Cultura e Spettacoli

L’Odissea dei reperti

Il complesso dei cosiddetti ‘Marmi di Ascoli Satriano, oggi in esposizione presso il Museo Civico-Diocesano di quella città, merita la massima attenzione. Consiste in una raccolta di reperti risalenti al IV secolo a.C. e rinvenuti nel territorio dello stesso comune ; facevano parte del corredo funerario di qualche personaggio appartenuto all’élite dauna. Una raccolta affatto corposa (una decina di pezzi in tutto), ma quanta qualità, quanta raffinatezza in un sostegno per mensa, un bacino rituale, una coppia di mensole, un cratere marmoreo e quattro vasi da mensa. A rendere questi tesori ulteriormente preziosi hanno concorso le loro vicissitudini successive al primo e clandestino ritrovamento : Negli anni settanta nel territorio di Ascoli Satriano tombaroli del posto misero le mani sui Marmi in questione. Come sempre avviene in questi casi, la preda venne smembrata per essere più facilmente piazzata sul mercato clandestino. Alcuni reperti furono sequestrati dalla Guardia Di Finanza e conservati nei magazzini della Soprintendenza di Foggia (dove inspiegabilmente se ne persero le trace). Altri pezzi, i più pregiati, pagati cifre oscillanti fra i due e i cinque milioni di dollari, dopo essere passati per le mani di mercanti d’arte, trafficanti e magnati finirono nelle bacheche del J. Paul Getty Museum di Malibù, in California. Ma nel 1985 il curatore della sezione di arte antica di quel museo, A. Houghton, venuto a conoscenza sia della provenienza furtiva che del luogo di provenienza di quel materiale, denunciò il caso alle autorità che avviarono un’indagine. Intanto in Italia uno dei responsabili del ritrovamento dei Marmi di Ascoli Satriano, Savino Berardi, poco prima di morire forniva ai Carabinieri le indicazioni utili a ritrovare la cassa scomparsa nei magazzini della Soprintendenza di Foggia. Scovata la cassa e il relativo tesoro, le indagini in Italia e quelle in Usa vennero unificate dall’Interpol. In seguito, nell’ambito di un processo per commercio illegale di reperti archeologici a carico della nuova curatrice della sezione di arte antica del Malibù, si potette stabilire il collegamento fra i pezzi ‘ascolani’ ritrovati a Foggia e quelli in esposizione in California. Dopo lunghe trattative condotte dal nostro Ministero per i Beni e le Attività Culturali quella parte dei Marmi in possesso degli statunitensi veniva restituita all’Italia e congiunta ai pezzi della stessa collezione che riempivano la cassa ritrovata nei locali della soprintendenza. Attualmente l’intera collezione è visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10,00 alle 12,00 e il pomeriggio dalle 16,00 alle 19,00. Sono disponibili visite guidate per gruppi a cura dell’Associazione Nòstoi ; per prenotazioni chiamare i numeri: 0885651756 – 0885652815 – 3382328894. Email: nostoi.aps@gmail.com

Italo Interesse

 


Pubblicato il 10 Luglio 2014

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