Cronaca

Polo giudiziario: se ne riparla a fine pandemia

Salta a causa del ‘Coronavirus’ e dell’annesso divieto di riunioni quella riunione che, appunto, doveva tenersi nella giornata di ieri presso il Ministero di Grazia e Giustizia per continuare a confrontarsi tra tecnici e burocrati del Comune di Bari ed enti e ministeri vari sulla pratica infinita relativa alla sede unica della Giustizia, a Bari. Dunque, bisognerà attendere che rientri l’allarme pandemia, e al momento non si ancora quando, per riprendere il percorso per realizzare quel Polo della Giustizia che il primo cittadino barese ha già deciso voler ubicare nell’area militare delle ex casermette di via Alberotanza, chiamandola ‘Parco della Giustizia’. E cioè in quella grande area verde alla periferia sud della Città con all’interno diversi edifici per gli uffici giudiziari, ultima ubicazione dopo trent’anni trascorsi tra proposte balzane di arcipelaghi, spezzatini et similia. Peccato che al momento, dopo tanti e troppi anni trascorsi pure in mezzo a perdite miliardarie di finanziamenti miliardari per la sede unica della nostra Città, non si sappia ancora con precisione quando si riaprirà quel tavolo bloccato stavolta da cause davvero imprevedibili, come solo e soltanto una maledetta epidemia può essere. Tra le criticità evidenziate finora al tavolo – almeno ufficialmente – quella della difficoltà nei collegamenti in entrata e uscita, anche se prima occorrerà procedere allo studio e successiva validazione della progettazione affidata a Invitalia, finanziato tempo fa dalla Città metropolitana di Bari. Un progetto tutto da valutare e ancora fin troppo nebuloso, ignorando tra le altre cose che le aree occupate dalle caserme ‘Milano’ e ‘Capozzi’ –come questo giornale ha più volte evidenziato – sono state già vincolate a verde dal vigente Piano Regolatore Generale fin dal lontano 1976. Un’area-standard al servizio del quartiere, peraltro, con una  situazione di mobilità e traffico nella zona assai complessa, per non dire particolarmente intensa. Intanto i fondi già stanziati dal Ministero di via Arenula, circa 94 milioni di euro, dovrebbe bastare almeno per il primo lotto, che dovrebbe accogliere gli uffici penali, al momento traslocati nell’ex ‘palazzone’ Telecom di Poggiofranco. Ed è proprio sul capitolo-fondi a disposizione del progetto per la sede unica del polo giudiziario barese che hanno espresso perplessità la Camera penale con una missiva trasmessa al ministro della Giustizia Bonafede già ad agosto dell’anno scorso. Eppoi replicata pari pari un paio di mesi fa. Infatti finora -come detto – e’ stata ufficializzata l’esistenza di risorse finanziarie disponibili per 94,5 milioni di euro, ma senza entrare troppo in dettagli, termini e modalità della concessione di quegli stessi fondi. Per di più non si conoscono a fondo i dettagli del protocollo approvato prima del tavolo che da ieri risulta sospeso in attesa che termini l’emergenza Covid-19, lasciando in piedi molti interrogativi che il presidente della camera penale barese ha poi sintetizzato in alcune domande poste direttamente all’avvocato-ministro Bonafede. “Esiste un progetto delle opere che dovranno essere eseguite? – ha chiesto dunque la Camera penale barese – esiste un computo metrico? Esiste un cronoprogramma?”. E ancora: “Sono previste date di consegna differenziate per gli uffici penali, civili e gli altri uffici giudiziari?”. Tutte domande ancora senza risposta, per chissà quanto tempo ancora…

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 31 Marzo 2020

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