Cronaca

Spettacolo pugliese fermo: l’emergenza non è finita!

Due anni di stop, quasi totale, hanno piegato gli operatori dello spettacolo: teatri, cinema, compagnie di produzione e spettacolo viaggiante sono sprofondati in una crisi profonda. Due anni di inattività che hanno letteralmente prosciugato le già esigue risorse di cui disponevano gli operatori, imboccando un tunnel che pare ancora senza vie di uscita. Riportare i cittadini a frequentare i luoghi di spettacolo dovrebbe essere la priorità ma è indispensabile intervenire immediatamente al fine di evitare la chiusura di cinema, teatri e luoghi di spettacolo. Senza sbandierare dagli enti pubblici con la Regione Puglia in prima fila milioni di euro di contributi a fondo perduto che non si sa dove finiscono, se non in quelle fin troppo spesso dei soliti noti. Insomma, il lavoro capillare che fanno gli operatori dello spettacolo è necessario alla formazione di cittadini consapevoli e sensibili alle dinamiche sociali dei nostri territori. I grandi eventi pubblici sono sicuramente necessari al marketing territoriale, a creare un’ immagine della Puglia che vada oltre i confini nazionali ma non possono sostituirsi ai progetti culturali “del” e “nel” territorio che portano ricchezza materiale e immateriale. Conclusione? Sono necessari interventi urgenti e immediati, come già avviati in altre regioni di Italia, per non disperdere l’investimento pubblico e privato che si è fatto negli ultimi anni in Puglia. Ed è assolutamente necessario ascoltare gli operatori e intervenire al più presto onde evitare lo sgretolamento del sistema spettacolo che con tanta fatica migliaia di professionisti hanno contribuito a costruire.  La speranza è che questo genere di appelli venga recepito in tutta la sua urgenza dal Presidente Emiliano che ha diretta competenza sul settore avendo mantenuto la delega e che la Regione Puglia intervenga immediatamente, mentre lui sa bene che il mondo dello spettacolo e della cultura si stanno mobilitando: dagli artisti alle maestranze, dalle aziende ai sindacati, dai lavoratori autonomi alle associazioni di categoria. Operatori ed operatrici del comparto rivendicano attenzione, diritti e il giusto riconoscimento del proprio ruolo nella società, oltreché accendere un faro sulle condizioni di un settore in forte crisi a causa della pandemia, anzi il settore più colpito dalle clausure 2020/2021. Perdendo oceani di professionalità, ma anche artisti, luoghi di sperimentazione e aggregazione, con un patrimonio di competenze, contenitori culturali e reti sociali che difficilmente si potranno recuperare. E allora, quando si deciderà di dare finalmente una sterzata per regolamentare un mondo in cui regna la precarietà e in cui gli operatori si ritrovano “scoperti” di fronte a crisi strutturali come quella che non sembra ancora terminata definitivamente? Si attiveranno mai i tavoli anticrisi a livello locale, regionale e nazionale, coinvolgendo parti sociali e datoriali per discutere non solo degli stanziamenti dello Stato e delle risorse derivanti dal PNRR, ma anche dei provvedimenti regionali che non arrivano mai? Il Covid-19 ha messo a nudo la fragilità del comparto. Soprattutto in Puglia, dove si sconta il ritardo sulla nuova legge regionale, la mancanza di un fondo di garanzia per le imprese, la mancata rivisitazione delle modalità sui bandi e infine l’assenza di un sostegno regionale al reddito ai singoli lavoratori. I provvedimenti nazionali e regionali, giova ripeterlo fino alla noia, per contenere il rischio del contagio hanno travolto il settore: migliaia di spettacoli ed eventi già programmati sono stati sospesi o annullati, produzioni teatrali e cinematografiche sono saltate, tutti i contenitori culturali hanno dovuto chiudere e la lentezza della ripresa non fa ben sperare.

Francesco De Martino


Pubblicato il 30 Aprile 2022

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