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La strigliata dei sindacati: “C.B.H. calpesta tutte le norme sull’accredditamento”

Ombre ancora pesanti sulla sanità pugliese, specie nei rapporti istituzionali e convenzionamenti tra settori pubblico e privato. Con un Ente Regionale che dovrebbe programmare, verificare  e controllare, tanto per fare un esempio, come vengano utilizzati gli oltre 70 milioni di euro (Ricoveri, HDP “Santa Rita”-“Villa Luce”- “Città di Bisceglie Hospital”, Ambulatoriale eccetera) che ogni anno vengono erogati alla C.B.H. Città di Bari Hospital S.p.A. per le prestazioni eseguite in “accreditamento”. A tornare in argomento la Funzione Pubblica Cgil-Sanità di Antonio Mazzarella e Pino Monno, autori di una miriade di esposti e comunicazioni rivolte alla Regione Puglia e direttamente al capo della Giunta Vendola per evidenziare i buchi neri – ai limiti della legalità – che hanno interessato il rapporto tra l’azienda che rilevò l’impero sanitario di don Ciccio Cavallari, committenza, utenti e lavoratori. <>, si legge adesso nell’ultima missiva spedita dal sindacato a Vendola. Che non ha mai fatto sentire la sua voce contro il mancato rispetto degli ‘standard’ regionali ed europei per l’erogazione dei servizi di pubblica sanità e che violano tanto le leggi scritte quanto quelle etiche. Eppure, è in corso il trasferimento nei reparti della C.B.H. S.p.A. di centinaia di pazienti (nel 2014, tra marzo e d aprile, circa duecento), senza che vi sia stata alcuna valutazione dei rischi e delle responsabilità medico-legali che questi trasferimenti comportano. <>, spiegano ancora Antonio Mazzarella e Giuseppe Monno della Fp/Cgil. Preoccupati per trasferimenti potrebbero determinare un maggior impiego di risorse pubbliche rispetto ai tetti di spesa definiti e contrattualizzati, attraverso prestazioni che derogano anche agli standard di personale ed effettuate con lo stesso personale impegnato senza nessuna verifica, nessun controllo o coordinamento con chi – Regione ed Asl  in primis – è naturalmente deputato a tale compito. In altre parole, a fronte di un sostanzioso avvio di pazienti verso la sanità privata e di un sostanzioso contributo di denari pubblici, potrebbe registrarsi una vera e propria <<…negazione dei diritti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali: circostanza francamente incomprensibile>>. Ma Vendola, la Giunta e l’intero Consiglio Regionale sembrano distanti anni luce dalla situazione di disagio che lavoratori, medici, infermieri, impiegati, tecnici e ausiliari della C.B.H. S.p.A., subiscono quotidianamente e sopportano per non danneggiare ulteriormente i pazienti bisognosi di assistenza. Basterebbe ricordare che, negli ultimi mesi,  si è assistito al mancato pagamento delle competenze stipendiali, senza parlare della gestione degli oltre 450 posti letto, nei Servizi annessi  e nell’organizzazione del nascente Pronto Soccorso (con relativa accettazione e rianimazione) inserito nel Sistema Pubblico di Emergenza della città di Bari. Insomma, sulla gestione dell’accorpamento dei servizi di C.B.H. presso la Mater Dei Hospital nessuna attenzione è stata prestata dall’Ente che dovrebbe vigilare, tanto che l’attuale “riorganizzazione funzionale” sta producendo disagi e ricadute negative pericolose per operatori e pazienti anziché un “efficientamento produttivo quali-quantitativo”, come mettono nero su bianco i sindacalisti baresi. Insomma, il trasferimento avviato delle attività nelle case di cura “Villa Bianca”,  “La Madonnina”, “Santa Rita” e “Villa Luce”, alla “Mater Dei Hospital”,  sarebbe avvenuto sottovalutando tutti i profili – strutturali e organizzativi – e senza alcun confronto con quei sindacati che adesso invitano C.B.H. Città di Bari Hospital ad abbandonare la gestione attuata finora e la Regione ad alzare la voce per “…un modello conforme alle leggi in materia di accreditamento”. Ma è davvero così difficile…?

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 28 Aprile 2014

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