Dopo la bufera dei mesi scorsi su presenze/assenze e gettoni, pare essere tornata la calma al primo piano del Palazzo di Città dove tengono le riunioni di commissione e consiliari i trentacinque consiglieri che rappresentano i cittadini/contribuenti baresi. Ed anche se ora per incassare il gettone di presenza, i consiglieri comunali dovranno garantire un’effettiva partecipazione, pari ad almeno la metà dell’intera seduta di Consiglio e di Commissione, le polemiche su costi e qualità delle riunioni non s’è proprio placata. E intanto, ad occhio, pare incrementata di parecchio la spesa mensile per le sempre esangui casse municipali, passando dai circa 77mila dei mesi scorsi, agli oltre 80mila del mese scorso. Ma procediamo per ordine. Basta scorrere la determinazione dirigenziale del 15 luglio, per vedere quanto hanno portato a casa i nostri consiglieri con i gettoni di presenza, uno per uno. E precisando che da un anno il consigliere Alfonsino Pisicchio è passato all’aula regionale, sistematicamente assente sia alle sedute assembleari che in commissione, risulta l’ingegner Domenico Di Paola, già candidato sindaco e amministratore unico della società che gestisce gli scali aeroportuali civili pugliesi: per questo Di Paola meriterebbe un bello zero spaccato in pagella, come si faceva una volta a scuola, giudicando attaccamento alla città e risoluzione dei suoi problemi. Domanda: ma se il consigliere/manager la strada che porta al Comune di Bari non la imbocca mai, nemmeno per sbaglio, che ci sta a fare in Aula Comunale?, per darsi arie e raccontarlo agli amici del circolo? Chi invece merita dieci per costanza e presenza, uno che non s’è perso niente, tra consigli e commissioni, presiedendo la stanza e quella delle commissioni ogni giorno (totale 63 gettoni moltiplicato euro 72,96) presenziando 18 volte in 4° Commissione, 10 volte al decentramento, 7 volte alle Pari Opportunità, 17 volte in Commissione Qualità dei servizi e 10 Trasparenza è il veterano Filippo Melchiorre, che ha incassato lordi 4.596,48 euro. Con lui sul podio, staccato di poco, l’altro campione di presenze Pasquale Finocchio (53) che ha intascato, sempre al lordo degli oneri di legge, 3.866,88 euro solo a giugno, seguito a ruota da Giuseppe Di Giorgio (46) con 3.356,16 e Massimo Maiorano (43) 3.137, 28. E gli assenteisti cronici? Con sole 7 presenze in 1° Commissione c’è il dottor Renato Laforgia, il consigliere/ortopedico che a giugno ha incamerato appena 510 euro, ma che si distingue per il suo reddito annuale dichiarato da oltre 327mila euro. Appena più di Laforgia presenza da consigliere l’avvocato di Bari-Carbonara Salvatore Campanelli con appena 11 presenze il mese scorso tra commissione e Aula Dalfino, sperando per lui sia più presente almeno nelle aule giudiziarie. Ma proprio sul numero delle sedute, specie quelle di commissione in Comune con argomenti spesso risibili, starebbe ancora indagando la Procura della Repubblica, puntando la lente su un fenomeno finito l’anno scorso sulle tv nazionali e al centro di una inchiesta anche della Corte dei Conti. Si vuol capire, insomma, com’è che a Bari ogni giorno, dal lunedì al venerdì, si svolgono sistematicamente undici commissioni consiliari (sette permanenti e quattro speciali su decentramento, pari opportunità, qualità dei servizi e trasparenza), mettendo in discussione tutto e niente, dalla sede unica, al trasporto dei dipendenti, fino alle sagre estive. Certo, tutti i cittadini/contribuenti baresi possono presenziare anche loro alle Commissioni e assistere ai lavori, per rendersi conto ‘de visu’ di cosa trattano i loro baldi rappresentanti, ma in pratica nessuno lo fa. Peccato perché solo così, forse, si potrebbe davvero avere il diritto di giudicare i risultati raggiunti e, magari, criticare i soldi percepiti mensilmente dai nostri rappresentanti nell’assise cittadina. Che a giugno 2016 si sono divisi 80mila e 183 euri scuciti direttamente dai contribuenti baresi…
Francesco De Martino
Pubblicato il 28 Luglio 2016
