Orti e percorsi botanici nell’area dell’ex Fibronit; la caserma Rossani che si tinge di verde; la creazione del Parco del Faro sul litorale di San Cataldo: la campagna elettorale di Decaro e dei suoi amici/assessori punta sulla “svolta green”. Una pioggia di milioni di euro di investimenti per donare finalmente ai baresi luoghi di incontro con un forte impatto ambientale positivo, in una città che sinora ne ha pagato lo scotto della mancanza. Solo per la progettazione e la realizzazione del parco della Rinascita che sorgerà dov’era la Fibronit (senza contare gli investimenti per la bonifica) si spenderanno ben 16 milioni di euro per un’estensione di 12 ettari: farci un po’ di conti non è difficile. Insomma, un “apparente” segnale che l’Amministrazione Civica barese vorrebbe dare in vista delle prossime Amministrative di primavera, tira le somme il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (Movimento 5Stelle) raccogliendo la denuncia di alcuni cittadini che hanno visto smaltire materiale di risulta ed inerti nell’area bonificata dell’Area Industriale e destinata a parco che, con un paio di milioni, potrebbe aprire al pubblico. “Invece tutto questo ubriacamento di verde sparso a piene mani in comunicati e servizi sulle tv locali a più non posso, non contempla ben 36 ettari adibiti a parco suburbano, forse il più grande da Roma in giù – commenta L’Abbate – trattandosi dell’area parco situata nei terreni dell’ASI Bari-Modugno, il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale del capoluogo pugliese. Un’area che potrebbe divenire, con una spesa ben più esigua, subito fruibile per i baresi. Un parco che, proprio in questi giorni, è purtroppo vittima di un vero e proprio scempio segnalatomi da alcuni cittadini preoccupati di quel che sta accadendo. La deprecabile abitudine un tempo in vigore in quest’area, prima della bonifica – spiega il parlamentare – è tornata ad essere pratica comune: stando a testimoni oculari, quotidianamente diversi camion vengono a smaltire inerti e quel che sembrerebbe materiale di risulta dei lavori di costruzione direttamente nei terreni destinati a parco. Oltre al danno ambientale, la beffa economica: il loro abbandono, infatti, comporta un indubbio ed innegabile guadagno di milioni di euro per le aziende costruttrici che evitano lo smaltimento a norma di legge”. E adesso un po’ di storia. Il parco viene istituito nel 2009, mentre nel 2012 vengono avviati i lavori per la bonifica dei terreni e la sua successiva realizzazione. Si tratta di un intervento complesso perché la lama che lo attraversa era praticamente una discarica a cielo aperto dove veniva scaricato materiale di ogni tipo, soprattutto di risulta dei cantieri edili. Viene tutto bonificato, consolidati gli edifici esistenti, realizzata la viabilità e i pluviali, costruito un ponte in acciaio che attraversa la lama e l’intera recinzione. “Mancano solamente la sistemazione delle zone incolte con la piantumazione di alberi e del prato – incalza Giuseppe L’Abbate – Insomma, per l’apertura ai cittadini servirebbero a malapena un paio di milioni di euro, nulla di paragonabile agli investimenti a cui stiamo assistendo sul territorio della Città di Bari. Nonostante ciò, inspiegabilmente non si è più mosso nulla al Consorzio ASI dalla conclusione dei lavori iniziali, avvenuta nel 2015. Come nulla si è più saputo dal Sindaco Decaro che, oramai più di due anni fa, disse che avrebbe fatto i suoi approfondimenti su tutta una serie di situazioni poco chiare, portate alla sua attenzione con diverse interrogazioni. E senza alcun riscontro da Palazzo di Città”. Silente e inspiegabile, per non ire ambiguo, anche il comportamento del Consorzio ASI riguardo l’inceneritore Newo. Eppure Decaro, almeno a parole o in sfilate, si era dichiarato contrario all’impianto; non resta la speranza che la sua svolta ‘green’ lo porti a interessarsi del parco suburbano e di tutti quegli aspetti tuttora poco chiari sulla gestione dell’Area Industriale di Bari.
Antonio De Luigi
Pubblicato il 21 Febbraio 2019
