Cultura e Spettacoli

Inizia il Triduo Pasquale della Settimana Santa

Intervista con il noto e affermato teologo, padre Salvatore Perrella, già Preside del Marianum a Roma

Con il Giovedì Santo, ha inizio quello che si definisce liturgicamente Triduo Pasquale, ovvero Giovedì, Venerdì e Veglia del Sabato notte. Per chiarirne ulteriormente il senso e il significato, il nostro giornale ha intervistato il noto e affermato teologo, padre Salvatore Perrella, già Preside del Marianum a Roma.

Padre Perrella, che cosa è intanto il Triduo Pasquale?

“Il Triduo Pasquale fa parte di quella che si definisce la Grande Settimana, definizione migliore di Settimana Santa. Il lunedì, martedì e mercoledì sono di preparazione, mentre il Giovedì, Venerdì e Sabato ci introducono alla gioia della Domenica di Pasqua”.

Partiamo dal Giovedì Santo

“E’ il primo dei tre giorni. Generalmente lo si avvia al mattino, ma talvolta è permesso farlo il mercoledì pomeriggio, con la messa crismale, celebrata dal vescovo della diocesi. In questa messa alla quale partecipa tutto il presbiterio diocesano, il vescovo benedice gli olii che verranno usati durante tutto l’anno nella celebrazione dei sacramenti nelle singole parrocchie, penso all’ olio dei catecumeni, o degli infermi, della cresima e ordine sacro”.

Solo questo?

“No. E’ una celebrazione che marca ed esalta l’unità tra vescovo e presbiterio e in essa sono rinnovate le promesse sacerdotali da parte dei presbiteri”.

Nel pomeriggio poi la Messa in Coena Domini…

“In questa messa facciamo memoria o meglio memoriale di varie cose. Prima di tutto ricordiamo l’istituzione del sacramento della eucarestia da parte di Gesù nella Ultima Cena, poi la creazione del sacerdozio ministeriale. Infine, sempre in questa messa che è ricca di simbolismo, si ha la cosiddetta lavanda dei piedi che però non è obbligatoria. E’ consigliabile farla spiegandone opportunamente il significato, a dodici persone. La lavanda dei piedi indica l’umiltà e soprattutto lo spirito di servizio vicendevole, nessuno deve sentirsi più grande degli altri”.

Alla fine si ha un momento di preghiera…

“Alla fine delle messa, che si conclude senza benedizione e si spoglia l’altare, si ripone la provvista delle ostie benedette nel tabernacolo, in quello che si definisce altare della reposizione e la comunità di riunisce in preghiera. E’ un errore come si faceva prima definirli sepolcri”.

Venerdì santo…

“E’ un giorno aliturgico, cioè non si celebra messa. Nel mattino si ha l’Ufficio delle letture e al pomeriggio, di solito per le 15, si celebra la Passione di Cristo con l’adorazione della Croce. Alcune comunità, ed è permesso dal messale, celebrano anche la memoria di Maria”.

La pietà popolare si sbizzarrisce il Venerdì santo…

“Effettivamente in questa data le chiese sono meno piene del previsto, in compenso questo deficit, se vogliamo chiamarlo in questo modo, è ripagato dalle affollate manifestazioni della devozione o pietà popolare che è una cosa bella e buona se spiegata e compresa nella sua dimensione mettendo sempre Cristo al centro”.

Infine il Sabato Santo…

“Alcune chiese al mattino assieme alle letture della liturgia delle ore, celebrano la via Matrix, ovvero ricordano la sofferenza di Maria con il percorso a ritroso di Maria dalla Croce a Betania. Alla notte poi si celebra la Grande Veglia Pasquale, che si compone di un minimo di tre letture ad un massimo di sette, prevede talvolta il rito del battesimo, si recita il Gloria e varie volte l’Alleluja che durante la Quaresima non si è proclamato. Poi si ha l’accensione del fuoco e del cero Pasquale nella suggestiva liturgia del lucernario nella quale la Chiesa progressivamente dalle tenebre passa alla luce. Infine abbiamo la Domenica di Pasqua che è della gioia e della esultanza per la resurrezione del Salvatore. La liturgia prevede tre messe, della notte, aurora e giorno con tre Vangeli diversi. Va detto che è opportuno celebrare la messa della Veglia del Sabato a tarda ora e non ha alcun senso ed è sbagliato farla come talvolta accade alle cinque del pomeriggio”.

Il modo migliore per vivere il Triduo?

“In preghiera e comunione con la Chiesa e soprattutto in pace. So bene che è difficile in tempi di secolarizzazione e aporia della fede e del sacro. Ma ne val la pena”.

BV


Pubblicato il 28 Marzo 2024

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