Cultura e Spettacoli

Virgina è Virginia

Una decina d’anni fa, nei camerini del Kursaal Santalucia, prima che ragioni pretestuose chiudessero – speriamo non per sempre – quel magnifico teatro, nel corso di una conversazione con addetti ai lavori, Chiara Noschese tenne a precisare che suo padre, “come tutti gli imitatori”, non soffriva di alcun disturbo dissociativo dell’identità. Era solo, per quanto in modo un po’ morboso, “curioso del prossimo”. Semplicemente, “cercava sé stesso negli altri”. Quella precisazione, limpida e ragionevole e non intrisa dell’arroganza culturale tipica di certa psicologia, ci è tornata in mente martedì scorso al Petruzzelli, dove era di scena Virginia Raffaele col suo ‘Performance’. Ma quale bipolarità o altra turba. Qui un’artista adopera lucidamente anima e corpo per mettere alla berlina personaggi patetici (o divenuti patetici) che, nel nome della sottocultura, del presenzialismo e di un ambiguo senso dello spettacolo, trovano spazio sulla tv che conta. In nessun momento l’inesauribile comica romana ha dato l’impressione di una personalità multipla, per quanto questa abilità nello scivolare da un personaggio all’altro abbia obiettivamente un che d’inquietante. Ma forse che il talento, quello vero (ed è il caso di Virginia Raffaele?), non è di per sé inquietante? In definitiva, Virgina è Virginia (anche se la stessa interprete in apertura di performance s’interroga  in proposito con un’ingiusta ombra di smarrimento) e il suo è spettacolo che impiega il sorriso per castigare i costumi. Un uso pressoché scientifico, tale è il rigore della costruzione dello show. Nulla nasce dal caso, qui, nulla è affidato al caso ; ridottissimo lo spazio riservato all’improvvisazione. Eppure, anche a dispetto di una tecnologia piuttosto sofisticata, ‘Performance’ si mantiene spettacolo caldo, che si offre e non si specchia, che prende e non stanca, malgrado le quasi due ore di durata. A voler fare gli incontentabili, l’interazione del personaggio di Belen Rodriguez col pubblico, che avviene lungo i corridoi della platea, è troppo lunga. Così come funzionano poco le frecciate che la Raffaele e il musicista (Teo Ciavarella) che l’accompagna si scambiano. Ciò tuttavia toglie pochissimo smalto alla scoppiettante passerella di una donna poliedrica, dalla fisicità determinante e ben disciplinata nell’attenersi alle indicazioni sia della regia (di Giampiero Solari) che degli altri coautori (Piero Guerrera, Giovanni Todescan e lo stesso Solari). Quale l’imitazione meglio riuscita? La platea (almeno quella di martedì, giorno dell’ultima replica) ha tributato le migliori ovazioni al personaggio della Vanoni. Però che spasso pure l’imitazione di Giorgia Mauro, l’eterna esclusa dai talent show musicali… – Prossimo appuntamento al Petruzzelli per la Stagione Teatrale di Bari, lunedì 13 e martedì 14 febbraio con ‘Human’, uno spettacolo di Lello Bianco e Marco Balliani e diretto da quest’ultimo.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 13 Gennaio 2017

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