Cultura e Spettacoli

Pane e quotidiano con Joumana Haddad (IV parte)

Pochi grammi di poesia al giorno per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi

Nel 2011 Joumana Haddad ha pubblicato per Mondadori, Ho ucciso Sheherazade una biografia letteraria in cui racconta, con grande coraggio, cosa significhi appartenere all’altra metà del cielo nel mondo arabo-islamico. Per il suo impegno culturale e sociale, dal 2014 è annualmente selezionata come una delle donne arabe più influenti nel mondo, dalla rivista Arabian Business. Due recenti raccolte dedicate dagli Oscar Mondadori alla scrittura araba femminile contemporanea in versi e prosa si aprono entrambe con suoi scritti. Una trae il suo titolo proprio da un suo verso, Non ho peccato abbastanza. Nei versi di Haddad e in quelli delle altre poetesse arabe entrano temi di attualità, come la guerra, o eterni, come le inquietudini esistenziali, il sentimento, l’amore che assurge al ruolo di una divinità, il corpo. Ciascuna a proprio modo, esprime la viva forza e la concreta capacità di reazione delle donne arabe, relegate nell’ombra sia dal mondo islamico, sia dal mondo occidentale, spesso incapace di guardare oltre un’immagine stereotipata dinnanzi alla smisurata ricchezza dell’universo femminile. Nel luglio 2013 Joumana Haddad è stata nominata dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris ambasciatrice onoraria della cultura e dei diritti umani della città di Napoli nel Mediterraneo.

Donna
Nessuno può immaginare
quel che dico quando me ne sto in silenzio
chi vedo quando chiudo gli occhi
come vengo sospinta quando vengo sospinta
cosa cerco quando lascio libere le mie mani.
Nessuno, nessuno sa
quando ho fame quando parto
quando cammino e quando mi perdo,
nessuno sa che per me andare è ritornare,
e ritornare è indietreggiare
che la mia debolezza è una maschera
e la mia forza è una maschera
e quel che seguirà è una tempesta.
Credono di sapere
Ed io glielo lascio credere
E creo.
Hanno costruito per me una gabbia
affinché la mia libertà fosse una loro concessione
E ringraziassi e obbedissi
Ma io sono libera prima e dopo di loro, con e senza di loro
Sono libera nella vittoria e nella sconfitta
La mia prigione è la mia volontà!
La chiave della prigione è la loro lingua
Tuttavia la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio desiderio
E al mio desiderio non impartiscono ordini.
Sono una donna.
Credono che la mia libertà sia loro proprietà
Ed io glielo lascio credere
E avvengo.

da Non ho peccato abbastanza – Antologia di poetesse arabe contemporanee, Mondadori, 2007

 

Rubrica a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte


Pubblicato il 9 Dicembre 2022

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