Cultura e Spettacoli

Acqua e biscotti per i naufraghi

La settimana scorsa un pescatore, la cui imbarcazione si era capovolta, ha dovuto rifugiarsi su uno scoglio antistante l’isola del Cretaccio, alle Tremiti. Notato da qualcuno sull’isola di San Domino, l’uomo veniva poi soccorso dalla Guardia Costiera. Non è stata proprio un’avventura, ma se la stessa vicenda avesse avuto luogo su Pianosa… Lontana dodici miglia dalle altre ‘sorelle’ dello stesso arcipelago, sperduta nell’alto Adriatico, l’isola di Pianosa si presenta come una piccola e livellata piattaforma rocciosa. Esteso per soli tredici ettari, l’affioramento non supera i quindici metri di quota. La limitata altezza fa sì che durante le mareggiate l’isola venga sommersa dal mare nella quasi interezza. E’ perciò disabitata da sempre. Quasi inesistente la flora, salvo alcune piantine grasse e bulbi di cipolle selvatiche. Quanto alla fauna, a parte piccoli rettili, conigli selvatici e qualche uccello, non esiste altro. Eppure tracce di presenza umana non mancano : nel punto di maggiore altitudine si leva un vecchio faro, costruito nel 1914 e oggi non più attivo ; è affiancato da un traliccio alto diciassette metri e ad alimentazione fotovoltaica che emana lampi bianchi a intervalli di dieci secondi e visibile a dodici miglia marine. A un centinaio di metri dal traliccio si allunga per una quarantina di metri una malridotta costruzione (le porte non esistono più, i soffitti sono crollati, restano in piedi solo i muri perimetrali e divisori). La costruzione raccoglie, affiancati, otto ambienti quadrati di cinque metri per lato. La funzione di questi locali ? Sembra fossero destinati ad alloggi per i faristi, a magazzini viveri/attrezzi e a rifugi per i pescatori di una volta. Assai meglio attrezzati, i pescatori di oggi non hanno più bisogno di fare di Pianosa la base per le loro battute di pesca, anche perché il sito, ora Riserva Marina Integrale, è interdetto alla pesca e persino alla navigazione. Esiste però un’altra categoria di persone alle quali quegli ambienti potrebbero tornare indispensabili : i naufraghi. Quest’ultima ‘destinazione d’uso’ sarebbe confermata dalla costante presenza all’interno di alcune stanze di fardelli d’acqua minerale e confezioni di biscotti secchi. A garantire l’insolito rifornimento sono i pochi turisti autorizzati che, Adriatico permettendo, si spingono fin là. Il gesto intende assicurare la sopravvivenza degli eventuali malcapitati sino all’arrivo dei soccorsi ; diversamente per i poveri naufraghi sarebbe dura. Per quanto non si abbia notizia di naufraghi a Pianosa, è probabile che casi di queste genere si siano presentati in un passato in cui la copertura mediatica non era così capillare, come dimostra il caso di cui in apertura.

Italo Interesse


Pubblicato il 9 Aprile 2021

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