Cronaca

Ispezioni troppo zelanti contro il caporalato danneggiano le aziende agricole

Le operazioni di controllo, contro lavoro nero e caporalato in agricoltura, scattati lo scorso primo Agosto nelle campagne pugliesi stanno creando disagi e rallentamenti durante il quotidiano ciclo lavorativo delle aziende agricole che, a causa delle lungaggini ispettive e delle modalità con cui avvengono, subiscono cali giornalieri notevoli nelle attività di raccolta, stoccaggio e consegna delle merci agli acquirenti, che determinano l’applicazione di penali soprattutto da parte della Grande distribuzione organizzata, per il mancato rispetto nei tempi di consegna o dei quantitativi previsti secondo le scadenze prestabilite. A far presente tale situazione è stata la Federazione pugliese di Confagricoltura che, in un incontro urgente svoltosi alla Prefettura di Bari, ha chiesto al vice prefetto del capoluogo, Francesco Antonio Cappetta, di intervenire sugli organi ispettivi  per discutere delle modalità con le quali, ormai da dieci giorni, si stanno svolgendo nelle campagne pugliesi i controlli contro il caporalato. All’incontro in Prefettura erano presenti il presidente di Confagricoltura Puglia, Donato Rossi, il presidente di Confagricoltura Bari, Michele Lacenere, e il presidente dell’Associazione produttori ed esportatori ortofrutticoli (Apeo), Giacomo Suglia. I rappresentanti della principale associazione di imprenditori agricoli pugliesi hanno confermato al rappresentante barese dello Stato l’adesione delle Organizzazioni di categoria  alle finalità del piano di controlli partito lo scorso 1° agosto, ribadendo l’impegno di Confagricoltura all’applicazione e diffusione del “Lavoro agricolo di qualità”. Però, “sulle modalità con cui si stanno svolgendo le ispezioni” il presidente Rossi  ha chiesto “un intervento regolatore”  perché le aziende agricole locali stanno subendo verifiche lunghissime che durano intere giornate lavorative, tenendo bloccati  operai, consulenti e datori di lavoro, in un clima vessatorio che determina fortissimi ritardi nell’attività lavorativa giornaliera”. “Ritardi – ha sottolineato ancora il presidente di Confagricoltura Puglia – che si accumulano nel ciclo di raccolta, stoccaggio e trasferimento delle merci” e che – ha spiegato inoltre  Rossi – “stanno determinando l’applicazione a carico delle aziende agricole delle pesantissime penali previste dai contratti con la Grande Distribuzione Organizzata, nell’ordine anche di 15mila euro per carico”. Per queste ragioni Confagricoltura Puglia, Confagricoltura Bari e Apeo hanno chiesto alla Prefettura di Bari un intervento urgente presso gli Uffici provinciali dell’Ispettorato del Lavoro, ma ancor più sulle competenti Autorità  governative, per rivedere le modalità di svolgimento delle ispezioni. Il viceprefetto Cappetta, intervenuto all’incontro in sostituzione del prefetto di Bari, Carmela Pagano, non presente in sede, ha preso atto di quanto lamentato dai rappresentanti di categoria ed ha assicurato il proprio interessamento al riguardo affinché la situazione venga  rapidamente affrontate a risolta, per non vanificare lavoro e reddito delle aziende agricole pugliesi. Infatti, il vice prefetto Cappetta si è impegnato a trasferire immediatamente quanto rappresentato dalle Organizzazioni pugliesi al tavolo tecnico attivo sul caporalato presso i Ministeri del Lavoro e dell’Agricoltura, per rendere ispezioni e controlli in corso nelle campagne pugliesi quanto più rapidi possibili e preferibilmente, quando ci sono le condizioni, fuori degli usuali orari di lavoro. Operazioni, queste, certamente non facili da attuare, trattandosi proprio di controlli ispettivi sul lavoro. Però, dopo il sopralluogo ispettivo in azienda e l’identificazione dei lavoratori impegnati, le restanti operazioni burocratiche possono essere effettuate in momenti successivi, per non creare ulteriori rallentamenti nel ciclo produttivo aziendale. Diversamente, le legittime operazioni di ispezione e controllo contro il caporalato in agricoltura, da parte degli Organi statali competenti, finirebbero per aggravare, o mettere addirittura in ginocchio, la situazione economica di aziende che, seppur in regola con le leggi sul lavoro, finirebbero per essere messe fuori gioco a causa degli eccessi di zelo di ispettori troppo burocratizzati.  

 

 

  Giuseppe Palella


Pubblicato il 13 Agosto 2016

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