Cultura e Spettacoli

Spigolature di fatti e misfatti (9)

Lord Michael Bates, Ministro britannico del dipartimento internazionale per lo sviluppo, il 31 gennaio del 2018, arrivato alla “camera dei lord” con due minuti di ritardo,”tamen”, sufficienti a non permetterGli di rispondere alla prima domanda della baronessa lister, nel Prendere la Parola, Si Scusò con i seguenti nobili Accenti: ”Mi scuso per la maleducazione che ho mostrato non facendomi trovare al mio posto. Nell’anno in cui è stato mio privilegio rispondere alle domande per conto del governo, ho sempre creduto che dovremmo elevare il livello di cortesia e rispetto nel rispondere. Mi vergogno per non essere stato al mio posto, e di conseguenza offrirò al primo ministro le mie dimissioni con effetto immediato”. Se volessimo spaccare, dividere il capello in quattro, potremmo, malevolmente, insinuare che il buon  Lord Michael trovò le sue scuse pronte, dovendo giustificare il suo ritardo in una “camera” di rappresentanti della sua classe di appartenenza. Infatti, precedentemente, abbiamo Rilevato che avrebbe dovuto rispondere ad una interpellanza, da una baronessa formulata; chissà (sempre la malevolenza, da capello diviso in quattro, ci fa dubitare) se il ministro sarebbe stato colto dal medesimo rimorso da ritardo, se di esso avesse dovuto dar conto nella ”camera dei comuni”o “camera bassa”, formata non da nobili o giù di lì, tanto per intenderci. Comunque, NOI siamo sicuri che il buon Michael avrebbe messo in cantiere il medesimo comportamento di cortese rispetto, anche, con i “comuni mortali”, cadreghinati nella “camera bassa” inglese. Per certi Uomini, ormai in via di estinzione, la Deferenza, l’Ossequio, il Riguardo, l’Attenzione alle “Forme” è la “Sostanza” della loro Personalità, alle quali furono Educati, sin dalla loro Adolescenza, da Genitori forniti o meno di “magnanimi lombi”. Con commossa Gratitudine Ricordiamo le ricorrenti Raccomandazioni di nostra Nonna, quando CI Vedeva uscire di casa: ”Porta Rispetto nei confronti  di Tutti Coloro con cui hai da Negoziare”.  Sicché, nostro malgrado, siamo costretti a Dissentire dal Divino Totò, quando in una ”gag” cinematografica Affermava che ”Signori si nasce e io lo nacqui”. No, caro Totò, Signori non Si nasce, caso mai, Si Diventa, tanto che  Giuseppe Parini Metteva in Guardia il giovane, a Lui affidato, dal presumersi Signore, in quanto ”mal giova illustre sangue ad animo che langue”. E come languiamo noi,  meschini italiettini, per via del nostro istituzionalizzato “quarto d’ora” accademico di ritardo, quando non si tratti di ora o di ore di consueta mancanza di puntualità! Nell’italietta non c’è un incontro, a iniziare con un operatore ecologico, salendo (o discendendo, secondo i punti di vista!) al presidente della repubblica; con un curato di campagna ascendendo al re dei cieli, che sia Onorato nei tempi previsti. Allora, d’uopo è una rinfrescatina di Storia. Il famigerato ”quarto d’ora accademico” poteva avere “un perché”, quando il tempo era cadenzato, ritmato, segnato, marcato dallo scampanio delle chiese e siamo alle prime antiche Università (con la U maiuscola, se Pensiamo allo scempio che di Esse è stato perpetrato, tollerando l’ ”ircocervo” dell’università di massa, che è una maledetta contraddizione in termini. “La Scienza non è democratica”, Proclama Roberto Burioni, Virologo del San Raffaele di Miliano, e tanto meno la Cultura e i Luoghi sacri, ove Esse Si Coltivano, Aggiungiamo NOI) di Padova (880 d.c.), di Parma (962 d.c.), di Bologna (1088 d.c.), ecc., ecc., ecc. La campane facevano “din don din don”  e gli Studenti con i loro Maestri avevano un “quarto d’ora di tempo”, per Raggiungere le Aule, ove gli Uni avrebbero Appreso e gli Altri avrebbero Insegnato. Ma oggi, con la tecnologia a nostra disposizione e gli orologi al polso, lo sciagurato vizietto del ritardo da parte di “chicche e sia”, avrebbe Detto Totò, quale che sia l’occasione  in cui venga consumata la “lesa maestà” del Prossimo, è, assolutamente, inaccettabile. E per Finire, o miei Amati 25 Lettori, cade a fagiuolo, giacché stiamo Discutendo di Rispetto, di Cortesia, da Praticare, ovunque e con Chiunque, nelle Relazioni Interpersonali, come giudicare le aule di “Montecitorio” e di “Palazzo Madama” vuote (ovviamente, le nostre reprimende interessano tutte le italiettine “assise” elettive) di parlamentari e senatori, convocati per la discussione di Leggi importanti, e, se non sono vuote, tragica è la visione di oratori, che hanno facoltà di parola, intenti a suonarsela e a cantarsela da soli, nel mentre gli esiti escrementizi di un popolicchio che, continuamente, escrementa, presenti nelle aule dei “Palazzi”, testé citati, a digitare cellulari, a visitare “tablet”, a cazzeggiare idiote frivolezze, opponendo, non rare volte, all’oratore di turno, non la faccia cambronnata, ma il culo che, pure, di materia cambronnata è ripieno?

 

Alla stregua degli uomini, fatalmente, mortali (come, quando vuole Dio, Esclamava nostra Nonna, Elevando gli occhi al cielo), così, puntualmente, nel mese di febbraio di ogni anno, che per molti umani, inutilmente, scorre, muore la musica leggera nell’ ”ariston” di san remo, ove si celebra, per volere e per interesse sestertizio, non per Amore del Bello e dell’Arte, dei discografici (dovremmo dire, in verità, dal momento che non si producono più dischi,  soprattutto quelli in vinile, albumgrafici, videografici, cdgrafici), degli amministratori del comune sanremese, degli operatori del turismo della regione liguria, degli alti papaveri della “rai”, l’annuale fiera della robaccia, che viene fatta passare al popolicchio, ridotto ad essere di bocca buona, per musica “tout cout”, senza nemmeno aggiungere a ciò che, a conti fatti, non è, affatto, musica, l’aggettivo leggera. Ah se potesse Rialzare la Testa, dopo oltre, oltre due millenni, il buon Pitagora! Per il quale la Musica era un singolare, peculiare Modo di Essere di Coloro che La Coltivavano; che per Essa Raggiungevano l’Armonia interiore in equilibrata Sintonia con ciò che all’esterno di Essi avveniva o si consumava. Per Pitagora l’Armonia era il Nesso inscindibile tra la Musica, la Matematica, la Geometria, in grado di Rivestire di Senso Etico la Vita dell’Uomo; di Guidare, scientificamente, non moralmente, la sua Condotta, come molti e molti secoli dopo avrebbe Ribadito Baruch Spinoza nella sua Opera ”Ethica more geometrico demonstrata”. Dopo la Luce per qualche attimo di Pitagora e di Spinoza, ecco le tenebre sanremesi. Baglioni? Con la sua pallida presenza scenica e il suo verbo senza nerbo sembrava un superstite delle catacombe romane, catapultato sul palco dell’  “ariston” per ricordare agli spettatori in sala e a quelli davanti al “video” che la vecchiaia è una “cattiva bestia”, se il vissuto di chi invecchia è fatto di sciocchezze, di futilità, smascherate, inesorabilmente, dal Tempo. Ma è, forse, cantante colui che, pur assonnato e assonnante, è stato definito il “dittatore artistico” del festival di san remo 2018? E la sue canzonette che, pur, gli hanno elargito immeritata fama e non pochi euro,  non sono poca, insignificante cosa: musicalmente, noiose nenie monodiche, senza colore, che spargono al vento sentimenti scontati di esistenze consuete e senza stigmi di particolare rilevanza? La hunzicher e favino? Due presenze inutili, che si dividevano le sillabe di parole, dal “gobbo” lette, per giustificare  i lauti  “cachet”, a loro riservati dai dirigenti ”rai”; protagonisti con baglioni di siparietti demenziali; a gara nel far mostra del più vieto familismo, quando sono scesi in platea per evidenziare, “coram populo”, che in un contesto di relazioni interpersonali normali, secondo i “diktat” di santa madre chiesa, essi erano in possesso, avevano, rispettivamente, marito, moglie e figliolanza.”More solito”, come da sempre, anche il “san remo”2018 è stato  consegnato, secondo il vaticinio, la preveggenza, le indicazioni dei formatori del consenso, organici a non troppo misteriosi mandanti. ”Non mi avete fatto niente”, cantata, diciamo, dal duo, ermal meta e fabrizio moro, dalla “pole position” alla vigilia, “in automatico”, come si blatera oggi, è passata sul podio al primo posto. E’  un messaggio di Pace codesta brutta canzonetta?   Nelle Arti figurative,, nella Poesia, nella Musica, il Messaggio Sortisce dai Segni, dai Colori, dai Colpi di Scalpello, dalle Parole, dalle Note, non c’E’, non Esiste, prima di Essi, Si Sviluppa con Essi, Ascende con Essi al Sublime della Verità. In Principio Era il Segno, il Colore, il Colpo di Scalpello, il Verbo, la Nota ed Essi Si Fecero Bellezza. “Non  mi avete fatto niente”, nient’altro che l’infantile sarcasmo di un infante, che si fa beffe di tentativi di goliardica malevolenza da parte di compagnucci un po’ bulletti. Comunque, molto bella, invece, la Canzone, Sussurrata con toccante Maestria da Luca Barbarossa, “ Passame er sale”: CI ha Portati “in più spirabil aere” con i Versi che Trascriviamo: “…/ah si mi chiedi l’amore cos’è /io non c’ho le parole che c’hanno i poeti /nun è robba pe’ me /ah si me chiedi l’amore che d’è /io non c’ho le parole ma so che ner core /nun c’ho arttro che te”.

Pietro Aretino, già detto Avena Gaetano

 

 

 

 

 

 

 

 


Pubblicato il 14 Febbraio 2018

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