Cultura e Spettacoli

“Il monaco cavense Benedetto da Bari e i 7 sigilli”

Un interessante convegno di studio per analizzare la figura del monaco teologo Benedetto da Bari, vissuto a cavallo tra 1200 e 1300. Si terrà venerdì e sabato prossimi a Cava dei Tirreni ed ha per tema: ” Il monaco cavense Benedetto da Bari e i 7 sigilli”. I lavori si svolgeranno nell’ Abbazia benedettina della Santissima Trinità di Cava e vi prenderanno parte: Dom Michele Petruzzelli, Abate, Monsignor Domenico Ciavarella, Vicario Generale della Diocesi Bari- Bitonto, professor Fabio  Troncarelli, docente emerito alla Università della Tuscia di Viterbo, professor Fabio Fioretti, docente all’ Università Aldo Moro di Bari, professor Giuseppe Micunco, responsabile laicato della diocesi bari- Bitonto ed autore del volume: “Benedetto da Bari, i sette sigilli”, don Michele Bellino, direttore del Centro Studi Storici di Bari, don Michele Marinelli, professor don Luis Rivas, della Università Sant’ Anselmo, professor Francesco Bonomo, liturgista alla Università Sant’ Anselmo, professor Jean Paul Lieggi, docente alla facoltà teologica Pugliese, Monsignor Salvatore Palese, storico della Chiesa. Abbiamo intervistato il professor Giuseppe Micunco, autore del libro.

Professor Micunco, lei si è a lungo occupato di Benedetto da Bari, chi era costui?

“Un monaco benedettino, teologo, nato a Bari e vissuto tra il 1200 e 1300. Si trasferì a Cava dei Tirreni, presso l’Abbazia della Santissima Trinità dove poi visse. Proprio per questo il convegno si tiene in quel luogo. Di Benedetto le fonti non dicono molto, ne parla Beatillo”.

Lei lo ha ricordato nel volume Benedetto e i sette sigilli. Perchè il riferimento ai sette sigilli?

“Benedetto è autore di una importante summa teologica. La scrisse per i monaci dell’Abbazia di Cava quale strumento di istruzione e crescita. I sette sigilli, che ricordano quelli dell’Apocalisse, sono i sette misteri della vita di Cristo”.

Approfondiamo Benedetto da Bari…

“Come detto, fu un ottimo teologo monastico, biblista e spirituale. Ricordo che nel suo tempo nasceva la scolastica. I suoi scritti servivano da guida e da formazione spirituale per i monaci di Cava. Io ho tradotto il suo testo dal latino, detto beneventano, all’ italiano, con note esplicative e una introduzione. Il libro fa parte di una collana di studi storici della diocesi Bari- Bitonto arrivata al trentunesimo tomo”.

Si parla molto poco di Benedetto da Bari, perchè?

“Probabilmente perchè le fonti non sono abbondanti e risultano spesso poco chiare. Ritengo che vada studiato e riscoperto per la sua profondità dottrinale e teologica. Effettivamente non è stato sin qui adeguatamente valorizzato ed è un peccato. Sarebbe bello dedicargli una via di Bari. I domenicani di Bari su di lui avevano fatto una bella pubblicazione”.

Un giudizio di sintesi…

“Grande teologo, eccellente biblista”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 28 Maggio 2019

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