Cronaca

In quale partito andranno ora i fratelli Pisicchio?

Dove vanno politicamente i fratelli Pisicchio, dopo l’uscita da ‘Centro democratico’ di Bruno Tabacci? A chiederselo non sono soltanto alcuni addetti ai lavori della politica locale e nazionale, ma anche alcuni loro amici ed elettori baresi, che li hanno sempre seguiti nelle peripezie politiche e nei diversi cambi di casacche effettuati nell’arco dell’ultimo quindicennio. Infatti, da quando non esiste più la vecchia Dc, vale a dire dal 1993, la famiglia Pisicchio, pur essendo riuscita a sopravvivere politicamente nella cosiddetta seconda Repubblica, non riesce però a trovare pace nello scenario politico. Come si ricorderà, nel 1994 Pino Pisicchio, da deputato uscente della Dc al suo secondo mandato alla Camera (la prima volta era stato eletto nel 1987 e poi riconfermato nel 1992), uscì di scena, non essendo stato rieletto a Montecitorio con il nuovo sistema elettorale maggioritario del “Mattarellum”. Allora, infatti, Pino Piscicchio si presentò, come tanti altri parlamentari uscenti della Dc, con il Partito Popolare di Rocco Buttiglione che conservava nel logo lo scudo crociato della vecchia Dc, ma nel collegio camerale uninominale di Bari Japigia-Mola di Bari non riuscì ad ottenere la maggioranza necessaria per l’elezione. Il ritorno sulla scena politica barese della famiglia Pisicchio si ebbe alle elezioni europee del 1999, quando Pino riuscì a farsi eleggere con le preferenze al Parlamento di Strasburgo nella lista di ‘Rinnovamento italiano’ di Lamberto Dini, mentre il fratello Alfonso contestualmente fu eletto consigliere alla Provincia di Bari sempre con la lista Dini. L’anno successivo, alle regionali, con la stessa sigla Alfonso riuscì pure a farsi eleggere nell’Aula di via Capruzzi. Nel 2001, poi, si ebbe il rientro di Pino a Montecitorio grazie ad una candidatura in posizione di eleggibilità nel listino camerale bloccato della quota proporzionale, sempre sotto la sigla di Ri. Tra il 2001 ed il 2006 la lista Ri dell’ex governatore della Banca d’Italia scomparve progressivamente dalla scena politica nazionale, ma la famiglia Pisicchio aveva già preso le contromisure, tanto che alle regionali del 2005 Alfonso si candidò con l’Udeur di Clamente Mastella, al cui gruppo alla Camera, già in precedenza, aveva aderito il fratello Pino. Però, la lista del ‘Campanile’ di Mastella, logo dell’Udeur, non portò molta fortuna ai Pisicchio, poiché Alfonso non fu riconfermato alla Regione, essendo stato scavalcato in voti di preferenza dal barese Nicola Canonico, e Pino nel 2006 da deputato uscente, con il nuovo sistema elettorale del ‘Porcellum’, rischiava di fare da secondo nella lista pugliese di Mastella alla Camera, dietro al debuttante Rocco Pignataro, cognato dell’allora presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella. Infatti, il leader della famiglia Pisicchio per le politiche del 2006 scelse di candidarsi, sempre alla Camera, al secondo posto, dietro Antonio Dipietro, della lista pugliese dell’Idv. Posizione che gli consentì il ritorno in Parlamento, poiché l’ex pm di ‘Mani pulite’ optò per l’elezione nella sua regione, il Molise, liberando il posto al primo dei non eletti, Pino Pisicchio per l’appunto. Proseguendo nell’excursus politico familiare dei Pisicchio ritroviamo Pino nel 2008, alle politiche anticipate, nuovamente candidato alla Camera con l’Idv, però questa volta al terzo posto della lista, dopo Dipietro e Pierfelice Zazzera, segretario pugliese del partito. Ma anche quella terza posizione fu utile a Pino per la rielezione, poiché nel 2008 in Puglia all’Idv scattarono due seggi e Dipietro anche in quell’occasione preferì il seggio scattatogli in Molise, facendo ancora una volta, quindi, spazio a Pino per uno scranno a Montecitorio. Pertanto, per la cronaca, è da rilevare che le politiche del 2008 sono state le uniche elezioni in cui il capo fila della famiglia Pisicchio, nell’era del maggioritario, si è presentato candidato nella stessa lista della volta precedente. Infatti, subito dopo le amministrative baresi del 2009, la famiglia Pisicchio, dopo l’elezione di Alfonso al Comune ed il suo ingresso in giunta come vice di Michele Emiliano, abbandona l’Idv e si pone in autonomia, posizionandosi in attesa di nuovo approdo. Infatti, alle regionali del 2010 Alfonso si ricandida senza successo nella civica “La Puglia per Vendola”, mentre alle politiche del 2013 Pino si riconferma deputato nel Cd di Tabacci, grazie a primo posto occupato nella lista e ad una serie di altre concomitanze favorevoli in Puglia a quel partito e, soprattutto, alla coalizione elettorale nazionale di Cd con Pd e Sel che ha consentito ad una formazione dello 0,5% di consensi di prendere seggi in Parlamento. Ora la famiglia Pisicchio ha abbandonato il partito di Tabacci e verosimilmente si appresta a ripetere un film già visto in passato. Ossia, posizione politica autonoma ed attendista fino alle prossime regionali e, poi, approdo sotto un’altra sigla utile a Pino alle prossime elezioni politiche, per riconfermarsi deputato con la nuova legge elettorale, che il Parlamento dovrebbe nel frattempo approvare. “Ma – si chiede qualcuno – non sono un po’ troppi, forse, i cambi di casacca politica per i Pisicchio?” Evidentemente “No” se l’obiettivo di rimanere a galla è sempre stato centrato. Da non dimenticare, tra l’altro, che ogni volta che i Pisicchio hanno abbandonato una formazione politica, dopo qualche tempo questa è scomparsa dalla scena politica. Fu così con Ri, poi con l’Udeur e, successivamente, pure con l’Idv di Dipietro. Allora, c’è evidentemente da chiedersi quale sarà la prossima, quella che i Pisicchio hanno appena lasciato o l’altra a cui potrebbero approdare e, poi, abbandonare?   

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 28 Giugno 2014

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