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Il finto decentramento comunale va in scena

Tanto ha tuonato a Bari che alla fine la maggioranza di centrosinistra che amministra il Comune di Bari dal giugno del 2004 approverà, con buona pace dell’opposizione di centrodestra, la delibera di una ‘finta riforma’ del decentramento amministrativo cittadino. Infatti, il giorno fatidico potrebbe essere arrivato e, quindi, alla fine della seduta consiliare odierna il sindaco Michele Emiliano potrà forse dire di aver mantenuto l’impegno, tanto propagandato durante la campagna elettorale e dopo, di aver riformato il decentramento comunale. Ma gli addetti ai lavori, sia nelle fila della maggioranza che dell’opposizione, sanno bene che si tratta soltanto di un ennesimo atto di propaganda da dare in pasto all’opinione pubblica barese, in particolar modo agli sprovveduti ed ai creduloni della politica che, come in diverse altre circostanze, si lasciano puntualmente incantare dalle parole con cui il sindaco Emiliano e la sua Amministrazione reclamizzano un’attività che è spesso ininfluente ai veri bisogni della gente, se non a volte addirittura di segno opposto alle aspettative ed alle richieste della cittadinanza. E quello della propagandata riforma del decentramento comunale, così come impostato dall’Amministrazione comunale è sicuramente un altro ‘bluff ’ per i baresi, che probabilmente se ne renderanno conto bene solo tra qualche anno, quando Emiliano non sarà più il Primo cittadino di Bari e molti degli altri protagonisti della ‘farsa’ sulla riforma del decentramento amministrativo che sta per essere approvato saranno verosimilmente fuori dalle vicende politiche cittadine. Una riforma il cui unico risultato sarà di ridurre considerevolmente per le casse comunali i costi politici del decentramento, ma che quasi sicuramente non produrrà alcun apporto migliorativo nei servizi ai cittadini o alla effettiva rapida risoluzione dei problemi della comunità barese, che sarà poi suddivisa in pseudo municipi di quartiere. Quindi, il tanto annunciato ‘nuovo decentramento’ sarà ugualmente ininfluente a cambiare l’odierna situazione di gestione nelle ex frazioni di Carbonara-Ceglie-Loseto e Palese-Santo Spirito, che da tempo ormai vivono il rapporto con Bari come una sorta di colonizzazione dei rispettivi territori, che sono e resteranno anche con il ‘nuovo decentramento’ popolose aree di servizio per il capoluogo. Innanzitutto va rilevato che gli organi di decentramento comunale non sono più un istituto obbligatorio per i Comuni di notevoli dimensioni. Infatti, essi hanno carattere esclusivamente facoltativo per le città con oltre 250mila abitanti. E Bari, quindi, essendo tra queste può suddividere il proprio territorio comunale in distratti decentrati, come potrebbe pure decentrare la gestione comunale del territorio, affidandola in parte agli organi amministrativi periferici. Ma, trattandosi di una città con meno di 350mila abitanti, il Comune di Bari avrebbe potuto anche abolire gli organi politici di decentramento comunale, mantenendo gli uffici periferici per i servizi ai cittadini, e reintrodurre la figura dei delegati del sindaco nei diversi quartieri, quali organo di collegamento tra i vertici dell’Amministrazione comunale e la cittadinanza, come avveniva prima del 1981 e con risultati forse più soddisfacenti di quelli conseguiti successivamente a tale data con l’istituzione obbligatoria delle circoscrizioni. E questo sì che sarebbe stato un taglio drastico e concreto ai costi inutili della politica. Invece, l’amministrazione Emiliano ha deciso di avvalersi della facoltà di mantenere in vita a Bari gli organi di decentramento comunale. Una decisione che riduce solo parzialmente i costi inutili della politica, ma non li elimina del tutto. Costi, che per quanto riguarda le odierne nove circoscrizioni non sono evidentemente più sostenibili. Ed ecco che l’arcano è svelato. Infatti, vediamo un po’ più da vicino l’effettivo contenuto della delibera di riforma del decentramento che il consiglio comunale barese si accinge ad approvare e, leggendo attentamente la proposta, si scopre che il contenuto vero del provvedimento che dovrebbe istituire i cosiddetti ‘Municipi’ che  altro non sono se non delle Circoscrizioni sotto altro nome, che troveranno attuazione  (se mai la troveranno!) con altro provvedimento, previa definizione del relativo nuovo regolamento. Pertanto la proposta andrebbe depurata da tutti gli inutili  riferimenti e promesse che fanno da contorno (o, forse, meglio da “specchietto per le allodole”) ai propagandato ‘municipi’ che nulla hanno a che relazionarsi con la delibera iscritta all’odg dell’odierna seduta di consiglio comunale. Infatti, il punto numero 8 del dispositivo della citata delibera rinvia la costituzione dei ‘municipi’ alla futura approvazione del regolamento, che peraltro sembra riservare tempi più stretti (sic: entro la fine di marzo 2014) per l’Ufficio Elettorale. Tempi che nella narrativa della delibera vengono indicati in non meno di sei mesi antecedenti l’indizione dei comizi elettorali. E, come è noto, poiché le prossime consultazioni amministrative dovrebbero tenersi tra aprile e giugno 2014, difficilmente i cosiddetti ‘municipi’ saranno pronti a partire con le prossime amministrative. Infatti, il successivo punto 9 dello stesso dispositivo sembra confermare il dubbio ( o certezza!) che dei ‘municipi’ fino alla fine di questa consigliatura non se ne farà nulla e, quindi, ai fini pratici tutto rimarrà invariato ai fini delle funzioni assegnate agli organi di decentramento amministrativo. Ossia, il Comune di Bari avrà soltanto di nuovo 5 circoscrizioni anziché 9, forse con un numero notevolmente ridotto di consiglieri, se non ci saranno emendamenti che ne eleveranno nuovamente la composizione dei rispettivi consigli. Cinque ‘nuove circoscrizioni’ che risulteranno, come le precedenti, impedite da funzioni assegnate e non attuate, e con il perpetuarsi di una diaspora tra Uffici centrali e periferici nel tirare una coperta che rimane pur sempre corta! E, dulcis in fundo, nella proposta di deliberazione che la maggioranza si accinge ad approvare non si parla da nessuna parte di revisione dello Statuto comunale, come prevede il vigente Regolamento sul decentramento, che all’art. 63 bis testualmente recita: “Previa modifica dell’art. 65 – comma 3 dello Statuto Comunale, saranno attribuiti ai Municipi gli organi e le funzioni previste dal Testo unico sugli enti locali (Tuel) per i Comuni aventi pari popolazione.”  In definitiva, il consiglio comunale nella seduta odierna dovrebbe decidere soltanto una riduzione del numero delle circoscrizioni amministrative comunali. Una vera e propria presa in giro per i cittadini baresi, che ancora una volta si sentiranno verosimilmente ripetere dal sindaco o da altri esponenti della maggioranza: “Anche sul decentramento abbiamo onorato gli impegni!”. Un raggiro a cui i baresi ormai si sono pure forse abituati e, quindi, non si sorprendono nemmeno. Ed allora è probabilmente giunto il momento che l’aula “Dalfino” proceda pure con il varo del ‘finto decentramento amministrativo’ fatto all’insegna della nuova politica del sindaco Emiliano che al suo esordio in politica ha promesso alla città di cambiare tutto, per poi gattopardescamente  non cambiare proprio nulla. Se non in peggio, come è accaduto finora molto spesso, in altre circostanze soprattutto nelle ex frazioni che ora vogliono staccarsi da Bari.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 5 Novembre 2013

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