Cultura e Spettacoli

Paola, sirena incantatrice

La sera del 27 novembre 1924 era in cartellone al Teatro Filodrammatici di Milano la prima di ‘Alga Marina’. Il lavoro recava la firma di un drammaturgo pugliese, Carlo Veneziani (era nato a Leporano il 12 giugno 1882 ; si sarebbe spento a Milano nel 1950) che già si era fatto apprezzare per ‘La finestra sul mondo’, ‘La galoppata delle tartarughe’, ‘Io prima di te’ e ‘L’antenato’. Per ‘Alga Marina’ si era mobilitata mezza Milano. Due le ragioni di richiamo : la protagonista, Paola Borboni, la quale, benché solo venticinquenne, era già un nome a ragione del talento, dell’avvenenza e della personalità estrosa e trasgressiva. Era poi corsa voce (di sicuro veicolata ad arte) che la Borboni avrebbe ‘sorpreso’ tutti… Opera comica in tre atti, ‘Alga Marina’ gira intorno all’ameno caso di un impenitente scapolone del bel mondo, Cesco Pallavicini, il quale un giorno a Capri mentre pesca vede abboccare non un pesce ma una sirena… Alga Marina, questo il nome della donna-sirena, ha il potere di contrarre la coda in modo che le gambe si stendano. In questo modo l’insolita creatura può assumere sulla terraferma tutte le fattezze di una donna, salvo recuperare coda e squame appena a contatto con l’acqua di mare. Introdotta in società, Alga Marina, non nasconde la propria natura, ma nessuno le crede. Ugualmente fa strage di cuori maschili. Ciò fa sì che la sirena si ritrovi al centro di clamorosi fraintendimenti : un marito vede in lei la moglie fuggita, un diplomatico russo la prende per una principessa in incognito, un funzionario di polizia ritiene d’aver smascherato una truffatrice sulle cui tracce è da tempo… Alla fine, stufa degli uomini, Alga Marina riguadagna il mare. Ebbene, Paola Borboni, stupì il pubblico già alla sua prima apparizione. Coerentemente col mito iconografico della sirena, si presentò avvolta in una coda squamosa dalla vita in giù. Dalla vita in su era nuda… Mai visto un seno nudo a teatro prima d’allora. Una bella sfida nell’Italia fascista che propagandava il mito della madre onesta fattrice i figli, tutta casa e famiglia. E fu subito scandalo. In sala volò qualche fischio, in foyer a momenti ci si sfidava a duello. Il gesto della Borboni ebbe un’eco inaspettata. Ma nonostante il dissenso dei moralisti, la censura non intervenne e la commedia continuò ad andare in scena incontrando il massimo favore del pubblico. Rimase in cartellone più del previsto con recite straordinarie pomeridiane. Ogni volta il teatro era esaurito. Anni dopo Orio Vergani, il grande giornalista, ebbe a ricordare che “le repliche di quella commedia mobilitarono più binocoli di quanti ne fossero stati usati in mezzo secolo di prove ippiche a San Siro”.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 12 Giugno 2020

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