Cronaca

“La Punta” di Palese: la Soprintendenza resta assente

L’installazione di un “box” prefabbricato sulla suggestiva e caratteristica scogliera della costa di Palese denominata “la Punta”, a distanza di circa tre mesi da quando molti cittadini locali hanno cominciato a protestare ed a chiedere spiegazioni agli amministratori del posto sull’iter procedurale che ha consentito all’associazione sportiva barese “Tanaonda” di collocare lì di quel manufatto, resta un “mistero” tuttora irrisolto. Infatti, le polemiche sorte nella comunità locale a seguito di tale installazione sono ancora tutt’altro che sopite, ma sono soprattutto l’interrogativo di come sia stato possibile che l’Amministrazione barese abbia concesso ad un’associazione privata un’area demaniale che a tutt’oggi, consultando le mappe di Regione Puglia e Ministero dei Beni culturali ed ambientali presenti in rete, risulta sottoposta a vincolo archeologico, oltre che verosimilmente ad altro impedimento normativo di carattere paesaggistico. Infatti, come si ricorderà, l’area di questa scogliera del lungomare palesino “tenente Noviello”, a seguito di alcuni scavi archeologici effettuati tra gli anni 1964 ed il 1987 del secolo scorso, è stata sottoposta a vincolo archeologico “diretto” da parte del Ministero sin dal 1989. Però, oltre a tale conclamato vincolo, di impedimenti normativi di natura urbanistica dovrebbero essercene altri, considerato che in mancanza di un apposito “Piano comunale “della costa”, la fattispecie dovrebbe essere trattata tenendo conto di quanto previsto dall’apposito Piano regionale. Ed è proprio introno ai “Nullaosta” che il Comune di Bari dovrebbe aver acquisito da Soprintendenza e Regione che – secondo qualche tecnico e giurista locale – i “conti” non tornano per l’autorizzazione concessa all’associazione “Tanaonda”  ad installare, sia pur in forma precaria, un manufatto che complessivamente occupa cica un centinaio di metri quadrati di un’area costiera definita a suo tempo come “archeologica”, oltre che urbanisticamente tutelata dall’apposito “Piano regionale delle coste”.  Difatti, scorrendo su una delle pagine locali di Facebook (ndr – “Solo News Municipio 5 Bari”) ci si imbatte in una delle ultime lamentele che un’utente palesina (ndr – Isabella Visicchio) della stessa ha riportato appena un giorno fa, a seguito dello strano ed anomalo comportamento in cui ci si è imbattiti con gli uffici della Soprintendenza pugliese che, interpellata per avere chiarimenti sia circa la permanenza o meno del vincolo archeologico sull’area della scogliera palesina in questione e, in caso affermativo, sull’eventuale “Nullaosta” rilasciato per l’occupazione con un manufatto di quell’area, a distanza di un paio di mesi circa non da inspiegabilmente ancora alcuna risposta. Infatti, scrive Visicchio nel suo post su Facebook: “Riporto semplicemente i fatti”. Ed i fatti sono che l’Amministrazione barese – secondo Visicchio – per autorizzare urbanisticamente l’installazione di quel “box” deve attenersi “Art. 77.2 comma 3 delle Norme Tecniche di Attuazione” che testualmente recita: “Tutti gli interventi previsti sui “beni archeologici” come definiti al comma 1 dell’articolo 77.1 dovranno acquisire preventivamente il parere da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ai fini del rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e/o titoli edilizi da parte del Comune”. E, dopo detta precisazione, nel post si fa presente il mancato e doveroso chiarimento che la Soprintendenza pugliese a tutt’oggi non ha fatto a coloro che legittimamente hanno chiesto informazioni. “Ad Agosto – scrive ancora Visicchio – in un articolo di giornale (ndr – “Il nuovo Quotidiano di Puglia – Edizione Bari”) viene riportata una dichiarazione dell’Ass. (ndr – barese alle Attività economiche, Carla) Palone circa l’inesistenza di vincolo, nonostante il vincolo sia riportato sul sito della Regione e su quello del Ministero”. Quindi, proseguendo, Visicchio ha precisato: “Per far luce sulla questione, vista la mancanza di chiarimenti da parte di tutti, il 30 Agosto è stata inviata una pec alla Soprintendenza per avere conferma ufficiale di questa inesistenza”. Però, “dalle telefonate intercorse (l’ultima risale a lunedì) – ha inoltre riferito l’utente palesina – è emerso che per ottenere questo tipo di informazioni bisogna avere titolo per avanzare richiesta e che dobbiamo aspettare una eventuale, ma non scontata, risposta. La pec è stata cortesemente inviata dall’Associazione Ecomuseale in quanto la richiesta di un cittadino qualsiasi non sarebbe stata presa in considerazione. Ringrazio Eugenio Lombardi per la sua preziosa disponibilità e speriamo di poter avere risposta”. Allora, se così stessero realmente i fatti, sarebbe forse il caso di chiedere anche al funzionario della Soprintendenza che possa aver fornito tal genere di risposta di precisare “chi – secondo lui – ha titolo” a chiedere tal genere di informazione. Infatti, inverosimile che un pubblico funzionario possa non sapere che quando trattasi di notizie di interesse pubblico chiunque è legittimato ad avere l’informazione richiesta. Per cui c’è da augurarsi che quanto prima la Soprintendenza pugliese facce chiarezza, nei modi e nelle forme previste, sul quesito posto circa la permanenza o meno del vincolo archeologico “diretto” sull’area della scogliera palesina recentemente deturpata dalla presenza di un manufatto prefabbricato privato e su cui cittadini locali stanno cercando di far chiarezza, per i motivi innanzi esposti. Diversamente, come ha scritto la stessa Visicchio in un commento sottostante al suo post, “….la tragedia è che avrei preferito dover chiedere scusa piuttosto che combattere per avere informazioni che dovrebbero essere sempre e comunque disponibili”. E per poi concludere: “Questo silenzio non fa altro che alimentare i dubbi”, oltre che accendere ulteriori e più infuocate polemiche contro l’Amministrazione barese ed i politici comunali e municipali locali, che su questa stessa vicenda fanno “orecchie da mercante” sin dai primi fermenti contestativi per questo ulteriore “scempio” che l’Amministrazione barese ha consento a Palese. E sul quale, per altro, rischia di alzarsi anche una fitta nebbia per la sua regolarità.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Ottobre 2021

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