Cronaca

La Fondazione Petruzzelli abbandonata dal Governo nazionale

Dal 1967 le Fondazioni liriche vivono grazie ai contributi pubblici erogati ogni anno attraverso il Fondo per lo spettacolo. Con la crisi dei teatri tali erogazioni sono diventate pressoché vitali per le stesse. Il Governo ha però approvato una norma che, a partire dal 2018, subordina l’erogazione di tali contributi al rispetto di precisi paletti in materia di bilancio ed efficienza gestionale: chi entro il 31 dicembre 2018 non soddisferà tali criteri verrà declassato a “teatro lirico-sinfonico” con conseguente decadenza dei fondi e (quasi) inevitabile chiusura.

Entro il prossimo 30 giugno il Governo deve provvedere, pertanto, alla emanazione dei criteri di legge a cui le 12 Fondazioni liriche italiane dovranno attenersi entro il 31.12.2018. Le fondazioni che non raggiungeranno i parametri di cui alla Legge 160/16 saranno retrocesse a Teatri di Tradizione, con il conseguente disimpegno finanziario dello Stato che attraverso il FUS ne finanzia in maniera importante le attività.

I nuovi stringenti paletti fissati dal Governo per permettere ai teatri di continuare ad usufruire del sostegno statale sono il pareggio di bilancio con conseguente risanamento dei propri bilanci, una solida efficienza gestionale; il possesso di autofinanziamento, ossia la capacità di reperire risorse private; la garanzia di un certo numero di spettacoli e produzioni, per evitare di ricevere soldi pubblici senza fare il proprio mestiere: così le fondazioni però rischiano di rimanere a secco.

Un altro aspetto su cui occorre soffermarsi è l’ultima distribuzione dei 20milioni di euro per le 14 Fondazioni italiane, approvata dal ministro Franceschini, effettuata con il decreto direttoriale 4 aprile 2017 di riparto delle risorse destinate alle fondazioni lirico-sinfoniche di cui alla legge n. 232/2016 e al decreto-legge n. 244/2016. Come si desume dalla tabella inserita all’interno del decreto stesso, le Fondazioni più indebitate, Firenze, Roma, Bologna hanno ottenuto il contributo maggiore, 2milioni di euro, a fronte dei 700mila euro destinati alla Fondazione Petruzzelli. Ancora una volta – afferma Melchiorre – “il Sud è travolto da un Governo a trazione e tradizione nordista, con il rischio che il personale del Petruzzelli, da poco stabilizzato, rischi di essere licenziato a causa una scelta che a priori tutela i Teatri del Nord, ricchi di soli debiti per diverse decine di milioni di euro. Lo sforzo che sta mettendo in atto la Fondazione Petruzzelli nel percorso di risanamento rischia, pertanto, di essere vanificato dal solito modo di procedere nel l’individuazione dei criteri”.

Il consigliere comunale, Capogruppo Fratelli d’Italia An, pertanto, chiede al Sindaco Decaro, Presidente del Petruzzelli, oltre che dell’ANCI, se e quale posizione intende assumere per la tutela del Petruzzelli e degli altri due teatri meridionali, quali il San Carlo di Napoli e il Massimo di Palermo. Non è affatto giusto che una città come Bari debba reggere un secondo rogo del proprio Teatro per la manchevolezza della propria classe dirigente. Il Petruzzelli è ormai patrimonio della collettività e va difeso a prescindere dalle appartenenze politiche.

Fratelli d’Italia s’impegna, pertanto, a vigilare accuratamente su quanto il Governo di centrosinistra intende effettuare alla data del prossimo 30 giugno.

 

Marina Basile

 


Pubblicato il 21 Aprile 2017

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