, soprattutto nelle popolose periferie di Palese-Santo Spirito e di Carbonara-Ceglie-Loseto, è addirittura peggiorata rispetto a prima. Ovvero, quando gli Organi decentrati del Comune si chiamavano “Circoscrizioni”. “E – ha evidenziato lo stesso cittadino che si posto il retorico interrogativo – gli esempi che si potrebbero fare sul fallimentare decentramento barese in condizioni ordinarie sono già parecchi. Poi, in condizioni di emergenza, come l’attuale, l’assenza e l’inutilità di tali Organi è ancor più evidente. Tanto che, effettivamente, non sfugge più a nessuno a Palese e Santo Spirito, come verosimilmente anche a Carbonara-Ceglie e Loseto, che i “Municipi” baresi sono come istituzione politica (ndr – e forse non solo quella!) un “aborto” sicuramente politico senza precedenti nella Città di Bari”. E la prova più evidente la si sta avendo in questi giorni emergenziali sia sotto l’aspetto sanitario che economico per i cittadini che, in particolar modo, risiedono nelle ex frazioni di Bari, dove l’assenza e l’inconsistenza degli Organi politici municipali e forse anche di quelle burocratici è più che provata. Infatti, persino quello che, da quando al Comune di Bari, nell’ormai lontano 1981, è stato introdotto il decentramento affidato ad organi eletti direttamente dal popolo (solo Consiglio fino al 1999 e dal 2004 anche il Presidente), avrebbe dovuto essere il servizio principale, ossia il fiore all’occhiello di tali “appendici” politico-amministrative del Comune, vale a dire il servizio di assistenza per le problematiche sociali dei rispettivi territori di competenza, è stato praticamente sconfessato dai fatti proprio nell’incorsa circostanza dell’emergenza economica da Covid-19. Evidentemente anche per questo genere di attività i cinque “Municipi” cittadini si sono rivelati un “bluff”. Infatti, non è un mistero che l’amministrazione Decaro anche per l’attività riguardante l’assistenza ed i sostegni economici e/o alimentari urgenti alle famiglie in condizioni di disagio finanziario ha preferito accentrare tutto in capo all’assessorato al Welfare del Comune, esautorando di fatto la sue “appendici” periferiche sul territorio comunale chiamate “Municipi”. Insomma, chi in gesti girini drammatici da Palese o Santo Spirito, come pure da Carbonara, Ceglie o Loseto, ha la necessità urgente di ottenere kit alimentari o buoni spesa dal Comune, nonostante i noti divieti ad uscire di casa e ad allontanarsi il meno possibile dalle vicinanze del proprio domicilio, deve necessariamente recarsi a Bari perché l’appendice comunale presente su tali territori (il “Municipio” per l’appunto) non solo è stata estromessa dalla erogazione di tali servizi, ma è addirittura chiusa tre giorni su cinque e nei due che è aperta, lo è solo come accesso agli uffici, perché di fatto il personale che dovrebbe essere presente ed utile non c’è. Situazione, questa, che per gli indigenti residenti a Palese e Santo Spirito è ancora più paradossale rispetto a quella di tutti gli altri concittadini baresi parimenti in condizioni di disagio o difficoltà, se si considera che, dovendo necessariamente recarsi a Bari, presso la sede dell’assessorato al Welfare di piazza Chiurlia, risulta i pratica per essi più vicino il bitontino Palazzo Gentile, ossia la sede del Comune di Bitonto, di quanto non sia invece il Palazzo barese di corso Vittorio Emanuele, sede del Comune di appartenenza. Una situazione, quindi, a dir poco grottesca per la comunità del (finto!) Municipio V di decentramento amministrativo di Bari. Una comunità che nel 2009 aveva chiesto a gran voce, con un referendum che aveva dato circa l’80% ai “Sì”, l’Autonomia comunale di tale territorio e che invece non solo – come è noto – non ha ottenuto quanto gli spetterebbe per diritto (articolo 5 della Costituzione repubblicana), ma in questi anni ha addirittura visto peggiorare esponenzialmente i servizi del Comune di Bari su tutto il proprio territorio. Ma nelle ex frazioni baresi, a seguito delle vicende che stanno accadendo in piena emergenza sanitaria ed economica per il Coronavirus (Municipio chiuso con servizi sociali urgenti accentrati a Bari; sanificazione aree pubbliche in forte ritardo rispetto al centro della città, per giunta a macchia di leopardo e inesistente su la stragrande parte dell’area urbana; controlli al rispetto dei divieti di circolazione pressoché inesistenti; etc.), sono ormai in pochi a non essersi resi ancora conto della inutilità dei Municipi di decentramento nella Città di Bari. E, contestualmente, anche della necessità che talune ormai popolose periferia abbiano la loro legittima indipendenza amministrativa, oltre che politica, da Bari. Infatti, solo chi è altamente disinformato o è in evidente “malafede” o, peggio, ha interessi personali e di parte, continua negare l’evidenza ed a non ammettere l’opportunità della negata Autonomia comunale. Fino a quando?

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Aprile 2020

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