Cultura e Spettacoli

L’emicrania… e se si trattasse di malocchio?

Ancora oggi, ai livelli più bassi, si attribuisce agli occhi un potere enorme. Incrociare lo sguardo di alcune persone può, per chi ci crede, essere molto pericoloso. Anche inconsciamente, col ‘malocchio’ o ‘fascinazione’ (il cui primo sintomo è una persistente ed inspiegabile emicrania) si attirerebbe la malasorte sulle persone invidiate o detestate; i bambini sono considerati le vittime più vulnerabili. Tanto spiega – con le dovute eccezioni – il bisogno irresistibile che alcuni avvertono di proteggersi facendo uso di lenti a specchio o, in assenza di queste, sviando gli sguardi. Primo segnale della fascinazione è una persistente e inspiegabile emicrania. In parallelo a questa credenza se ne pone un’altra: Contro il malocchio c’è rimedio. Non solo, c’è anche modo di scansare le conseguenze dello sguardo malevolo imprimendogli un effetto boomerang, così da restituirlo al ‘mittente’ con tutto il potenziale carico di guai. Parliamo dell’arte di ‘levare la fattura’, cioè spezzare la maledizione e guarire la vittima. A praticarla ancora oggi (e ne hanno di clientela) sono donne anziane il cui sapere si trasmette in linea esclusivamente femminile di madre in figlia e da molte generazioni. Da San Severo a Santa Maria di Leuca la procedura è grosso modo la stessa. La vittima viene portata al cospetto della ‘signora’ la quale per prima cosa deve verificare se si tratta di malocchio oppure no. La verifica avviene versando una goccia d’olio in un piattino nel quale ristagni un filo d’acqua. Se le gocce non si diluiscono, allora sì, è fattura (se la goccia a contatto con l’acqua mantiene la forma circolare, è segno che il malocchio ha origine maschile ; se invece assume forma allungata o contorta, c’è di mezzo una donna). Sciolto questo nodo, la guaritrice comincia il suo rito. Un rito quasi sempre breve, nel quale le costanti sono due : formula risanatrice e segni di croce ripetuti in un certo numero (tre o nove) sul piattino e sul corpo dell’affascinato. Gesto e parola si alternano, quando non si accompagnano. Se per il gesto non esistono differenze, al contrario le formule verbali si allontanano l’una dall’altra anche distanza di pochi chilometri, ma più per l’uso del dialetto che per la sostanza delle cose. Gira gira, questi scongiuri si somigliano tutti : Nel nome della Vergine o di altra alta figura sacra della cristianità la guaritrice demolisce l’azione esercitata del malocchio. Talvolta il connubio gesto-parola si accompagna all’impiego di oggetti comuni di palese significato simbolico come candele e forbici (per bruciare e tagliare l’azione del male). Al termine, nessuno si azzardi a mettere mano alla tasca. Queste donne sostengono di agire solo per il trionfo del bene. Al più, una damigiana di vino, una lattina d’olio, un provolone… – Nell’immagine, raffigurazione del malocchio in un antico mosaico romano.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 28 Maggio 2020

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