Cultura e Spettacoli

Petrucci: amore e antifascismo

Cos’hanno in comune il Lungomare Nazario Sauro e Segezia, la micro frazione di Foggia (ottanta residenti)? E’ presto detto: ciò che condividono anche i piani regolatori di Pomezia, Sassari e Chieti-Scalo. Ovvero, la mano di un architetto ed urbanista pugliese, Concezio Petrucci, nato a San Paolo in Civitate il 22 settembre 1902 e spentosi a Roma il 25 marzo 1946. Tra i primi dieci laureati presso la Regia Scuola di Architettura di Roma, Petrucci trovò subito l’amicizia e l’appoggio di Araldo di Crollalanza (Podestà di Bari, Deputato. Ministro dei Lavori Pubblici e Presidente dell’Opera Nazionale Combattenti). Ciò gli consentì una notevole e rapida ascesa. Nel 1937 Petrucci non ebbe nemmeno bisogno di vincere un concorso, peraltro mai indetto, per aggiudicarsi l’incarico di redigere il Piano Generale Urbanistico della Bonifica del Tavoliere. Il Piano prevedeva la realizzazione di strade ed altre infrastrutture, l’appoderamento di circa 40.000 ettari da assegnare a mezzadri e la realizzazione di due nuovi centri abitati: Incoronata e Segezia. Dei due borghi, Segezia è quello che ha avuto minor fortuna. Perché se Incoronata, che si raccoglie intorno all’omonimo Santuario, ha sempre conosciuto una certa vivacità, lo stesso non può dirsi per Segezia, i cui lavori di fondazione cominciati nel 1938 s’interruppero cinque anni dopo alla caduta del Fascismo. Oggi a Segezia vivono meno di cento persone. Chissà cosa doveva diventare Segezia nelle intenzioni del Regime a giudicare dall’enfasi dei pochi monumenti che si fece in tempo ad erigere: La chiesa di Nostra Signora di Fatima e il relativo campanile. Con espressione abusata si è parlato a tale proposito di ‘cattedrale nel deserto’, in riferimento al modo pressoché innaturale in cui questo complesso monumentale spicca. A parte la Casa del Fascio, il Palazzo del Comune, la Scuola e pochissimi altri edifici destinati a civile abitazione, a Segezia non esiste altro intorno a questi due colossi eretti senza risparmio quanto a materiali e originalità architettonica. Soprattutto fa specie che in età neo-imperiale a svettare nel cuore della futura città fascista non sia non sia la classica Torre Littoria, ovvero il più smaccato segno di Regime, bensì un simbolo cristiano. La cosa ha una spiegazione personale. Solo quattro anni prima Petrucci non avrebbe neanche concepito tanta audacia. Ma nel 1934, egli, convinto fascista ed amico di Crollalanza, aveva conosciuto Hilde Brat, ebrea berlinese rifugiatasi in Italia quando da noi ancora non erano in vigore le leggi razziali. Concezio s’innamorò di Hilde. Quando poi anche da noi furono promulgate le disposizioni in difesa della ‘razza’, Petrucci, deluso, divenne antifascista (e infatti nel 1943 rifiutò la proposta di Crollalanza di seguirlo al nord per aderire alla Repubblica Sociale). Di qui le scelte clamorosamente in controtendenza di Segezia e che il Regime tollerò data la fama dell’architetto.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 28 Maggio 2019

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