Cronaca

Storia d’una occasione mancata: centro sociale cercasi disperatamente…

Tutte le città hanno un luogo dove i giovani possano aggregarsi, discutere, suonare, o, come dicono loro stessi, emanciparsi per contribuire allo “Sviluppo Sociale”, appunto, di una città. A Bari no, non esistono luoghi di aggregazione che non siano pub o pizzerie. Insomma, niente centri sociali da queste parti. E per questo la rete di associazioni “Giovani in Movimento”, nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale di venerdì scorso, ha manifestato direttamente in aula, distribuendo volantini ed esponendo cartelloni proprio per rammentare al primo cittadino gli impegni sventolati in campagna elettorale per dare una mano ad aprire a Bari un Centro Sociale. Che manca da maggio del 2004, quando a Palese l’ex Ostello della gioventù fu occupato da un gruppo di attivisti che lottavano per rivendicare proprio spazi sociali e alloggi accessibili a studenti, lavoratori precari, immigrati. Gli occupanti  procedettero al recupero della struttura, abbandonata ormai da anni, per renderla un “laboratorio politico e sociale permanente”. E Michele Emiliano (allora candidato Sindaco), riconosciute le ragioni dell’azione, si impegnò subito a sostenerle, naturalmente nel caso fosse stato eletto sindaco. Il mese successivo l’ostello fu sgomberato per una presunta inagibilità della struttura, mentre la città eleggeva Sindaco “l’allora” Michele Emiliano, ripete il collettivo dei Giovani in Movimento. Il tempo passa e nell’autunno del 2004  il “nuovo” Sindaco di Bari suggerisce loro di stendere un bel progetto, costituendosi in associazione. Detto, fatto: passa un altro anno e nella primavera del 2005 nasce il progetto “Fabbrica di Spazi”, mentre a Luglio al Fortino, nel corso d’un dibattito sulla questione “Luoghi di Aggregazione” e identificazione dei luoghi degradati di proprietà del Comune di Bari, si discute alla presenza di assessori ed amministratori vari. Ma di Centro Sociale a Bari, neppure l’ombra. Ad Ottobre di due anni fa, però, si costituisce il Collettivo “Giovani in Movimento”, mentre il mese successivo il progetto è presentato e protocollato al Comune di Bari. A dicembre 2005 siamo nella Sala Consiliare del Comune di Bari: i Giovani in Movimento  presentano alla cittadinanza il Progetto e avviano la costituzione di una rete di Associazioni per l’autogestione dello spazio ed a gennaio del 2006 viene protocollata la richiesta per la concessione dei locali dello Stadio della Vittoria. Passa altro tempo ma tutto si ferma alle belle intenzioni sventolate in campagna elettorale ed alla montagna di carte da depositare al Comune. Spiegano infatti i ragazzi della rete di associazioni baresi: “Oggi dopo decine di incontri con il Sindaco e Assessori competenti, tramite lettera, ci è stata richiesta una documentazione tecnica, economica e finanziaria degna per una multinazionale. Da giovani precari e precarie, e non Manager di una Multinazionale, la prima risposta ufficiale del Comune di Bari evidenzia chiaramente la mancanza di volontà a concederci uno spazio di aggregazione sociale da autogestire, fruibile da una rete di Associazioni…tutto questo mentre gli Assessori competenti continuano a finanziare progetti a pioggia e senza alcun criterio, privilegiando gruppi di interesse per scopi unicamente elettorali”. Insomma, la solita politica: Vecchia, Ingiusta e Autoreferenziale. Tutte parole che i giovani del collettivo barese hanno scritto sui loro volantini con le iniziali maiuscole bene in vista, per farsi capire bene da amministratori e assessori municipali che poi, quando si riuniscono al Fortino o nell’Aula di Giunta in pubblico comizio, inneggiano ai luoghi di aggregazione e all’impegno giovanile nella lotta alla mafia o all’antifascismo. Parolai e basta….

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 29 Marzo 2013

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