Cultura e Spettacoli

Non sfiorisce la rosa di Sophie

Talvolta costa caro opporsi al potere politico o a costumi sociali insostenibili. Per le donne, poi, è previsto un sovrapprezzo. Tre settimane fa, il 16 settembre, a Teheran, pestata dalla ‘polizia morale’, Mahsa Amini perdeva la vita per non avere indossato correttamente l’hijab. Il 2 ottobre 2018, nel carcere di Urmia, nel nord-ovest dell’Iran la ventiquattrenne curdo-iraniana Zeinab Sekaanvand veniva impiccata per aver ucciso il marito, cui era stata data in sposa all’età di quindici anni e che la donna aveva ripetutamente denunciato all’Autorità, ma senza trovare ascolto, per insostenibili e regolari violenze fisiche e psicologiche subite sin dal primo giorno di matrimonio. Il 7 ottobre 2006, a Mosca, un killer assassinava Anna Stepanovna Politkovskaja, una giornalista ‘rea’ d’aver ripetutamente attaccato Vladimir Putin a proposito della guerra in Cecenia. Il 22 febbraio 1943, Sophie Scholl, una studentessa, pagava con la vita un gesto di dissidenza verso il regime nazista… Quest’ultima ragazza aveva meno di ventidue anni quando, insieme ad altri membri di un movimento dissidente composto da universitari animati da valori cristiani (la Rosa Bianca), offriva il collo alla ghigliottina nella prigione di Stadelheim, a Monaco di Baviera. La figura della Scholl è al centro di un allestimento della Compagnia Il Vello d’oro andato in scena alla Vallisa domenica scorsa. Cristina Angiuli conferma sul palcoscenico dell’Auditorium Diocesano l’assetto scarno che, ripetutamente, ha consentito a questo ‘Hans e Sophie Scholl – La Rosa Bianca’ di girare nelle scuole in occasione del Mese della Memoria. Stralciando dal diario della sorella di Sophie Scholl, la Angiuli compone un testo tagliente e apprezzabilmente sintetico che dà vita a dialoghi serratissimi. Di questi sono appassionati interpreti Lino De Venuto, Isabella Careccia, Monica Angiuli, Davide De Marco e Francesco Casareale (scene e costumi di Monica Angiuli). Centrale al lavoro, la figura di Sophie Scholl, nobile e impetuosa, anche irridente nel suo coraggio, si stacca ad indicare ancora oggi la strada della fermezza. E’ il caso di ricordare che un busto di questa eroina , affiancato da una targa che commemora la resistenza tedesca al nazismo, orna gli ambienti del Walhalla, un tempio neoclassico ubicato a Donaustauf, nei pressi di Ratisbona, su una collina posta lungo le sponde del Danubio. Il vasto complesso, voluto da Ludovico I di Baviera e completato nel 1842, raccoglie busti e tavole decorative dei più importanti personaggi della storia e della cultura della Germania. E ancora ci si ricorda di Sophie Scholl – e del piccolo manipolo di martiri che ne condivise la tragica sorte  – col dono di una rosa bianca ogni qual volta uno studente si laurea all’Università di Monaco.

 

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 6 Ottobre 2022

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