Cultura e Spettacoli

La musica contro rabbia e depressione

Parte domani ‘Bari in Jazz’, il festival che Abusuan organizza da undici anni (l’inaugurazione della rassegna avverrà questa sera alle 20:30 nel Colonnato del Palazzo della Provincia). L’edizione 2015 avrà sviluppo metropolitano. In programma una ventina di concerti, l’ultimo dei quali si terrà il 5 luglio. Ricchissimo il cartellone con Manu Katché, Amalia Gré, Hamid Drake, Franco D’Andrea, Luca Aquino, Musica Nuda (Petra Magoni & Ferruccio Spinetti), Paolo Angeli, Bluebeaters, Dado Moroni, Kekko Fornarelli, Nancy Viera e Guillarme Perrett. Ad aprire la rassegna saranno i Nishtiman, ensemble composto da musicisti provenienti dai differenti paesi che comporrebbero il Kurdistan. Il concerto si terrà alle 17 al CARA (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Bari ; lo stesso spettacolo verrà replicato alcune ore dopo – alle 22:00 – a Valenzano in piazza San Benedetto. Soffermiamoci sull’insolito contenitore di domani pomeriggio. Premesso che la scelta di questa ‘location’ ci sembra la migliore risposta agli istinti forcaioli che infiammano l’uomo della strada relativamente al tema migranti e profughi, vediamo qual è la situazione del CARA del capoluogo. Questo grosso complesso ospitato nei pressi della vecchia pista dell’aeroporto militare di Palese Macchie è nato nel 2009 in sostituzione di una ‘roulottopoli’ ancora all’interno della base dell’Aeronautica. Si presenta composto da moduli abitativi prefabbricati disposti intorno a un grande spiazzo centrale. Questi moduli sono composti da 4 unità abitative di 20 mq, ognuna delle quali si compone di 4 stanzette di 4 mq. Concepite per due persone, le stanzette possono arrivare ad ospitarne 4 impiegando letti a castello. Per questo motivo la capienza del CARA barese supera di molto il limite regolamentare, fissato in poco più di mille unità. I servizi igienici occupano 4 plessi distinti dai moduli abitativi (per ogni plesso ci sono 20 sanitari e altrettanti piatti doccia). Non mancano i luoghi di culto (una chiesa e una moschea). Quanto a luoghi di svago e socialità, i bambini dispongono di una ludoteca e gli adulti di campi di calcetto e basket. L’assenza di verde (cui suppliscono ‘isole’ coperte da tettoie in legno sotto le quali trovano posto cabine telefoniche) e l’alta recinzione che avvolge la struttura infondono la sensazione, sconfortante, del non-luogo. Ciò spiega perché gli ospiti preferiscano rimanervi il tempo necessario a mangiare e dormire, essendo tutti liberi di entrare ed uscire durante le ore diurne sfruttando una navetta che li conduce a Palese (da dove si possono prendere tutti i mezzi AMTAB) e che comincia le sue corse alle 7:00 e le chiude alle 21:30. La felicità non è di casa al CARA, per quanto le Istituzioni facciano tutto il possibile per alleviare la sofferenza degli ospiti. Qualche volte all’interno scoppiano risse (e ci può scappare il morto, come accadde a luglio del 2013 quando un afgano di 26 anni perse drammaticamente la vita). I soggetti più vulnerabili, resi fragili dall’incertezza circa il proprio destino, arrivano ad atti di autolesionismo. E quando la tensione generale monta c’è il rischio di manifestazioni di protesta (clamorosa quella del 2011, nel corso della quale furono bloccati i collegamenti stradali e ferroviari). Che il buon jazz regali qualche scheggia di speranza.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 16 Giugno 2015

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