Cronaca

In ritardo le opere primarie nell’ex frazione di Carbonara

Sono in corso, ma non ancora terminati nonostante promesse ed impegni i lavori per gli allacci fognari a Carbonara. A conti fatti ci vorra’ ancora tempo per i residenti dell’ex frazione, che dovrebbero finalmente vedere estesa anche alle loro abitazioni la rete fognaria bianca e nera, dopo aver rivolto agli enti competenti una caterva di petizioni in passato. A promettere gli allacci tanto attesi, come si puo’ facilmente comprendere, l’amministrazione civica e l’assessore comunale al ramo di turno, che ben conoscevano lo stato di pratiche che prima di arrivare in porto si sono trascinate da un ufficio all’altro, fra espropriazioni e progettazioni infinite, mentre il Servizio Lavori Pubblici soltanto alcuni mesi fa rispondeva con una nota scritta dai portavoce dei residenti che abitano a Carbonara, nella zona maggiormente interessata ai lavori. L’area interessata dai lavori avviati dall’Ente Comunale comprende una vasta area fra Via Antonio Quaranta, prima e dopo il passaggio a livello, via Goldoni, Vico III Vela, Vico Ferrovia e Via Verdi. L’ex assessore municipale, atti amministrativi alla mano, nella sua lettera di risposta partiva dal provvedimento di approvazione del progetto definitivo riguardante i lavori necessari per gli allacci fognari, adottato dalla Giunta Municipale circa tre anni fa. I lavori rientravano fra quelli finanziati dalla Regione Puglia attraverso la misura 5.1 del Piano Operativo Regionale ed ammontavano ad oltre 1 milione e 549 mila Euro, finanziati con un mutuo concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti, oltre che da fondi rivenienti dall’Avanzo di Amministrazione Comunale. E la Ripartizione Lavori Pubblici-Settore Espropriazioni del Comune, informavano dalle stanze di Corso Vittorio Emanuele i tecnici competenti, si provvide a compiere un ulteriore passo avanti nel delicato iter procedimentale, notificando la notizia dell’esproprio alle varie ditte proprietarie dei suoli interessati alla posa in opera del collettore fognario che poi si sarebbe diramato verso Via Quaranta fino a Via Vela, per proseguire infine in direzione dell’impianto di sollevamento realizzato dalle parti del Circolo Tennis, in Via Martinez. E qua cominciavano i problemi, visto che a seguito di precise prescrizioni imposte dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali, la Ripartizione Edilizia Pubblica del Comune di Bari ha provveduto ad espletare una gara ufficiosa per l’esecuzione di alcune indagini idrogeologiche. L’intervento, denominato “Georadar”, che serviva per verificare la eventuale presenza nel sottosuolo di insediamenti ipogeici. “Tali operazioni -si leggeva in una nota protocollata ai Lavori Pubblici a settembre del 2002, inviata dall’ex assessore comunale ai Lavori Pubblici, Giuseppe Loiacono al portavoce dei cittadini di Carbonara interessati all’allaccio fognario- sono tuttora in corso di esecuzione da parte della ditta aggiudicataria ed il relativo esito sara’ disponibile a giorni. Nel caso in cui tali risultanze abbiano esito negativo, la Giunta Municipale avrebbe provveduto immediatamente ad approvare il progetto esecutivo, redatto dall’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese, per consentire la prosecuzione dell’iter dell’appalto dei lavori, che presumibilmente avranno inizio nei primi mesi del 2003”. Insomma, una volta accertato che non esistevano insediamenti preistorici o ipogei nel sottosuolo di Carbonara, l’Ufficio Tecnico Comunale ha espletato la gara d’appalto per allacciare la fogna bianca e nera anche alle centinaia e centinaia di residenti delle ex frazioni baresi, in attesa da anni. Nel frattempo Giuseppe Calabrese, ex assessore del Partito Repubblicano, punta il dito sui ritardi accumulati dal Comune per gli allacci fognari, impegnandosi a chiarire i contorni di alcuni lavori curati dall’UTC che, pero’, potrebbero riguardare strade private, dalle parti di Via Vela e Quaranta. Ma dalle stanze dell’Ufficio tecnico Comunale rispondono che le strade interessate ai lavori di allaccio fognario sono state tutte espropriate per pubblica utilita’.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 31 Ottobre 2015

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