Cronaca

Il “lettiano” Boccia tifa per Emiliano segretario nazionale del Pd

Il deputato biscegliese Francesco Boccia del Pd, che fece il suo debutto sulla scena locale nel 2004, da assessore esterno al Bilancio al Comune di Bari, nella prima giunta guidata dall’allora neo sindaco Michele Emiliano, ora figura tra i più convinti sostenitori della scalata del governatore pugliese alla segreteria del partito. Boccia, infatti, parlando a Bari con alcuni giornalisti, ha affermato: “Senza congresso la scissione la fa Renzi, perché senza congresso non esiste più il Pd. E’ inevitabile”, spiegando pure che “non esistono primarie disgiunte dal Congresso”. “Chi vende le primarie come una ‘gazebata’ – ha sottolineato Boccia – non vuol fare il congresso e vuole trovare una scorciatoia per evitare un confronto interno”, ribadendo che “le primarie si fanno con il congresso: se decide di non farle è evidente che Renzi si sta autodichiarando scissionista”. Il presidente della commissione Bilancio della Camera ha poi dichiarato di augurarsi che “tutto questo non accada” perché comunque continua a voler bene all’attuale segretario nazionale del Pd. E per questo gli chiede “semplicemente di essere generoso” con tutta la comunità dei Dem e, quindi, “di aprire il congresso”. Invece, per Boccia, un problema serio per il suo partito è costituito da presidente del Pd, Matteo Orfini, che “é diventato un fan del segretario”. Però, rileva il deputato biscegliese che da sempre nel Pd è legato all’ex premier Enrico Letta, disarcionato agli inizi del 2014 da Palazzo Chigi proprio da Renzi, “il presidente del partito non può fare il fan, deve fare il presidente di tutti”. E, proseguendo, ha aggiunto: “Dario Franceschini, che tutto si può dire 
tranne che non sia un pezzo della nostra storia politica, ha aperto al premio di coalizione che ci consentirebbe di ricostruire il centrosinistra, e mi pare non sia stato accolto con un tappeto rosso da Renzi e i suoi fan”. Per cui Boccia ha ribadito che “prima facciamo il congresso e prima parliamo di politica, altrimenti rischiamo di parlare di persone”. Il presidente della commissione Bilancio della Camera ha pure dichiarato di aver votato alle primarie per la segreteria del Pd nel 2013 per Renzi, precisando: “abbiamo provato, ha avuto una delega in bianco e si è giocato le sue chance. Fossi in lui  sosterrei un’altra idea di Pd che sta a sinistra”. Quindi, Boccia ha sostenuto: “Facciamo il Congresso mentre Gentiloni mette un po’di toppe sulla scuola, sugli enti locali e sul fisco. E andiamo a votare a scadenza naturale. Vorrei semplicemente fare il congresso del Pd, magari con un altro candidato. L’unica certezza è che non rivoterò Renzi”. A proposito invece del governatore pugliese Emiliano, il parlamentare Pd della Bat ha dichiarato: “è un patrimonio della sinistra italiana”, e che lo sosterrà “se dovesse candidarsi” per succedere a Renzi alla guida del partito. Emiliano – ha precisato Boccia – è “uno di quelli in grado di compattare la sinistra: quando ci sarà un congresso deciderà e spero possa decidere di sì”. E lui è tra quelli che “si augura che la decisione possa essere affermativa perché c’è bisogno di personalità come Emiliano”.  “Ma – ha proseguito Boccia – ce ne sono anche altre: ci sarà Rossi, ci saranno altri candidati”. “Se vince Renzi – ha inoltre sottolineato l’esponente Pd si Montecitorio – sarà rilegittimato dal congresso, però avrà un mondo intorno a sé che semplicemente deve rispettare e ascoltare. Magari la prossima volta va meglio il governo del Paese”. Però, la speranza dell’ex assessore di Emiliano è che a vincere sia l’idea (ndr – politica) che sta portando avanti con il governatore pugliese e tanti altri, ossia quella di un Pd “largo, ampio e di sinistra”. Ed alla domanda su quanto possa essere realistica l’ipotesi di Emiliano (governatore della Puglia e possibile sfidante di Renzi alla guida del Pd) presidente del Consiglio, Boccia ha concluso: “Non lo so, é presto per dirlo. Nel senso che ora dobbiamo semplicemente provare a fare aprire il Pd, a fare un congresso. Poi i congressi bisogna vincerli”. In definitiva, il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio di certo fa il tifo per Emiliano segretario nazionale del Pd al posto di Renzi. Se poi possa essere il governatore pugliese a prendere anche il posto di Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi è una questione da vedere dopo il congresso, dimenticando però che per poter ambire alla guida del Governo non serve solo vincere il congresso del Pd, ma anche le prossime elezioni politiche. E questo, al momento, sembra sicuramente ancor più problematico, per il Pd, della celebrazione del congresso che l’ex premier Renzi tergiversa ad anticipare. 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 4 Febbraio 2017

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio