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Municipi di decentramento barese, la pacchia ora può continuare anche in dad

Dopo alcuni mesi di tentennamento, l'Amministrazione cittadina ha approvato trasversalmente la presenza a distanza per le sedute degli inutili e costosi organi periferici

L’ennesimo “regalo” (o spreco?) dell’Amministrazione comunale barese ai consiglieri dei cinque Municipi del finto decentramento cittadino questa volta lo ha fatto arrivare alla stregua di un “uovo” di Pasqua, considerato che la delibera di Consiglio che lo ha introdotto nell’apposito Regolamento sul funzionamento dei mini-consigli periferici è stata approvata durante una seduta consigliare antecedente la Santa Pasqua. Solo che la regalia contenuta nel predetto “uovo” pasquale non è affatto una sorpresa, poiché già la scorsa estate l’Amministrazione comunale centrale aveva tentato di accontentare i consiglieri dei Municipi con il riconoscimento anche ad essi della “dad”. Ossia della possibilità di effettuare riunioni di consiglio e commissioni senza più obbligo di presenza fisica in aula, bensì anche con una presenza virtuale attraverso un monitor ed una webcam. In altri termini, anche per i consiglieri dei cinque Municipi baresi, come per i colleghi dell’aula “Dalfino la cui delibera autorizzativa è di maggio dello scorso anno, sarà possibile intervenire alle sedute e, quindi, percepire il relativo “gettone” di presenza, senza più recarsi neppure fisicamente nella sede istituzionale competente, poiché il Consiglio comunale barese, dopo circa nove mesi di tentennamento, nella seduta di lunedì scorso ha approvato, con una maggioranza trasversale (gran parte dei consiglieri di centrosinistra + i tre della Lega), un articolo aggiuntivo (il 37bis) al Regolamento che ha introdotto la “dad” anche per i Municipi. Vale a dire che anche coloro che dovrebbero essere nei quartieri baresi gli artefici politici dell’avvicinamento dell’Amministrazione comunale al territorio, e quindi più vicini ai cittadini per le diverse problematiche locali, potranno estraniarsi fisicamente dalle sedute, guadagnando comunque il famigerato gettone di presenza rimanendo comodamente seduti a casa o al posto di lavoro, ma anche in auto o per strada. E potranno non perdere la “presenza” anche quando sono in vacanza sulla spiaggia a prendersi un po’ di sole o in montagna, perché sarà sufficiente collegarsi in videochiamata con uno smartphone che il “gettone” è assicurato. Un “gettone” che – come è noto – per i consiglieri di Municipio a Bari è parametrato “a cascata” all’indennità del sindaco e, quindi, dei colleghi di Consiglio comunale. Infatti, ad oggi i presidenti ed i consiglieri dei cinque Municipi baresi, pur non avendo concreti poteri amministrativi, ma quasi esclusivamente consultivi e propositivi, guadagnano molto di più dei sindaci e consiglieri comunali di realtà autonome delle dimensioni di Bitonto, Giovinazzo, Molfetta, Terlizzi, Triggiano, etc. Ovvero di realtà comunali i cui amministratori, oltre ad essere oberati da precise responsabilità di natura amministrativa, sono sottoposti anche a responsabilità di natura contabile per le decisioni che assumo, in quanto sarebbero chiamati a rispondere alla Corte dei Conti, qualora il provvedimento adottato causasse un danno erariale all’ente amministrato. Rischio da cui sono chiaramente esclusi i presidenti e consiglieri municipali baresi per il semplice fatto che nella sostanza questi ultimi sono praticamente esclusi da funzioni gestionali, rappresentando essi semplicemente un organo politico interno all’Amministrazione centrale del Comune. A conti fatti, però, ognuno dei cinque Municipi cittadini rappresenta per i baresi un costo, per i politici in esso occupati, che è pari, se non addirittura superiore a quello dei politici di un Comune autonomo con popolazione compresa tra i 30 e 100mila abitanti. Tradotto in soldoni i consiglieri ed i presidenti di Municipio baresi sono pagati meglio, o al più alla stregua, dei politici di un Comune di pari popolazione alla realtà cittadina barese di cui dovrebbero essere i “sensori” dell’Amministrazione centrale sul territorio. Invece, ora con la “dad” (possibilità, in verità, che in Puglia si sono auto-concessa al momento solo i politici del Comune di Bari e che, in assenza di una specifica normativa nazionale, fa sorgere molti dubbi circa l’effettiva legittimità di tale introduzione regolamentare!) anche i rappresentati delle mini-assemblee cittadine baresi sono stati sollevati financo dall’onere della presenza nella sede istituzionale di zona. Ed ancor più paradossale è il fatto che a non essere sollevati dalla presenza in aula sono i cittadini interessati ad assistere ai lavori di consiglio o commissione. Infatti, la modifica introdotta con l’art. 37bis del Regolamento sui Municipi non è stata prevista anche una modalità per il pubblico che consenta anche a questo di assistere da remoto alle sedute di consiglio e commissioni. Come mai al pubblico è precluso ciò che invece è stato ammesso per coloro che sono pagati per essere presenti in modo virtuale? Un interrogativo, questo, la cui risposta non è forse tanto misteriosa. Ovvero evitare che attraverso Internet i cittadini possano rendersi conto effettivamente di cosa accade e, soprattutto, di cosa si discute realmente nei consigli e commissioni dei cinque Municipi baresi. Ma questo è un altro discorso. Per ora è forse sufficiente prendere atto di quanto fallimentare, oltre che costoso, sia il decentramento a Bari e la “pacchia” per i politici in essi presenti ora può continuare anche senza più recarsi quotidianamente nella sede istituzionale per firmare la presenza.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 5 Aprile 2023

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