Cultura e Spettacoli

Trentaquattro anni senza “Araldo da Bari”

Uomo di cultura, patriota e politico d’azione, Araldo di Crollalanza, già ministro dei lavori pubblici, si spense a Roma il 18 gennaio 1986. Nato a Bari il 19 maggio del 1892 si dedicò fin da giovanissimo all’attività giornalistica collaborando con Il Corriere delle Puglie, La Gazzetta del Mezzogiorno e Il Popolo d’Italia. Interventista della prima ora, il 15 giugno 1915 partì volontario nel primo conflitto mondiale arruolandosi col grado di Tenente nel 51° Reggimento Fanteria e partecipando alla conquista del Col di Lana. Al rientro dal fronte fondò nel 1919 l’Associazione Nazionale Combattenti di Bari e il 23 marzo dello stesso anno fu nominato da Mussolini prima Fiduciario e poi Segretario regionale politico dei Fasci di Combattimento di Puglia e Lucania. Il 6 aprile 1924 venne eletto Deputato della XXVII Legislatura e nel 1926 fu nominato Podestà di Bari trasformando la città in un cantiere sonante e dando così molto lavoro. Diede impulso ad una lunga attività di realizzazione di opere pubbliche sia in ambito locale che nazionale e nelle Colonie. Nel giro di pochi anni, grazie alle opere di Crollalanza, Bari assume un volto totalmente nuovo: la Camera di Commercio Italo-Orientale e la Fiera del Levante concepite come grandi centri mercantili internazionali, l’Università, il lungomare con i principali edifici pubblici ed il Porto, lo Stadio della Vittoria, l’Acquedotto Pugliese, l’Ospedale consorziale, il restauro del mercato di Piazza Ferrarese, il palazzo della Banca d’Italia, il Policlinico, il carcere giudiziario, il palazzo delle Poste, la Casa del Fascio, Palazzo Fiat, il grande albergo INA, la colonia marina di Fesca, i canali deviatori contro le alluvioni, case popolari, scuole e sedi universitarie. Il 9 luglio 1928 assunse la carica di Sottosegretario di Stato ai Lavori Pubblici e due anni dopo, il 13 febbraio 1930, a trentotto anni, ne divenne Ministro. Fino al 24 gennaio1935 realizzò la politica di grandi lavori pubblici voluta dal Governo: la sistemazione generale della rete stradale nazionale attraverso la fondazione dell’Azienda autonoma delle Strade Statali, la direttissima ferroviaria Firenze- Bologna, il ponte sulla Laguna collegante Mestre-Venezia. La normativa sulla circolazione stradale venne razionalizzata nel nuovo Codice della Strada e furono ripensate ed attuate le procedure d’intervento in caso di calamità in occasione dei terremoti dell’Irpinia, delle Marche, della Basilicata e della Puglia. Per l’attività svolta in questo ambito ricevette un Encomio dalla Società delle Nazioni. Inoltre nel 1929 Papa Pio IX gli conferì l’Ordine Piano per aver dato esecuzione alle opere previste dai Patti Lateranensi. Lasciata la responsabilità del Ministero dei Lavori Pubblici fu Presidente dell’Opera Nazionale Combattenti, proseguendo l’opera di bonifica dell’Agro-Pontino (con la fondazione di numerose città tra cui Littoria e Pomezia) , della Capitanata, del Salento e delle Isole. Collaborò alla fondazione dell’Istituto Nazionale Luce e realizzò la trasformazione fondiaria ed agricola del Tavoliere delle Puglie e del Basso Volturno, oltre alla bonifica di una vasta zona della Dalmazia, nonché ad opere di colonizzazione nell’Africa Orientale italiana in qualità di Presidente della Consulta coloniale presso il Ministero dell’Africa italiana. Successivamente, nella XXX Legislatura, assunse la presidenza della Commissione Lavori Pubblici della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Dopo il 25 luglio 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana nella quale l’8 marzo 1944 fu nominato Commissario per la gestione straordinaria della Camera dei Fasci e delle Corporazioni e del disciolto Senato del Regno. Arrestato il 13 giugno del 1946 venne scarcerato il 1 luglio e prosciolto da ogni accusa nella fase istruttoria il 20 marzo 1950. Nello stesso anno riprese l’attività di giornalista e politico  entrando a far parte della consulta nazionale per il Mezzogiorno della Confederazione Nazionale del Commercio. Nel 1953 fu eletto Senatore per la regione Puglia come indipendente nelle liste del Movimento Sociale Italiano, lavorando poi nella 7^ Commissione (Lavori Pubblici). Eletto consigliere comunale a Bari con la carica di Capogruppo MSI dal 1956 al 1976, nel 1982 il Presidente del Senato Fanfani, alla presenza del Consiglio di Presidenza, gli conferì una Medaglia d’Oro, in occasione del suo 90° compleanno. A 91 anni, per l’ottava volta consecutiva, fu rieletto Senatore e confermato presidente del gruppo parlamentare missino. Secondo gli accertamenti statistici del 1932 le opere pubbliche compiute dal Fascismo ammontavano a un valore complessivo di 29 miliardi di lire, contro gli 11 miliardi spesi in sessant’anni di vita nazionale dai passati governi. In soli 10 anni lo Stato aveva investito oltre 2 miliardi e 776 milioni spesi per le opere idrauliche, oltre 1 miliardo e 780 milioni per le opere marittime, 1 miliardo e 700 milioni per le opere edilizie, 3 miliardi e 114 milioni per le nuove ferrovie, 3 miliardi e 500 milioni per le opere stradali, 2 miliardi e 700 milioni per le opere di bonifica, mezzo miliardo per la ricostruzione delle terre liberate,1 miliardo e 120 milioni per la ricostruzione delle zone terremotate e alluvionate (altrettanti ne stava spendendo nei cantieri sonanti suddivisi tra l’Italia e le colonie).  Il 28 ottobre 1930, in occasione della ricostruzione e della consegna di 3.746 nuove case ai terremotati, a seguito del sisma di luglio nel Vulture, Mussolini si rivolse a di Crollalanza in questi termini: <<Lo Stato italiano La ringrazia non per aver ricostruito in pochi mesi, perché era Suo preciso dovere, ma la ringrazia per aver fatto risparmiare all’erario 500 mila lire>>. Araldo, Intervistato da Indro Montanelli, il giornalista gli chiese se del suo passato covasse qualche rimpianto o rimorso, egli rispose a voce bassissima: < <Uno solo: in quei vent’anni potevamo fare l’Italia, e non la facemmo>>.  Ma se c’era un uomo a cui questo rimprovero non poteva essere mosso, era proprio lui.

Maria Giovanna Depalma


Pubblicato il 17 Gennaio 2020

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