Cronaca

“La Politica si salva se è al servizio della gente”

Della Giunta Decaro, Paola Romano è certamente l’assessore maggiormente sotto esame: per la giovane età – 28 anni, davvero una sorpresa la sua nomina – e per il “peso” delle deleghe a lei attribuite. Una posizione, dato il periodo di perdurante crisi, importante e delicata se non proprio da far tremare i polsi  ma che l’ex attivista del PD ora “tecnica” sta ricoprendo con serietà, determinazione e una visione precisa delle cose da fare, per quanto consapevole di doverle perseguire passo dopo passo. Ad un anno dall’insediamento è tempo per un primo bilancio dell’attività.

Allora Assessore, meglio o peggio di quanto si aspettava?

Molto meglio, nel senso che già prima mi rendevo conto di quante energie c’erano in questa città. Da amministratore pubblico mi accorgo che ce ne sono ancora di più e che quando inizi a lavorare si avvicinano per collaborare anche soggetti a te sconosciuti. Certo, è difficile.

Ormai esiste un solco tra politica e società: quando lo ha trovato grande e come fare per restringerlo?

In questo momento di sfiducia nella politica, proprio agli Enti Locali, e ai Comuni in primis, si chiede tantissimo perché nei sindaci e negli assessori i cittadini trovano un punto di riferimento e se in questo rapporto gli amministratori dimostrano di essere al servizio della gente, il solco diventa piccolissimo, anche quando non si riesce a dare una risposta. 

Lei è assessore alle Politiche attive del lavoro. Quanta esasperazione c’è in città sul tema, di cui per esempio ha fatto le spese Emiliano a Taranto?

Le grandi città, è un dato analitico, presentano un tasso di esasperazione più alto rispetto ai piccoli comuni. A Bari, tuttavia, c’è una rete sociale che ancora tiene e i dati sulla povertà, seppur ancora importanti, è migliore rispetto ad altre grandi città del Meridione, come pure relativamente al rapporto nascita/morte delle imprese. Ovviamente, saremmo dei pazzi se dicessimo che non ci sono problemi. Una fetta di cittadinanza è in grande difficoltà e noi siamo chiamati ad aiutarli.

Con i Cantieri di Cittadinanza, per esempio: quali sono gli ultimi dati?

Siamo partiti appena insediati con una misura finanziata esclusivamente dal Comune pari a 1,2 mln dopodiché si sono sommate le risorse regionali. Da un lato abbiamo avuto 700 proposte di tirocinio, dall’altro 1400 domande ma ce ne aspettavamo 5000. Secondo l’ultimissimo dato siamo arrivati a 171 tirocini firmati. E’ stata la prima misura messa in campo, riservata a quella fascia di popolazione più debole che non arriva a un Isee di 3000 euro l’anno. Da ora innalzeremo l’asticella.

A settembre parte invece Porta Futuro: quanto ci scommettete?

Parecchio. Vogliamo unire tutte le misure all’interno di un contenitore perché chi ha fatto i Cantieri di Cittadinanza magari poi vorrà costituire una piccola cooperativa e allora deve essere aiutato a comprendere i bandi che fanno al caso suo e a utilizzare tutte le risorse economiche disponibili. Ricordo, per esempio, che l’Accademia del Cinema di Enziteto, aiutata dal Comune, ha vinto un importante Bando di Europa Creativa.

I Fondi Europei, questo mistero italiano: ha trovato il bandolo della matassa per il loro pieno utilizzo?

Dobbiamo fare una importante distinzione. Una cosa sono i PON e i POR, sui quali c’è una grossa responsabilità da parte degli amministratori locali, ma c’è anche un Patto di Stabilità che non fa sconti. Il rallentamento sui PON Puglia è per questo, oltre che per difficoltà amministrative interne. Un rafforzamento amministrativo può aiutare e il Comune di Bari sta organizzando una cabina di regia per i PON Metro che fungerà da struttura reggente di tutti i progetti europei. Poi però c’è tutta l’altra fetta di Fondi europei che la Commissione dà direttamente agli Enti Locali, alle Associazioni, Organizzazioni e lì, secondo me, il problema maggiore è causato dalla mancanza di informazioni. Stiamo provando a fare incontri informativi con specialisti europei in grado di aiutare le realtà locali e il Comune a partecipare e dall’altro lato ad avviare un nuovo modo di intendere il rapporto tra il pubblico e il provato. Gli enti Locali possono cioè fare da intermediari tra Commissione Europea e tutto quel mondo che propone progetti mettendo a disposizione degli esperti che riescano a tradurre l’inglese burocratico dei bandi.

Che aria si respira in Giunta dopo l’allontanamento della Consigliera Ilaria De Robertis che ha denunciato il carente coinvolgimento del Consiglio comunale?

La lettera di Ilaria ci rammarica e ci spiazza perché i rapporti personali e politici sono ottimi. Ci dispiace anche perché magari un momento di confronto avrebbe potuto far trovare un punto di incontro. Comunque, e penso di poter parlare anche a nome dei miei colleghi, se nella corsa non sempre riusciamo a condividere quanto i Consiglieri vogliono siamo sempre propensi al dialogo e perfettibili. Quindi ci spiace abbia lasciato ma ricordo che è ancora in maggioranza.

Inevitabile un parere sulla riforma della scuola, piuttosto dilaniante per la parte politica che lei rappresenta.

Io non ho un giudizio netto, nel senso che ci sono aspetti migliorativi che a me piacciono molto, penso per esempio al sostegno economico o alla meritocrazia per i professori, e c’è però l’aspetto della Governance che mi lascia un po’ perplessa perché il Dirigente Scolastico si ritrova a scegliere l’organico come non può fare nessun dirigente della Pubblica Amministrazione. Una discrezionalità che per me è un po’ troppo ampia.

Oltre tutte le problematiche che abbiamo analizzato, non pensa che in questa città ci sia un aspetto più profondo su cui agire e cioè quello attinente il rispetto delle regole e l’educazione civica?

Stiamo agendo su più fronti. Il primo è quello meramente educativo, con vari progetti nelle scuole. Abbiamo creato per esempio orchestre di quartiere, anche quelli più difficili, utilizzando la musica per indirizzare i ragazzi verso il rispetto dell’altro e delle regole, lo stare insieme. Abbiamo realizzato progetti di inclusione e sulla legalità che hanno dato ottimi risultati. Poi ancora il progetto Bari per Bene che vuole inculcare il concetto secondo il quale il Comune non può fare tutto e che la Comunità deve imparare ad autotutelarsi. Se rispettiamo le regole, a partire da quelle basilari, stiamo meglio tutti.

Nel futuro di Paola Romano c’è sempre la politica?

E’ una bella esperienza che mi sta piacendo tantissimo ma la politica è basata sulla rappresentanza e quindi, nel caso tra quattro anni io scegliessi di voler continuare questa attività e i cittadini mi considerassero rappresentativa, dico: perché no?

 

Adriano Cisario


Pubblicato il 15 Luglio 2015

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