Cultura e Spettacoli

Isole autentiche, artificiali, scomparse…

Fra la mano della natura e quella dell’uomo, il patrimonio insulare italiano, che considera circa ottocento tra isole, isolotti e scogli estesi non è mai stabile. Alcune terre emerse sprofondano per effetto dell’erosione marina. Nella sola laguna di Venezia ne sono sparite cinque: Ammiana, Costanziaco, San Marco in Boccalama, Vigilia e La Caderna. Per le stesse ragioni, ovvero il moto ondoso, sono scomparse l’isola Ferdinandea, il Monte Rosso e Zanara. La prima emerse nel 1831 nel Canale di Sicilia fra Sciacca e Pantatelleria a seguito di un’eruzione sottomarina ; scomparve nemmeno un anno dopo, smantellata dalle mareggiate. Il Monte Rosso consisteva in un affioramento che sino agli inizi del Novecento era visibile nelle acque di Bari a circa un miglio dal Fortino e così chiamato per le alghe rosse di cui si presentava ricoperto. Zanara sorgeva davanti alle coste della Toscana tra il Giglio e Giannutri ; nel Settecento sprofondò sino a trenta metri. Le isole possono anche essere ‘di nuovo conio’. Nel nostro paese le isole artificiali sono una quindicina, concentrate nel Nord Adriatico, soprattutto nella laguna di Venezia. Si tratta di piattaforme petrolifere, di discariche abbandonate o di accumuli in forma ottagonale di materiale di scavo – e perciò detti Ottagoni – che in passato ospitarono fortificazioni a guardia di Venezia (nell’immagine, l’Ottagono Ca’ Roman). Altre volte è l’uomo il responsabile della sparizione delle isole. Clamoroso il caso de Il Pastore, un gigantesco scoglio a sviluppo verticale che si levava nell’arcipelago del Sulcis, in Sardegna ; venne raso a zero alla fine dell’Ottocento dalle cannonate delle unità della Regia Marina che lì si addestravano al tiro. A Napoli, durante la dominazione spagnola, l’isoletta di San Vincenzo venne inglobata durante la riprogettazione del Bacino Angioino ; analogamente, al posto dell’attuale Rotonda Diaz di via Caracciolo emergeva nello stesso periodo l’affioramento di San Leonardo. Una delle banchine del porto di Olbia è chiamata Banchina Isola bianca, dal nome di un vasto scoglio a suo tempo unito alla terraferma. Chiudiamo scendendo nuovamente in Puglia : Sino alla fine degli anni cinquanta l’arcipelago delle Cheradi, nel mare di Taranto, comprendeva anche l’isola di Nicolicchio. Chiamata dai pescatori locali u’squegghie, era ubicata in prossimità di Punta Rondinella ; prendeva nome dalla badia di rito greco dedicata a San Nicola che vi sorgeva. Più che scomparire, Nicolicchio venne avvolta dalla colmata di pietrisco imposta dai lavori di ristrutturazione industriale e di allargamento del porto mercantile.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 14 Ottobre 2022

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