Cultura e Spettacoli

Non è peccato e, tanto meno, delitto Scrivere

Pasolini affermava che non è peccato e, tanto meno, delitto Scrivere, Gridare, Fare ” sit-in”, protestare anche per ciò che, personalmente, individualmente, ci viene tolto o non riconosciuto. Entro “statim in medias res”. Non sono un leguleio e, nemmeno, so se i diritti acquisiti abbiano Valore di Legge e, quindi, non so se quella faccia da sodale della ”bilderberg” che identifica mario monti e di quella da annoso chierico democristiano che identifica il “nipote” per antonomasia, cioè Enrico letta, avrebbe potuto il primo, potrebbe il secondo impiparsi della parzialissima rivalutazione delle pensioni medio – basse (qual è la mia) in base all’aumento del costo della vita. Se devo riandare alla metà degli anni ottanta del secolo scorso e fare una non indebita analogia, ebbene, quanto meno, il sinistro craxi ebbe bisogno di un referendum per abolire la “scala mobile”, anch’essa una rivalutazione,”tamen”, non pidocchiosa, quanto quella attuale delle pensioni, degli stipendi e delle pensioni in base all’aumento del costo della vita, conquista del mondo del lavoro alla quale la sinistra italettina, facendosi scudo dello statuario hammamettiano bettino (all’anagrafe pare che risulti benito, a Dire il Vero, nome, molto compromesso, d’un socialista, quando egli non aveva i denti davanti, quando, poi, i denti davanti gli crebbero diventò mussolini) diede con una sceneggiata democratica il benservito. Il caustico montanelli suggeriva ai fascisti come lui e dintorni che se avessero avuto in animo di fare o di progettare qualcosa con cui “andare in quel posto” a coloro che non avevano voce, alle classi popolari era, assolutamente, necessario che votassero la sinistra. Per fare degli esempi incontrovertibili: chi, mussolini appeso a piazzale loreto in milano,  si prodigò ché fossero amnistiati tutti coloro che, pesantemente, compromessi con il regime fascista, durante quel regime o per mezzo di quel regime avevano fatto affari d’oro? Togliatti, rais del p.c.i., ministro della giustizia nel primo governo di de gasperi ; chi si adoprò ché fosse dai Costituenti approvato l’art. 7 della Costituzione Italiana, in cui si proclama che i rapporti tra lo stato italiettino e la chiesa cattolica sono regolati dai “patti lateranensi”? Togliatti, rais del p.c.i., ministro della giustizia. I “patti lateranensi”? Sì, quelli stipulati da mussolini e dal cardinale gasparri, segretario di stato di pio XI, secondo i quali lo stato italiano s’impegnava a “risarcire” con una stratosferica caterva di lire lo stato del vaticano della perdita di roma e, quindi, del potere temporale su gran parte dello stivale centrale e faceva con tutti gli annessi e connessi, che in questa sede sarebbe lungo, doloroso elencare, della religione cattolica la religione di stato. Quale la ”ratio” dei “patti lateranensi” secondo mussolini ? La religione cattolica era ben radicata nella credulità del popolo italiettino e una buona parola in favore del suo regime dispotico, autocratico da parte del massimo rais vaticano, cioè il papa pio XI, lo avrebbe reso suddito fascista, affatto, per molti anni, come per 20 anni avvenne. Infatti, pio XI definì mussolini, “l’uomo della provvidenza”. Quale la ”razio” secondo togliatti della formulazione dell’art. 7 della Costituzione? Per rimanere al governo bisognava continuare a foraggiare  la chiesa cattolica che, avendo a sua completa disposizione un fortissimo partito cattolico o dei cattolici, poteva decidere per la permanenza o per il licenziamento dei comunisti dal governo. Infatti, promulgata la Costituzione secondo la quale, per l’inserimento dei “patti lateranensi” in essa, lo stato italiano diventava, confessionalmente, cattolico e, per certe tematiche d’importanza vitale per la vita e per le relazioni tra i cittadini suoi, diventava una ”dependance” del vaticano, togliatti e i milioni di comunisti furono estromessi dal governo e guai a chi, non facente parte “dell’enstablishement” delle “botteghe rosse”, si diceva “comunista”: era passibile di morte civile. Il regime fascista, continuava con il regime democristiano per 50 anni “padrinato” dal p.c.i. e da tutta la sinistra istituzionale, sindacati compresi,  ad onta dei morti della resistenza, che erano morti, inconsapevolmente, credendo, alfierianamente,  che il fascismo fosse tutto in mussolini e nei suoi scherani, mentre, in effetti, tutto il popolo italiano, maschi e femmine, vecchi e giovani, ricchi e poveri, imprenditori e operai, professionisti e tanti altri, era, è, culturalmente, tendenzialmente, fascista. Forse, anche coloro che contro il fascismo s’immolarono! Ora, siamo alle pezze! Chi, secondo quell’androide, alla bocconi assemblato, di monti e quella impunita della fornero avrebbe dovuto e potuto salvare i conti del bilancio statale italiettino per ad essi permettere di andare dalla merkel, “la culona inchiavabile”, secondo il berluska, farle la genuflessioncina, comunicandole che i conti erano tornati a posto e che, quindi, erano stati fatti i compiti a casa? IO e tutti coloro che percepiscono 30 mila euro all’anno di pensione, al lordo della tassazione vigente, il cui rateo mensile è di 1642 euro. Cifra astronomica, per cui niente rivalutazione della pensione per due anni! A monti e alla fornero subentrano al governo letta, il chierico scudocrociato , giammai, addolorato d’essere rimasto tale, e saccomanno, la cui alta preparazione di economista si rivela, esclusivamente, nel raschiare il barile dei redditi più bassi e nell’incrementare, parossisticamente, cinicamente, sadicamente, la impopolarissima tassazione indiretta, come tanti suoi predecessori al governo del ministero dell’economia. Anche per costoro, dunque, IO e altri, come ME, che percepiscono l’iperbolico rateo mensile di pensione di 1642 euro, abbiamo il dovere di salvare l’italietta dal fallimento, sì che per altri tre anni la pur impercettibile rivalutazione della pensione viene sospesa, mentre il costo della vita, anche per l’improvvido aumento dell’iva, deciso dal governo, ascende a livelli insostenibili. I642 euro di pensione dopo oltre 36 anni di servizio, non con la scuola sotto o vicino “al culo”, come il mio Idioletto senza vergogna MI Sollecita a Dire, ma in sardegna, nella bergamasca, nell’impervia basilicata, a 50 kilometri dal mio paese tra andria, gioia del colle, acquaviva delle fonti in “tour” per la provincia di bari. Per 13 anni poi a molfetta, dove ho concluso la mia carriera, economicamente, indigente di Maestro. Carlo Marx alla fine de “Il Manifesto del Partito Comunista”, Pubblicato a londra il 21 febbraio del 1848, e Scritto in Collaborazione con Friedrich Engels, Assicurava coloro che si sarebbero ”liberati dalle secolari catene” con l’avvento del Comunismo che a “tutti – Cito a braccio- sarebbe stato dato secondo i suoi bisogni e le sue capacità”. Orbene, senza discutere sulle mie Capacità Intellettuali, nobilitate da una indiscutibile Ricchezza Culturale che avrebbero meritato dallo stato italiettino ben altra considerazione economica che non l’obolo stipendiale prima e poi pensionistico, quali sono i bisogni inderogabili del  Maestro, come Me? Non certo i ridicoli  abiti griffati del “parvenu” che, con essi “costumandosi”, s’illude di dare una lustratina al suo “pecorume” mentale (per Parafrasare il cardinale di retz,  nemico mortale di La Rochefoucauld, secondo il quale ”ciò che è necessario non è mai ridicolo”, IO, al contrario, Assevero che ciò che non è necessario è sempre ridicolo), viaggi o crociere costosissime, auto di lusso, ma tutto ciò che s’apparenti con una vita e un apparire dignitosi, indicatori di sopravvivenza per i quali “necesse est”, mensilmente, fare i salti mortali per onorarli o realizzarli. Ma il Maestro, come ME, è, come il prete, ”ad aeternum” per i suoi Discepoli, i più antichi e nuovi, che, ognora, Lo Interpellano sui problemi più vari, sui quali Attendono da LUI, non una risposta qualsiasi, da dilettante allo sbaraglio, ma una Risposta esauriente e documentata. Il Maestro, come ME, pertanto, non può deludere i suoi Discepoli, sì che Continua a Studiare per Loro, ad Aggiornarsi per Loro; Studio e Aggiornamento che, come “le nozze, non si fa con i fichi secchi” (è ancora il mio Idioletto a suggerirMI popolari aforismi), ma con Libri che costano fior di euro da sottrarre, a Dire il Vero, ben volentieri, a qualche peccato di gola in cui, anche i Maestri, come ME, umanamente, incorrono.”Homo sum, umani nihil a me alienum puto”(Sono un uomo e ritengo che niente che all’uomo appartenga mi sia estraneo), Ribadiva di essere Cremete, il Personaggio della Commedia di Terenzio dal titolo “Heautontimerùmenos” (il Punitore di se stesso). Il mio Libraio che, per sfortuna dei miei pochi averi, ma per fortuna della mia tuttora “in progress” Maturità Spirituale, Culturale, Politica e dei miei Discepoli, MI Fornisce le Novità Editoriali su una vastissima gamma  di umane Questioni, sa a quanti e quali Sacrifici MI Sottopongo per Essere in Grado di MeritarMI la Fiducia e la Stima dei miei Discepoli. Se l’italietta non fosse tale per avere un popolo fatto di crani pieni di farina integrale che eleggono ai più alti scranni delle sue istituzioni, per essi, solo di nome democratiche i razzi (che un cronista, forse non per un “laspsus linguae”, sebbene, intenzionalmente, ha apostrofato: ”onorevole cazzi”), gli scilipoti, i de gregorio, i dell’utri, insomma, una vasta ciurma, capitanata dal berluska, di indagati dalla magistratura e da essa condannati, Terrebbe in eletta Nota i Maestri, come ME, e Investirebbe in Essi che hanno la Passione di Liberare dalle tenebre dell’ignoranza e, quindi, dal molto probabile Male il Prossimo che Incontra o con cui, occasionalmente, o, diuturnamente, Si Rapporta. La “spending review” (la revisione della spesa) è diventata un tormentone; ché essa sia realizzata sono stati da monti e da letta nominati due commissari, ovviamente, con lauti stipendi, uffici, personale alle loro dipendenze, auto che certifichino lo “status” sociale di coloro che in esse vi posino il culo. Siamo proprio al culmine della scempiaggine: il revisore che dovrebbe tagliare la pubblica spesa, si fa egli stesso, con il suo esserci nel libro paga dello stato, strumento di incentivazione della medesima. Ché una domanda, a proposito dell’invenzione di siffatti alti boiardi di stato, sorge spontanea: per rintracciare gli sperperi, la spesa statale improduttiva, come mai il governo di monti non ha utilizzato i suoi ministri, i suoi sottosegretari, come mai non ha allertato i direttori generali dei ministeri economici ? Così dicasi del governo letta. Cosa fanno nei ministeri codesti figuri di arrampicatori, arrivisti nello stagno dell’attuale politicume o nel mare ove, comunque, “si magna”, dell’alto burocraticume? Giocano allo scopone non scientifico, non avendo l’intelligenza di giocare a quello scientifico?  Casa fanno, di grazia, codeste nuove figure professionali della “spending review”?  Si sono con molto diligente acume “statim” impegnati a rompere i maroni ai poveracci ai quali i governi di sempre hanno ritenuto, con leonino coraggio, di poterli rompere: cioè ai pensionati, come Me, a 1642 euro sul libro paga dell’inps, si nega la rivalutazione; si bloccano i nuovi contratti ai dipendenti pubblici a 1100 o 1200 euro mensili con, magari, oltre 20 anni di onorato servizio; si taglia sulla Scuola, immaginando classi pollaio; sulla Cultura con la quale, secondo l’ex socialista tremonti non si mangia; sui Beni Culturali, il cui ministero, dal bilancio risicatissimo, non riesce, ad esempio, a frenare il grave decadimento di Pompei e Ercolano, mirabili testimonianze, uniche al mondo, di come viveva nel remoto passato la sua quotidianità la gente comune, mentre dalla gran parte degli scavi archeologici nel mondo sono venuti alla luce resti di palazzi regali, dei detentori del potere o delle classi egemoni, titolari del potere, altrettanto, nel passato (ad esempio: il “palazzo di cnosso” in creta con la sua sala del trono, centro politico e religioso della civiltà minoica;  la “domus aurea” di nerone in roma); i tagli alla Sanità poi sono stati e sono un classico dei governi italiettini di ieri e di oggi, se vogliono fare cassa. Invece, facendo riferimento a quanto abbiamo testè detto sui “patti lateranensi”, e sui privilegi che i governi italiettini, di destra. di sinistra, democristiani con tutoraggio del p.c.i., del p.s.i., degli azionisti, perfino, in auge subito dopo la caduta del predappiano, hanno concesso alla chiesa cattolica, è, semplicemente, immorale che: non si faccia ad essa pagare  l’”imu” o balzelli consimili sulla iimmensa teoria di immobili di proprietà del vaticano, di cui moltissimi fatti passare, falsamente, come luoghi di culto. Ciò che fa “incazzare” di più è che lo stato italiano ha, ultimamente, stabilizzato a tempo indeterminato, mentore il governo berlusconi con la ministra gelmini, gli insegnanti di religione cattolica, nominati “per chiara fama bigotta” dai vescovi cattolici, cioè da funzionari di uno stato straniero, sottraendo risorse ingenti alla scuola pubblica, nella fase storica in cui tremonti si divertiva a fare tagli lineari al “Welfare State”, acquisizione nei decenni da parte delle Forze più vive del popolo, ancorché italiettino. Miliardi sprecati a vantaggio del niente: codesti leccapiedi del prelatume cattolico non solo sono, incostituzionalmente, a tempo indeterminato nella scuola italiettina, in quanto la Costituzione Prescrive in modo tassativo che sia lo Stato con i suoi organismi e funzionari a selezionare per concorso coloro che desiderano accedere ai suoi uffici, ma non insegnano niente, ammesso che una religione possa essere insegnata e non accettata per fede, in quanto l’ora, purtroppo, curricolare di religione dagli scolari è sempre  stata, è impegnata o per ripassare argomenti disciplinari calendarizzati nell’ora successiva o vista come intervallo nella defatigante, mattutina quotidianità scolastica. D’altronde, ci sono tanti Laureati in Filosofia disoccupati che potrebbero Parlare, in tutti gli ordini di scuole, adeguando il linguaggio alle peculiari capacità di comprensione dei loro uditori, di dio, della sua supposta esistenza, della mortalità o immortalità dell’anima, dell’origine della vita, insomma, trattare i problemi metafisici e senza creare inopportune ridondanze, ci sono nei Licei gli Insegnanti di Filosofia che, percorrendo, storicamente, lo svolgerSi del Pensiero non possono non imbatterSi nel problema di dio, che dopo kant non ha più avuto rilevanza filosofica. Ma c’è un’ altra indecenza, di cui, martedì 19, hanno Discusso le “Iene”: i cappellani cattolici, secondo una legge del 1961, per portare la Parola non del Vangelo, ma di quella di bergoglio, dei suo predecessori e, eventualmente, dei suoi successori, tra i militari nelle caserme, vengono considerati militari e pagati con lauti stipendi dal ministero della difesa italiettino. Tale servizio  in favore della chiesa cattolica costa all’erario italiano ben 17 milioni di euro, in quanto costoro vengono assunti già con alti gradi e possono arrivare fino al grado di generale di corpo d’armata, incidendo, pesantemente, sulle casse della previdenza con la consistente pensione che in seguito percepiscono. Con questi annosi, mirabolanti sperperi di denaro pubblico, una qualche sensazione di smarrimento da porte girevoli Mi prende, se penso, soprattutto, alla scarsa cura che  i governi nazionali, regionali, provinciali, comunali hanno del dissesto idrogeologico di tutto lo stivale sì che, se Emmanuel prende qualche diuretico, non è esso risparmiato dall’apocalisse. E a voi, o miei 25 Lettori?

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

pietroaretino38@alice.it    


Pubblicato il 21 Novembre 2013

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