Cultura e Spettacoli

Povero Anfitrione, il danno e la beffa

Plauto non è carino con Anfitrione, questo valoroso principe tebano costretto ad abbandonare il talamo nuziale per il bene della patria. Aiutato dal ruffianissimo Mercurio, l’insaziabile Giove ne approfitta per infilarsi nel letto della bella Alcmena. Non contento, trova pure come prendersi beffe del povero padrone di casa, che poco a poco plagia sino a che il povero becco (nel frattempo diventato pure contento) perdona la moglie, si dice non disturbato di dover dividere la nuova figliolanza col re degli dei e tira il sipario invitando il pubblico all’applauso. Classica commedia degli equivoci, l’opera plautina si presta ai toni esuberanti. Cimentandosi con essa, Teresa Ludovico non si lascia pregare e pigia sull’acceleratore. Il suo ‘Anfitrione’ si concede di tutto, drag queen e camorristi inclusi. Per quanto il testo appartenga ai sobri giorni della Roma repubblicana, qui sembra d’essere sei secoli oltre, nel periodo di decadenza dell’Impero, tale è la voglia di saltare steccati e andare oltre. Un lavoro che nel retrogusto svela il circo e la festa di piazza, il carnevale e l’allegria balcanica. Una messinscena sottilmente violenta (al di là delle rivoltellate), oltre che amara : La violenza è nell’esasperazione del tono canzonatorio, di cui l’amarezza è una ricaduta. Quanto al colore malavitoso (e tamarro) che intride l’operazione, la scelta diventa tollerabile se messa in sintonia col più vasto disegno di una messinscena che, volendo attualizzare le cose pur al prezzo di forzature, delibera di stupire e perciò si fa debordante. Trova invece stretta giustificazione se rapportata all’urgenza di “liberare il mito della patina classicista ed estetizzante”. Sfatare Gilgamesh, Teseo e Bellerofonte, vedere negli eroi del mito solo un’accozzaglia di capibanda equivale a privare di senso Esiodo e Omero. Rinunciare totalmente al sogno e all’illusione non paga (chi di noi è diventato migliore dopo aver scoperto la verità sulla Befana?). Una messinscena, comunque, molto apprezzata da oltre mille spettatori distribuiti nel corso di ben sei sold-out (chissà che il teatro non stia ritrovando la platea). Bravi e generosi Michele Cipriani, Irene Grasso, Demi Licata, Alessandro Lussiana, Michele Schiano di Cola e Giovanni Serratore. Musiche dal vivo : Michele Jamil Marzella – Prossimo appuntamento al Kismet per la stagione dei Teatri di Bari : sabato 24 marzo con ‘Animali da bar’, uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo. Drammaturgia di Gabriele Di Luca. Con Beatrice Schiros, Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Pier Luigi Pasino e Paolo Li Volsi. Voce fuori campo di Alessandro Haber. Regia di Alessandro Tedeschi, Gabriele Di Luce e Massimiliano Setti.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 22 Marzo 2018

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