Cultura e Spettacoli

“Perché ci bombardate?”…

Dopo il successo di ‘Roccu u Stortu’, giovedì, era stata la volta di Noosfera Titanic (di e con Roberto Latini), opera di più complessa costruzione e perciò un po’ criptica, ben sostenuta dalle musiche di Gianluca Misiti. Con ‘Le Troiane’ si è chiuso venerdì al Nuovo Abeliano il trittico ‘Il peso della farfalla’, rassegna a cura di Clarissa Veronico. Prodotto da Accademia degli Artefatti, scritto da Mark Ravenhill, diretto da Fabrizio Arcuri e interpretato da Francesca Mazza, “Perché ci bombardate?” è il tormentone di una possibile conduttrice da talk show, un’imbonitrice da tenda mormonica, un’arruffapopoli da salotto televisivo inizialmente dimessa ma che via via tra la sorpresa generale sale di tono sino a gettare la maschera e svelare sotto l’immacolato, tenero manto d’agnello il pelo del lupo. Straordinaria per scelta di tempo e vis comunicativa questa lenta metamorfosi. ‘Le troiane’ è il canto del fariseo. L’occidente opulento e ‘bombardato’, manicheo e ipocrita, quello che macina libertà, verità e democrazia da ‘esportazione’ riscrive la geografia politica dividendo in due il globo quasi una lavagna da scuola elementare : a destra i buoni, i bravi, i virtuosi ; a sinistra il loro opposto. Si capisce che l’Occidente è dalla parte giusta, a differenza degli stati canaglia, islamici, comunisti… Perché ci bombardate?… Francesca Mazza è totalmente sguarnita, non potendosi parlare in questo allestimento di scene, costumi o anche solo disegno luci. Con grande carisma, armata della sola forza della parola, una donna inerme si offre alla platea. Si propone in punta di piedi. Finirà con l’imporsi col ruggito della tigre (quella imperialista che tanto non piaceva a Mao Tse Tung, la stessa belva delle guerre preventive, delle bombe intelligenti, dei satelliti ficcanaso, della comunicazione subliminale…). Convinto l’applauso conclusivo che premia una splendida prova d’attrice, la sapiente struttura di un testo, la perizia alchemica con cui la regia dosa i toni. – Prossimo spettacolo in cartellone alla neo-(ri)nata struttura di via Padre Kolbe : ‘Furie de Sanghe’ (Fibre Parallele), un testo di Riccardo Spagnulo, diretto da Licia Lanera, interpretato da entrambi e da Sara Bevilacqua e Corrado La Grasta (luci di Vincent Longuemare). Il ruvido allestimento racconta una Bari “archetipica e infelice, un pezzo di terra che puzza di pesce andato a male e che si brutalizza per la sua ignoranza, che stupra l’umano con la sua violenza”, una città che si afferma con voce arrochita e pregna di veleno, dove la comunicazione è affidata a una lingua primordiale e barbarica, affilata come un bisturi, che racconta uomini, cose e sentimenti con la stessa grazia d’uno staffile.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 23 Ottobre 2012

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