Primo Piano

Popolare di Bari, approvato il primo bilancio della nuova gestione

L’Assemblea degli azionisti di “Banca Popolare di Bari s.p.a.” (società controllata da Mediocredito Centrale), tenuta secondo la modalità prevista dalla normativa Covid-19, cioè mediante procedura di voto a distanza, si è tenuta ieri in sessione ordinaria e straordinaria e in unica convocazione, ha approvato il bilancio di esercizio dell’Istituto bancario barese chiuso al 31 dicembre 2020 e relativo al periodo dal 16 ottobre al 31 dicembre 2020. Vale a dire quello della gestione ordinaria successiva a quella commissariale terminata – come è noto – il 15 ottobre scorso, con l’entrata in carico del Cda nominato dalla nuova compagine azionaria. L’Assemblea ha provveduto, inoltre, al riporto a nuovo della perdita, pari ad Euro 13.023.345, ed all’approvazione delle politiche di remunerazione e incentivazione per l’esercizio 2021, preso atto dell’informativa in merito all’attuazione delle politiche per gli esercizi 2019/2020, con il voto favorevole del 96,83% del capitale sociale presente e avente diritto al voto. Con la medesima percentuale di voto favorevole, è stato deliberato anche il riconoscimento, con effetto e a far data da detta deliberazione, del compenso da corrispondere ai componenti del collegio di gestione dell’Istituto. E mentre, con le modalità della videoconferenza, si svolgeva tale assemblea degli azionisti di Bpb, un centinaio di vecchi soci della ex cooperativa proprietaria, ai tempi della gestione Jacobini, dell’Istituto bancario barese con sede in corso Cavour sono scesi in piazza a Bari, con affianco le sigle di alcune associazioni di tutela (Comitato indipendente azionisti Bpb, Avvocati dei consumatori ed Asso azionisti Bpb), per protestare contro i nuovi amministratori della Banca nominati da Mcc su indicazioni dell’ex governo “giallo-rosso” guidato dal premier Giuseppe Conte. E quindi politiche. La protesta andata in scena sotto la sede centrale barese della Banca – secondo quanto hanno riferito con una nota le innanzi citate associazioni – è stata finalizzata a richiamare l’attenzione dell’Opinione pubblica e, quindi, del governo Draghi sui risultati negativi conseguiti dal nuovo Cda nei suoi primi due mesi e mezzo di gestione e ritenuto “incapace di risanare” detta “banca e soprattutto incapace di relazionarsi correttamente e minimamente con gli azionisti risparmiatori”. Infatti, le sigle associative organizzatrici della protesta e firmatarie della nota, ritenendo di dar voce ai circa 60mila soci inermi del vecchio azionariato popolare della Bpb, hanno chiesto le dimissioni o la revoca da parte del nuovo azionista di maggioranza (Mcc) dei componenti del Cda che sono a capo della Banca barese passata praticamente sotto una gestione indiretta dello Stato, a seguito del crac finanziario della cooperativa fondata dalla famiglia Jacobini. Ecco i motivi della richiesta riportati nella nota: “conti aziendali che evidenziano la diminuzione delle masse finanziarie raccolte e degli impieghi (-4%); poste contabili che evidenziano l’aumento vertiginoso in pochi mesi delle sofferenze (+58%, da 60 milioni a 96 milioni di euro); programmi riorganizzativi che evidenziano l’intervenuta chiusura di oltre 25 filiali e il trasloco delle scelte decisionali da Bari a Roma” e che nella nota ha fatto commentare “Altro che… Banca del Sud!” Ma a contribuire ad alzare il livello della polemica e, quindi, dell’azione di protesta sono soprattutto le voci i rilevanti compensi annuali stabiliti per il Collegio sindacale (60mila euro per il Presidente e 40mila euro per i componenti) e per il Consiglio di amministrazione (160mila euro per il Presidente e l’Amministratore Delegato e 60mila euro per i componenti). Ad infervorare la contestazione delle citate associazioni rappresentative dell’azionariato popolare (che però è ormai netta minoranza nella nuova compagine societaria della Bpb, in termini di “peso” per la quota complessiva rappresentata) c’è anche il fatto che è stato impedito, “nascondendosi dietro le problematiche del Covid”, di svolgere l’assemblea sociale in presenza e l’ordine del giorno assembleare è stato “infarcito” con plurimi punti, “eliminando così la possibilità per i soci di relazionarsi con gli amministratori della Banca nonché di esprimere, di fatto, il diritto di voto”, perché in tal modo – a dire delle associazioni di tutela – “sono pochissimi i soci che riescono a votare, superando il complesso meccanismo digitale della delega al rappresentante unico degli azionisti”. Però, il punto più dolente della protesta, per le tre sigle associative di tutela dei vecchi soci di Bpb, resta evidentemente il fatto che il nuovo vertice dell’Istituto barese li sta costringendo a ingolfare i Tribunali con cause penali e civili, rendedo questo l’unico strumento per tentare di recuperare qualcosa dei risparmi investiti nelle vecchie azioni e negli aumenti di capitale della Bpb al tempo della famiglia Jacobini ed ora come è noto – alle prese con un processo penale riguardante tale sua gestione. “Nessuna seria e concreta offerta transattiva” da parte del nuovo Cda della Banca, hanno lamentato nella nota esplicativa della manifestazione di protesta le associazioni di tutela dei vecchi soci e che invece si aspettano evidentemente proposte agli oltre 60mila soci che incolpevolmente hanno visto da un giorno all’altro azzerato il valore del loro investimento e dei loro risparmi. Ed in fine rilevare che, di contro, ora quegli stessi soci (tantissimi!) addirittura “fuggono da Banca Popolare di Bari, poiché ricevono condizioni contrattuali bancarie peggiorative rispetto al passato”. “Roba da non credere” per le associazioni firmatarie della nota. Come da non credere è soprattutto il fatto che a scendere in piazza per protestare sono appena un centinaio di soci truffati su una platea di quasi 60mila. Ed ancor più incredibile è l’assenza di iniziative concrete e serie da parte della classe politica pugliese per una “truffa” di massa, qual è stata per l’appunto quella della Bpb a gestione Jacobini, e di cui le responsabilità evidentemente non sono state soltanto di coloro che guidavano l’Istituto bancario barese.

 

Giuseppe Palella

 

 


Pubblicato il 26 Giugno 2021

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio