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Federico: “Vogliamo fortemente la prima vittoria, credo in questi ragazzi e nel mister”

“Lavorare con i giovani e valorizzarli” è uno degli obiettivi del direttore sportivo Sandro Federico che già molto bene ha fatto nella sua carriera dirigenziale. Nativo di Toronto ma abruzzese di nascita, suoi i meriti di aver scoperto alcuni talenti come Spinazzola, Gyasi e Mancuso, solo per citarne alcuni. Proveniente dal Teramo, quest’estate ha sposato il progetto della Fidelis Andria e voluto fortemente al tecnico Cudini. Con il direttore sportivo abbiamo toccato diverse tematiche e non solo della sua Fidelis, che ringraziamo per la concessione.

Direttore, l’obiettivo dichiarato quest’estate è una salvezza tranquilla e far divertire i tifosi, lo conferma anche dopo le prime cinque di campionato?

“Assolutamente, noi non cambiamo mentalità ed il modus operandi è quello di avviare un progetto che è stato avviato su una base di giovani di proprietà e di prospettiva, da valorizzare il valore umano a disposizione e fare bene con la filosofia di gioco del mister”.

A proposito del tecnico ha scelto una guida con una mentalità offensiva e che non fa le “barricate” ciò nonostante non è arrivata ancora la prima vittoria. Cosa manca?

“Quando ho accettato questa sfida ho subito pensato a mister Cudini e l’ho proposto al presidente che ha condiviso la mia scelta. Mi piaceva già questo tecnico ed ha fatto molto bene. Avevamo tante uscite da fare, ma allo stesso tempo andava rinnovato un gruppo che lo scorso anno ha conquistato una salvezza un po’ tribolata e sofferta. Vorremmo e lo ribadisco ottenere una salvezza tranquilla, ma serve pazienza per inserire tutti i nuovi calciatori, collaudare i  nuovi schemi e coraggio che non ci manca. Voglia mo tanto questa vittoria sfiorata sin qui, e sono sicuro che daremo soddisfazioni ai nostri tifosi a cui chiedo un po’ di pazienza e di starci vicino”.

Mancuso, Gyasi  e Spinazzola, con quest’ultimo campione europeo ed imprescindibile per la Nazionale, si aspettava questo exploit?

“Spina (Spinazzola, ndr) lo ho preso che era poco più di un ragazzino ed avevo intravisto grandi potenzialità, era un attaccante vi svelo, poi arretrato ad esterno ed oggi terzino. Aveva grande forza esplosiva, e voglia di superare qualsiasi difficoltà ma soprattutto in comune con Mancuso e Gyasi hanno tutti e tre grande umiltà che gli sta consentendo di fare una carriera nei massimi palcoscenici.  Mancuso, è come un figlioccio, lo ho preso che era stato svincolato dal Catanzaro che aveva segnato due reti nella stagione prima, ne fece 25 in 40 partite ed approdando in serie cadetta ed ha fatto anche la A con l’Empoli. Gyasi ha fatto le giovanili nel Torino che forse non ha creduto abbastanza nelle qualità del ragazzo, rischiava di rimanere nel dimenticatoio o a giocare tra Lega Pro o dilettanti, invece anche in questo caso è stata una scommessa vinta e patrimonio per il club in cui milita in A”.

Torniamo alla Fidelis: si aspetta di più da Giovanni Mercurio giunto in prestito dal Bari ma che ancora deve ritagliarsi il suo spazio?

“Giovanni è un ragazzo di 19 anni che quando ha avuto la sua chance con il Bari, l’anno dopo avrebbe meritato di dare seguito in un campionato del genere, invece è tornato a giocare con la Primavera sebbene fosse quella di un club di prima fascia, ma il calcio in Lega Pro è diverso da quello giovanile e perciò deve adattarsi e ritrovare quella sicurezza e qualità che ha nelle sue corde, oltre alla fisicità importante di cui dispone che lo agevola. Si è messo a disposizione del mister e del gruppo con umiltà e sono sicuro che verrà messo nelle condizioni migliori di poter esprimere il suo potenziale”.

Sabato pomeriggio vi tocca il terzo derby stagionale e di fronte ci sarà la Virtus Francavilla, molto spregiudicata soprattutto in casa dove in passato ha costruito il proprio fortino. Che partita sarà?

“Un’altra battaglia bella da vivere sul rettangolo di gioco. Di fronte ci sarà una squadra molto arrembante specie sul proprio campo e ben costruita dal collega che stimo e apprezzo Mimmo Fracchiolla, un bravo e abile dirigente sportivo. Noi però abbiamo una voglia matta di trovare la prima vittoria e di affermarci anche su un campo molto difficile. Non ci sono gare facili, ma se combatti e dimostri la voglia di afferrare la vittoria e sfoderi le molle giuste, te la giocherai sempre contro chiunque”.

Lo scorso anno fu un saggio profeta nel prevedere il Bari come favorito alla vittoria finale. Quest’anno il Bari in B, dove lo immagina a fine stagione?

“Ricordo benissimo quelle dichiarazioni e avevo visto una buona costruzione della squadra, partendo dalla scelta del tecnico, Michele Mignani, un altro mio figlioccio perché lo ho voluto a Siena ed ha iniziato lì la trafila dalle giovanili, dove è stato un grande capitano da calciatore. Conosco bene anche il suo vice, Vergassola ed il preparatore atletico, il prof. D’Urbano perciò ero consapevole di ciò che avrebbero potuto dare. Quest’anno hanno mantenuto l’ossatura vincente dello scorso campionato ed aggiunto qualità e giovani di grande valore, mi riferisco ai nazionali, Caprile e Cheddira. Vedo il Bari all’arrivo sicuro tra le prime otto, ma possono spingersi anche oltre”.

Ricorrerete direttore ancora al mercato degli svincolati, o si pensa a gennaio?

“Io credo che questi ragazzi hanno le risposte dentro e devono far uscire quel fuoco che ho visto in allenamento. Anche tra i più giovani ho denotato grande voglia. A gennaio sicuramente faremo qualche ritocco e perfezioneremo l’organico, ma si va avanti con questi. Di recente abbiamo avuto l’infortunio di Ercolano, ma faremo fronte compatto anche a questa situazione, e potrà portare ad un ulteriore processo di maturazione della squadra, confido in loro e nel mister”.

Ultima chiosa per lei che ha preso parte alla Maratona di New York. Maratona, nella vita ed anche in campo per la sua Fidelis?

“La maratona mi ha insegnato che rappresenta un corsa di formazione continuo, una palestra per la vita. Inizi con leggerezza, poi aumenta la fatica e viene il difficile, in un percorso di 42 Km non lo superi solo con la giusta preparazione fisica ma ci vuole una forte preparazione e motivazione a livello mentale. E’ cosi anche nella vita di tutti giorni. Una passione che continuerò a coltivare”.

M.I.

 

 


Pubblicato il 30 Settembre 2022

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