Cronaca

Santo Spirito, liquami per strada anche senza acquazzone

Non siamo né in pieno inverno, quando possono verificarsi intense piogge, né si è verificato uno scrosciante temporale estivo, eppure ieri in primissima mattinata il centro storico di Santo Spirito compreso tra il lungomare Cristoforo Colombo e via Fiume (o, per meglio intendersi, tutta la parte retrostante la Parrocchia dello Spirito Santo fino alla rotonda della storica piazza che si affaccia all’interno dell’insenatura portuale), unitamente alla trasversale via Settembrini sono state invase dai liquami fuoriusciti dai tombini stradali della fogna nera. Questa volta, infatti, a far saltare i coperchi dei tombini non è stata di certo l’acqua piovana confluita nelle condotte della fogna nera, come accade sistematicamente a Santo Spirito da quasi vent’anni a questa parte, bensì la sovrapressione causata verosimilmente dall’inadeguatezza di condotte ormai vecchi di oltre trent’anni e, soprattutto, di diametro insufficiente a far defluire nei momenti di punta gli scarichi di un’utenza ormai aumentata di numero, per vie delle tante nuove costruzioni che sono state allacciate sulla rete fognaria preesistente. Quindi, un ennesimo danno ambientale e rischio igienico-sanitario per una parte di popolazione che ieri mattina a Santo Spirito è stata costretta a muoversi tra le puzzolenti sostanze solide di fogna sparse sull’asfalto e le acque maleodoranti che avevano invaso i marciapiedi e la carreggiata stradale, riversandosi poi, per la parte tracimante il cordolo stradale del lungomare, nello specchio d’acqua del porto che, nel giro di circa mezzora, da azzurro limpido si trasformava in marrone chiaro. Per fortuna, il lunedì mattina, alcune attività commerciali della zona (pescherie, ecc.) erano chiuse, ma erano comunque operanti altre attività di generi alimentari (negozi di frutta e verdura, panifici e salumerie) in cui molti clienti entravano dopo aver camminato sulle aree pubbliche interessate dal flusso di liquami fognari. Da considerare che proprio al centro della zona interessata dal problema descritto innanzi è ubicato il mercato coperto comunale di Santo Spirito al quale si entra e si esce attraversando necessariamente le strade su cui “esplodono” i tombini della fogna. Un problema, questo, presente a Santo Spirito – come detto – da quasi due decenni, ma finora mai risolto, nonostante la gravità dello stesso dal punto di vista ambientale ed i conseguenti rischi sanitari. Infatti, finora solo rimpalli e scarica barili di responsabilità tra gli enti (Comune ed Acquedotto pugliese) che hanno competenza sul problema e che avrebbero da tempo dovuto provvedere a risolverli. Invece dall’Aqp sostengono che l’ente è responsabile solo della gestione del sevizio e, quindi, al più delle manutenzioni. Perché la rete è di proprietà del Comune. Ed è quest’ultimo – secondo l’Aqp – che deve farsi carico di risolvere i problemi strutturali della rete (insufficienza delle condotte, pompe di spinta, etc.). “Anche perché – ha spiegato qualche tecnico del settore – è il Comune che ha incassato gli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria delle tante nuove unità residenziali che nel corso degli anni si sono aggiunte agli edifici esistenti e che oggi sono alla base dell’inadeguatezza della rete fognaria di Santo Spirito”. Infatti, sempre secondo qualche bene informato, il problema non è mai stato realmente risolto perché occorrerebbe un investimento di 30-40 milioni di euro per il rifacimento di interi tronchi urbani e che tutte le varie Amministrazioni baresi che si sono succedute negli ultimi due decenni hanno evidentemente fatto sempre orecchio da mercante, per metterli a disposizione di tale intervento. In altri termini, il Comune di Bari ha incassato dai privati gli oneri urbanistici dei nuovi complessi edilizi, però poi è ritroso ha spenderli su questo stesso territorio che li ha prodotti, per realizzare le opere necessarie di adeguamento, come la rete fognaria e, forse, non solo quella. Infatti, ha rilevato un cittadino del V Municipio di decentramento barese, “a Palese e Santo Spirito, soprattutto d’estate, in alcune zone abbiamo problemi di cali idrici a causa della riduzione di pressione, poiché vi sono edifici costruiti da decenni che sono collegati alla rete urbana di somministrazione idrica ancora attraverso l’originario troco di cantiere, anziché quello idoneo che il Comune avrebbe dovuto far realizzare dall’Aqp per la somministrazione a regime dell’acqua alle nuove sopravvenute utenze”. Per intanto, come al solito, le lamentele contro l’Amministrazione barese, per ciò che è accaduto ieri a Santo Spirito, stano già riempendo le pagine locali di Facebook. E tra queste compaiono anche alcune che in maniera appropriata affrontano la questione, per poi rilevare che alla base di questo problema, come di tanti altri (viabilità e traffico, sostegni al commercio locale, sevizi, etc.), c’è la generale disattenzione e superficialità nella gestione del territorio del V Municipio dovuta al fatto che chi governa da Bari tale ormai popolosa realtà è  sempre stato troppo distante da questo territorio accorpato – come si ricorderà – forzatamente a Bari nel 1928, con un atto d’imperio del governo Fascista, e che da oltre un secolo, invece, chiede ed ha bisogno di staccarsi per diventare Comune a se, con una propria indipendenza politico-amministrativa.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 19 Luglio 2022

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio