Cronaca

Ufficializzata la riconferma di Emiliano, ma per gli eletti in consiglio sono certi solo i ricorsi

La proclamazione ufficiale della riconferma a presidente della Regione Puglia di Michele Emiliano è avvenuta giovedì scorso, ma non quella dei 50 eletti in consiglio regionale. Però, il quadro degli eletti dovrebbe essere ormai definito dai conti e conteggi fatti dalla Corte di Appello di Bari, che sempre nella giornata di giovedì ha fatto anche trapelare che alla maggioranza di centrosinistra dovrebbero essere assegnati 29 seggi e non 27, come sulle prime dal ministero dell’Interno alla chiusura delle urne, lo scorso 21 settembre. Quindi, il riconfermato governatore dovrebbe poter contare sul premio pieno di maggioranza. A farne le spese per i due seggi in più che andrebbero alla maggioranza sarà l’opposizione di centrodestra, nello specifico la Lega (con Giacomo Conserva) e Forza Italia (con Vito De Palma) che quasi sicuramente faranno ricorso al Tar proprio sull’assegnazione del premio di maggioranza.  I due seggi in più al centrosinistra consentiranno – al netto di eventuali interventi rettificativi del Tar – il ritorno in Aula di Ruggiero Mennea e Michele Mazzarano, entrambi del Pd, che secondo i primi conteggi a 27 membri di maggioranza non risultavano tra gli eletti.  Insieme a loro, rientrerebbero Peppino Longo (lista Con), Francesco Lanotte e Mario Pendinelli dei “Popolari con Emiliano”. Però, secondo quanto trapelato dalla Corte d’Appello, i Dem non vedrebbero tra gli eletti Sergio Blasi a Lecce, Domenico De Santis a Bari e Teresa Cicolella a Foggia. Quindi, gli eletti dovrebbero essere per il Pd Francesco Paolicelli, Anita Maurodinoia e Lucia Parchitelli nella circoscrizione elettorale di Bari; Filippo Caracciolo, Debora Ciliento e Ruggiero Mennea nella Bat; Fabiano Amati e Maurizio Bruno nella circoscrizione di Brindisi; Raffaele Piemontese e Paolo Campo in quella di Foggia; Donato Metallo e Loredana Capone (che potrebbe diventare il nuovo presidente del Consiglio regionale) nella circoscrizione di Lecce; Donato Pentassuglia, Vincenzo Di Gregorio e Michele Mazzarano in quella di Taranto.Invece, per la lista civica “Popolari con Emiliano” gli eletti sarebbero Gianni Stea (assessore uscente all’Ambiente), Francesco Lanotte, Mauro Vizzino, Sergio Clemente, Sebastiano Leo (assessore uscente all’Istruzione), Mario Pendinelli e Massimiliano Stellato. Mentre per la lista civica “Con Emiliano” gli eletti sarebbero Pier Luigi Lopalco, Peppino Longo, Giuseppe Tupputi, Alessandro Leoci, Antonio Tutolo, Alessandro Delli Noci e Gianfranco Lopane.Alla minoranza andrebbero 21 seggi: 3 alla Lega (Davide Bellomo, Joseph Splendido, Gianni De Blasi). Al candidato presidente piazzatosi secondo, Raffaele Fitto del centrodestra, spetta – come è noto – il seggio, che lo sottrae ai leghisti che in detta coalizione avrebbero il miglior resto. Poiché, però, Fitto è europarlamentare e, per la nota incompatibilità con la carica di consigliere regionale, difficilmente accetterà di rimanere nell’Aula barese di via Gentile, al suo posto rientrerebbe comunque un leghista (l’escluso Conserva). Anche la civica di centrodestra “Puglia Domani” eleggerebbe tre consiglieri: Saverio Tammacco, Paolo Dell’Erba e Paolo Pagliaro; mentre il partito di Giorgia Meloni, Fdi, ne otterrebbe sei: Ignazio Zullo, Francesco Ventola, Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone e Renato Perrini. Tre consiglieri, anziché quattro, come reso noto inizialmente dal Viminale, andrebbero a Forza Italia: Stefano Lacatena, Giandiego Gatta e Paride Mazzotta.L’opposizione pentastellata riporta nel nuovo Consiglio regionale 5 degli 8 esponenti uscenti e sarebbero:Antonella Laricchia, Grazia Di Bari, Rosa Barone, Cristian Casili e Marco Galante. Quindi, i gruppi politici presenti prossimamente nell’Aula regionale di via Gentile dovrebbero essere complessivamente otto. Anche qui il condizionale è d’obbligo, perché tale cifra è sempre al netto dell’esito di sicuri ricorsi al Tar Puglia. Infatti, la lista “Senso Civico” che, secondo il Viminale ed anche la Corte d’Appello di Bari non ha superato la soglia del 4% dei consensi per essere ammessa al riparto, farà sicuramente ricorso perché,secondo i calcoli degli esponenti che sarebbero tra gli eletti, gli assessori uscenti Alfonsino Pisicchio e Cosimo Borraccino, se fosse accolta la loro tesi, detta soglia sarebbe stata superata, avendo conseguito il 4,16% dei voti a livello regionale. Infatti, ha dichiarato Pisicchio:  “la nostra lista, lo ricordiamo, ha superato la soglia di sbarramento con il 4,16% assegnato dal Ministero dell’Interno, assicurandoci di fatto la rappresentanza. Per questo le nostre ragioni, ben argomentate dai nostri legali in apposite memorie, saranno oggetto di un ricorso puntuale che dimostrerà quale enorme contraddizione esista nel responso della Corte d’Appello”. Perché – sempre secondo il leader barese di detta lista – “il calcolo effettuato dalla stessa Corte nell’attribuzione dei 29 seggi alla maggioranza si è basato sul rapporto tra la somma di tutte le liste della coalizione e la somma di tutte le liste presenti nella competizione elettorale, mentre il calcolo effettuato per attribuire le percentuali spettanti ad ogni lista ha proceduto in modo anomalo, prendendo in considerazione il rapporto tra le singole liste e la sommatoria dei voti raccolti da tutti i candidati presidenti”. “In sostanza – ha spiegato ancora Pisicchio – nell’attribuzione del premio di maggioranza si sono, correttamente, rapportate le mele con le mele, ma quando si è trattato di calcolare le percentuali raccolte dalle liste si sono mischiate, insensatamente, le mele con altro tipo di frutta”. Per poi ironicamente concludere: “Può andar bene per un frullato, ma non per la rappresentanza di una competizione democratica”. Ma quello di “Senso Covico” sarà solo uno dei ricorsiai Giudici amministrativi che si profilano all’orizzonte dopo la proclamazione ufficiale degli eletti in consiglio regionale, poiché vi saranno verosimilmente diversi altri. Tra questi vi sarà sicuramente anche quello di Forza Italia, avendolo già preannunciato il commissario regionale, Mauro D’Attis, che ha dichiarato “Le notizie che giungono dalla Corte di appello sono vergognose. Se confermate faremo ricorso alla giustizia. Se c’è”. In definitiva, qualunque sarà l’esito ufficiale delle recenti votazioni regionali da parte dei giudici baresi di piazza Enrico De Nicola, ciò che è certo sono i ricorsi al Tar prima (e forse anche al Consiglio di Stato dopo, in caso d’Appello) di molti di coloro che ritengono di essere stati eletti e che però, per la Corte d’Appello di Bari, non figurano tra questi.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 31 Ottobre 2020

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