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Riapre l’ex sezione femminile e scoppia la rabbia degli agenti

Carcere di Bari, tornano ad agitarsi gli agenti penitenziari, all’interno di un’amministrazione che, invece di correre ai ripari per far fronte alla situazione di disagio che si vive all’interno del carcere di Bari, sembra spinga sempre più in basso l’asta  relativa alla sicurezza nel penitenziario di corso De Gasperi. L’ultimo episodio scatenante? La decisione di riaprire l’ex sezione femminile, chiusa per motivi igienico sanitari, che con qualche lavoro fatto in economia, dovrebbe ospitare altri detenuti, nonostante a Bari il sovraffollamento abbia raggiunto quasi il 40 per cento dei posti disponibili (circa 400 detenuti a fronte di 270 circa posti ) tra i più alti in Italia. Peraltro con la chiusura dei manicomi, il carcere del capoluogo come tanti altri s’è popolato di detenuti con seri problemi psichiatrici che vengono alloggiati nelle stanze con altri ristretti, provocando in parecchi casi la reazione di questi ultimi. Ma a Bari esistono ben due sezioni – la III° e la IV° – che ospitano appartenenti ai vari clan malavitosi rivali che si contendono il territorio di Bari e provincia e che sono divisi da pochi metri. <>, taglia corto Federico Pilagatti, segretario del ‘Sappe’, sindacato autonomo che rappresenta gli agenti penitenziari. In questo clima, gli stessi agenti per tutta la durata del servizio (8/9 ore) sono costretti a occupare più posti di servizio contemporaneamente (due, se non tre sezioni detentive) all’interno di ambienti fatiscenti, respirando fumo passivo emesso dalle sigarette dei detenuti, in violazione di qualsiasi norma. Eppure, l’amministrazione penitenziaria da una parte nega quasi del tutto i  diritti contrattuali ai lavoratori, dall’altra sembra quasi spremersi per incrementare tutta una serie di iniziative a favore dei detenuti che abbassano, se è possibile, ancora di più i livelli di sicurezza del carcere. Ciò accade in quanto i vertici dell’amministrazione penitenziaria di Bari e regionale, invece di battere i pugni con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per rappresentare la gravità della situazione, accettano passivamente qualsiasi disposizione dello stesso DAP,  che passa il suo tempo ad ‘ingentilire’ i termini carcerari, per cui tra non molto potremmo trovarci a chiamare  i ristretti in carcere non più detenuti, ma ‘diversamente liberi’, come osserva non senza ironia Pilagatti. Che parla di decine di poliziotti mandati all’ospedale anche per colpa di aggressioni tra le mura carcerarie nell’indifferenza dell’amministrazione. A ciò si aggiunge il grave problema relativo  al continuo accompagnamento e piantonamento  dei detenuti presso strutture sanitarie esterne, anche per futili patologie, con seri problemi alla sicurezza di tutti. Proprio per questo è partita da ieri lo stato di agitazione degli agenti in divisa grigia per un’estate che  si preannuncia molto calda nel carcere di Bari, al fine di  ridare dignità e professionalità ai tanti poliziotti sottoposti ad aggravi di lavoro e minacce di ogni tipo, con zero tutele in cambio.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 17 Giugno 2017

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