Cronaca

Rifiuti: silenzio su un piano che da anni stenta ancora a decollare

Nel Piano Regionale dei rifiuti è stato inserito il sito delle cave di Grottelline come discarica, senza tenere in alcun conto la preoccupazione dei cittadini per il pericolo di rifiuti pericolosi interrati. Eppure, non era Vendola ad abbracciare la filosofia “rifiuti zero, zero discariche”?”. Sono trascorsi ventiquattro mesi esatti da quando – con tanto di nota vergata per iscritto – il Capogruppo Cor in Consiglio Regionale, Ignazio Zullo, metteva nero su bianco il rischio ambientale legato alla gestione dei rifiuti. “Nel sito di Grottelline – proseguiva Zullo- già interessato dall’azione della magistratura, c’è il sospetto sia stato utilizzato per rifiuti pericolosi. Una triste storia di inefficienze regionali che hanno smentito le promesse vendoliane che, se mantenute, non avrebbero potuto che incontrare il nostro favore. Il punto, però, è che risulta impossibile parlare di rifiuti zero quando la raccolta differenziata in Puglia è ferma e l’ecotassa continua ad insistere sui Comuni con i cittadini a farne le spese come sempre. Ora sulla megadiscarica Grottelline c’è il noto scaricabarile tra uffici e servizi interni, ma fin dall’inizio del 2007 l’ex capo della giunta Vendola lanciò una scommessa per la Puglia: accantonare l’idea che dai rifiuti potesse prodursi energia, con la termovalorizzazione, puntando sul recupero di materie. Questa è stata, con ogni evidenza, una scommessa persa considerando anche gli obiettivi di raccolta differenziata prefissati e mai raggiunti. Per coerenza al “Vendola pensiero” sarebbe stato opportuno eliminare dal Piano discariche come quella di Grottelline e Corigliano. Invece, il filo rosso è come sempre l’inefficienza di questo governo: sullo sfondo, infatti, c’è pure la mancata attuazione della legge regionale 24/2012 con la disomogenea realizzazione degli Aro sul territorio ed il mancato avvio di gare uniche per ambito territoriale ottimale di raccolta. Se non si dovesse invertire presto la rotta – e sono trascorsi due anni … – la Puglia diventerà una discarica a cielo aperto, ma sotto la protezione dei sigilli della magistratura”. E dire di Vendola che oggi parla dal Canada per tutelare il futuro del compagno e del figlio e allora parlava di “pianificazione di tipo completamente nuovo, intesa come strumento di democrazia”. Come? Mettendo, spiegava ancora l’ex governatore-gentile, il piano online, avviando la concertazione con tutti gli attori e soggetti interessati al Piano dei rifiuti approvato dalla Giunta regionale. Per loro che governavano e governano la regione Puglia “il problema dei rifiuti non è un problema di tecnologie dello smaltimento, bensì è un problema di impianto politico e culturale in un territorio”. Già a maggio 2013 occorreva fare un salto di qualità, imparando che non esistono i rifiuti se non i nostri rifiuti culturali. “La nostra filosofia è pensare che il rifiuto non sia un problema ma una risorsa. Il rifiuto così diventa da problema di smaltimento ad occasione di costruzione di ricchezza. Se immaginiamo che il rifiuto è materia e può essere recuperato riciclato e trasformato nuovamente in business economico, cambia tutto”. E ancora, a dimostrazione che le belle parole sono tutto nella politica vendo liana: “Noi veniamo da una storia particolarmente dura che è quella di una pianificazione improvvisata e anche di tipo autoritario perchè il piano dei rifiuti che si costruiva con il commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, era un piano non partecipato e non condiviso. Era un piano anche abbastanza discutibile perchè prevedeva, per gli impianti, che la valutazione di impatto ambientale fosse fatta dopo lo svolgimento delle gare d’appalto ed era anche un piano dei rifiuti che poteva consentire alle imprese più opache di fare il loro ingresso nel sistema pugliese”. Ecco che c’è ancora chi si vanta di aver cancellato “i tre grandi inceneritori di vecchia concezione che erano stati previsti le città di Trani, Bari e Brindisi”, senza scordare che “…i termovalorizzatori, che sono operanti in Puglia, non sono una responsabilità regionale bensì sono regolati da norme comunitarie e nazionali”. Insomma, in Puglia sarebbe cominciato un percorso vero di cambiamento, con un piano che “….sarà l’inizio di un’assunzione di responsabilità di tutti, dai semplici cittadini, modificando lo stile sia del privato cittadino che deve abituarsi a convivere con tre sacchetti di immondizia”. Alzi la mano chi se n’è accorto, per favore…

 

Antonio De Luigi

 

 


Pubblicato il 17 Giugno 2016

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